Esodati e pensioni passando per la delocalizzazione in Polonia

 La riforma del mercato del lavoro ora è pronta ad essere discussa al Parlamento ma, allo stesso tempo, non si fermano le delocalizzazioni delle imprese italiane in altri Paesi allo scopo di ottenere manodopera ad un prezzo inferiore anche se la sfida economica si vince con gli investimenti e nelle nuove tecnologie: a questo proposito la Germania è un modello sicuramente da imitare.

Infatti, dopo due anni dalla chiusura della vertenza in Indesit in cui il gruppo produttore di elettrodomestici si era impegnato ad investire in Italia, mantenendo le produzioni, oggi ad essere di nuovo a rischio è lo stabilimento di None nel Torinese.

Strategie del governo Monti per non aumentare il debito pubblico

 La perplessità arriva dalla CGIA di Mestre; infatti, per l’associazione territoriale lo Stato non pagherebbe le imprese per non incidere sul debito pubblico visto che le imprese  a seguito di forniture, servizi od opere pubbliche eseguite avanzano dallo Stato oltre 70 miliardi di euro, ovvero oltre 4 punti percentuali del Prodotto Interno Lordo, PIL.

I tecnici della Camera di Commercio di Mestre si riferiscono al manuale del SEC95 che definisce le regole contabili che valgono per tutti i Paesi dell’Unione Europea: i debiti commerciali verso le imprese private non devono essere contabilizzati nel bilancio pubblico. Gli effetti sulle casse pubbliche si fanno sentire solo nel momento in cui tali debiti vengono saldati, alimentando così il fabbisogno pubblico e peggiorando di conseguenza il rapporto tra debito e Pil.

Le ultime novità sulla riforma del lavoro

 Maggiori tutele al lavoratore a tempo indeterminato con la conferma del reintegro qualora il giudice accerti la manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento per giustifico motivo oggettivo: questa nuova versione della riforma del lavoro incontra il parere favorevole delle organizzazioni sindacali, compresa la CGIL.

Non solo, oltre a confermare il valore formativo del contratto di apprendistato, il governo Monti ha deciso anche di penalizzare i contratti a tempo determinato compreso i diversi contratti precari anche, se poi sceglie di intervenire sulle partite IVA in un secondo tempo.

I punti essenziali della Riforma del lavoro

 Il Ddl della riforma del lavoro è stato approvato dal Governo e tra poche settimane sarà al vaglio del Parlamento. In base a diverse indicazioni, il nuovo disegno di legge contiene diverse modifiche nei contratti di lavoro presenti nel panorama lavorativo nazionale.

In particolare, sul lavoro intermittente il governo Monti è intervenuto fissando l’obbligo di comunicazione preventiva in occasione di ogni chiamata, oltre all’impossibilità di stipulare con questa particolare forma contrattualistica con soggetti aventi meno i 25 anni o più di 45 anni e una stretta sull’indennità di disponibilità che sarà oggi dovuta anche se non vi sia effettiva chiamata, se il contratto è previsto per i periodi del week end o delle vacanze.

Come si licenzia in Germania

 Un argomento di sicura attualità visto che nel nostro Paese si sta discutendo sull’importante tema della riforma del lavoro come panacea contro tutti i mali visto, con molta probabilità, che gli altri problemi sono solo secondari quali la criminalità organizzata o la corruzione dilagante e a tutti i livelli. Il modello tedesco è sicuramente differente visto che da più parti si sta affermando l’idea che la proposta del Governo Monti si ispira alla Germania. Le cause che possono condurre un lavoratore alla perdita del posto di lavoro rientrano in un comportamento manchevole, motivi personali o necessità aziendali.

Per prima cosa, in Germania, il licenziamento di un lavoratore di un’azienda con più di 10 dipendenti è stato regolamentato il 1° gennaio 2004 con una legge del governo di Gerhard Schroeder.

L’assicurazione sociale per l’impiego, il nuovo strumento del mercato del lavoro

 Uno degli strumenti introdotto dalla riforma Fornero sul lavoro, e fortemente voluta dal governo Monti, è l’assicurazione sociale per l’impiego che dovrebbe sostituire gli attuali strumenti soggettivi di copertura.

Infatti, l’ASPI, come viene chiamato questo nuovo strumento, dovrà sostituire  l’indennità di mobilità, l’indennità di disoccupazione non agricola ordinaria, l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti e l’indennità di disoccupazione speciale edile nelle diverse varianti.
La nuova assicurazione viene estese ad una più ampia vasta platea di lavoratori inclusi apprendisti o artisti, oggi esclusi dall’applicazione di ogni strumento di sostegno del reddito.

I punti principali della riforma sul lavoro

 Il governo Monti, anche per via delle sollecitazioni del Presidente della Repubblica, ha deciso di presentare un disegno di legge al posto del solito decreto legge allo scopo di favorire una sana discussione parlamentare per l’importanza delle implicazioni sociali derivate dalla riforma.

Il punto più dolente è sicuramente una rivisitazione della norma sui licenziamenti; in effetti, con il provvedimento del governo si estende la possibilità anche per ragioni economiche a fronte di un indennizzo pari, al massimo, a 27 mensilità senza la possibilità di reintegro. Al contrario, per quelli disciplinari o discriminatori rimane la facoltà del reintegro o, in alternativa, l’indennizzo.

Riforma del lavoro, dalla CISL una nuova proposta

 Per la CISL l’iter non si è ancora concluso; infatti, il segretario confederale della CISL, Raffaele Bonanni, ha riproposto la necessità di cambiare la norma sui licenziamenti economici tenendo ancora aperto il tavolo delle trattative allo scopo di allargare le tutele.

In effetti, per la seconda confederazione sindacale italiana è necessario adottare del tutto il modello tedesco che prevede l’affidamento al giudice del potere di decidere tra indennizzo e reintegro. A questo scopo, nel corso di un nuovo incontro con il premier Mario Monti ha di nuovo chiesto al governo una particolare attenzione a questo problema: in caso di contenzioso, se dal processo emergono motivi diversi da quelli economici cioè discriminazioni, abusi, irregolarità nelle procedure o motivi disciplinari, il giudice annulla il licenziamento.

Riforma del lavoro, la modifica sull’articolo 18 non coinvolge le piccole imprese

 Sul tema dell’articolo 18 interviene anche Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre, che chiarisce le novità introdotte dalla modifica dell’articolo 18 della legge 300, meglio nota come Statuto dei lavoratori.

Nelle aziende con meno di 15 dipendenti non è prevista nessuna estensione delle disposizioni previste dall’articolo 18  in materia di licenziamenti discriminatori. Infatti, già con l’articolo 3 della legge  n° 108, sin dal 1990 è stato stabilito che anche per le imprese con meno di 15 dipendenti il licenziamento discriminatorio è da ritenersi sempre nullo

Giuseppe Bortolussi è intervenuto perché diversi media hanno sottolineato che le disposizioni introdotte dal Governo Monti in materia di licenziamenti discriminatori  sarebbero state estese anche alle piccolissime imprese sotto i 15 dipendenti.

Riforma del lavoro, si prosegue giovedì

 Secondo gli osservatori l’incontro di giovedì sarà di certo conclusivo perché il governo Monti ha in animo di chiudere la partita visto che è riuscito a convincere le imprese e due importanti organizzazione sindacale, ovvero CISL e UIL.

La CGIL, da parte sua, rimane arroccata sulle sue posizioni criticando fortemente gli ultimi sviluppi visto che lo stesso segretario confederale generale della CGIL ha sentenziato

farà tutto ciò che serve per contrastare la riforma del mercato del lavoro. Farà le mobilitazioni necessarie, non sarà una cosa di breve periodo […] E’ evidente che per la terza volta, dopo la riforma delle pensioni e le liberalizzazioni, i provvedimenti del governo si scaricano sui lavoratori: davvero una strana idea della coesione sociale

Sulle pensioni il ministro Fornero promette il decreto su esodati entro il prossimo 30 giugno

 L’impegno sembra preciso tanto che la notizia arriva dalla seconda centrale sindacale italiana, la CISL,  che, infatti, ha annunciato la promessa del Ministro del Lavoro Elsa Fornero di un decreto dedicato in modo particolare al tema degli esodati.

Con il termine esodati ci si vuole riferire a tutti quei lavoratori che si trovano in situazioni di mobilità che a fine trattamento non avranno ancora maturato il diritto alla pensione a seguito della riforma del governo.

La notizia arriva nel corso di un convegno organizzato dall’autorevole quotidiano economico nazionale “Sole 24 Ore” e dall’Inps a cui ha partecipato il presidente dell’istituto Antonio Mastrapasqua.

A questo proposito il Ministro Fornero ha precisato

C’è molta ansia da parte di molte persone che hanno accettato di uscire dal lavoro sulla base di una presunzione di un pensionamento non molto distante

Sulla riforma del mercato del lavoro siamo alle battute finali

 Martedì prossimo si deciderà l’esito della trattativa con o senza i sindacati che avevano, in particolare la CGIL, manifestato il loro dissenso per un accordo al basso: senza mobilità o senza cassa integrazione ma solo indirizzata su ragioni di bilancio.

Il Governo Monti intende, infatti, concludere l’importante trattativa tanto che ha chiesto alle organizzazioni sindacali di rinunciare alle loro posizioni in nome di un mercato più aperto e flessibile. Infatti, dopo l’incontro con i segretari di Pdl, Pd e Udc al presidente del Consiglio, Mario Monti, sembrava spianata la strada per chiudere la trattativa sulla riforma del mercato del lavoro.

La riforma fiscale per i lavoratori

 La pressione fiscale in Italia è di certo elevata tanto che la Corte dei Conti ha richiamato l’attenzione su questo problema chiedendo misure che possano garantire una minore tassazione a carico dei lavoratori onesti. Di certo, la richiesta della Corte dei Conti si scontra con la crisi che impone di proseguire su questa strada anche se il Governo Monti sta lavorando sulla delega fiscale che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri la settimana prossima: una riforma fiscale orientata, come ha sottolineato il premier Mario Monti, alla crescita.

Secondo le indicazioni emerse pare che dovrebbero aumentare le detrazioni per le famiglie numerose e redditi bassi utilizzando a questo proposito i proventi della lotta all’evasione e attraverso il meccanismo dello “spending review”.

Chiarimenti Inps sulle pensioni ai lavoratori dello spettacolo

 Il nostro maggiore istituto previdenziale attraverso la circolare n. 36 del 14 marzo 2012 ha deciso di chiarire l’importante materia anche per via della liquidazione dell’Enpals. Le nuove disposizioni del governo Monti ha deciso di in materia previdenziale apportate dalla legge 214/2011, di conversione del decreto legge 201/2011, con riferimento ai fondi per i lavoratori dello spettacolo e degli sportivi professionisti.

Dal momento che per i lavoratori iscritti a tali fondi non esiste distinzione tra lavoro autonomo e lavoro dipendente, le due tipologie di rapporto di lavoro sono sempre inquadrate con le medesime tutele previdenziali a prescindere dalla natura del rapporto di lavoro. La nuova disciplina pensionistica viene illustrata in dettaglio per quanto riguarda i requisiti anagrafici e contributivi necessari per poter accedere alle prestazioni introdotte dalla riforma (pensione di vecchiaia e pensione anticipata) in sostituzione di quelle previgenti, a decorrere dal 1° gennaio 2012.