Le deroghe sulle nuove pensioni

 Rispetto ai requisiti previsti dall’articolo 24 e comma 3, 14 e 15 della manovra Fornero sulle pensioni voluta dal governo Monti risultano esclusi alcuni soggetti a condizioni che rispettino alcuni requisiti.

Infatti, risultano esclusi i lavoratori che maturano il diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità entro il 31 dicembre 2011 o le donne che fino al 2015 optano per il calcolo della pensione con il sistema contributivo in presenza di 57 anni di età e 35 anni di contribuzione (58 anni di età e 35 di contribuzione per le autonome). Si ricorda che nei confronti di questi soggetti continuano ad applicarsi le finestre mobili.

Il decreto Monti prevede anche un limite di 50.000 lavoratori derogati anche se, poi, con le recenti apportate dalla Camera questo limite è sparito per fare riferimento a delle generiche risorse stanziate anno per anno: per l’anno 2012, per inciso, mancherebbero le risorse necessarie.

Le iniziative dei lavoratori in tempo di crisi

 Per la FIM Cisl la crisi ha ormai colpito 2mila aziende del settore metalmeccanico  e, secondo i dati esposti dal segretario generale della Lombardia della categoria, Nicola Alberta, si prevede che per la seconda metà del 2011 sono stati licenziati 4.109 lavoratori, altri 56.664 sono stati messi in cassa integrazione ordinaria e straordinaria e 2.224 sono le aziende colpite, a fronte delle 1.994 del semestre precedente.

Per Nicola Alberta la situazione è sempre più drammatica perché vede nel complesso salire a 60.773 i lavoratori sospesi, anche se al di sotto del picco massimo raggiunto nel primo semestre 2009.

La proposta CGIL sugli ammortizzatori sociali

 L’intero sistema del welfare è in pieno subbuglio; infatti, il governo Monti, allo scopo di ridurre la spesa pubblica, ha da diverso tempo in agenza una profonda revisione degli strumenti di sostegno al reddito. A questo riguardo la CGIL ha presentato una sua proposta che tenga conto dei giusti criteri di equità e, nello stesso tempo, cerca anche di conciliare le esigenze di bilancio e di salvaguardia del benessere sociale.

La CGIL intende caldeggiare un sistema assicurativo fondato sulla contribuzione (lavoratori e imprese) e con un apporto solo solidaristico e di avvio da parte del bilancio pubblico. Sempre dalla proposta, inoltre, si legge come si debba poi alzare in maniera significativa il tetto massimale, portandolo a 1.800 euro netti, e confermare le durate complessive in 36 mesi nel quinquennio e i trattamenti di favore già oggi esistenti per i contratti di solidarietà.

Aggiornate le indennità dei trattamenti integrativi 2012

L’Inps, con la circolare n. 20 dell’8 febbraio 2012, informa di aver aggiornato gli importi massimi dei trattamenti di integrazione salariale, mobilità e disoccupazione ed importo dell’assegno per attività socialmente utili relativi all’anno 2012.

I nuovi valori saranno in vigore dal 1 gennaio 2012 al lordo e al netto della riduzione prevista dall’art. 26 L. 41/86 e distinti in base alla retribuzione soglia di riferimento. Così come stabilisce l’articolo 1, comma 27, della legge n. 247 del 24 dicembre 2007 prevede che, con effetto dal 1° gennaio di ciascun anno, gli aumenti di cui all’ultimo periodo del secondo comma dell’art. 1 della legge 13 agosto 1980, n. 427, e successive modificazioni e integrazioni siano determinati nella misura del 100 per cento dell’aumento derivante dalla variazione annuale dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati.

La retribuzione per il tempo tuta, sentenza del Tribunale di Milano

La giurisprudenza ritorna a prendere posizione su un tema particolarmente spinoso, ossia quando esiste l’obbligo contrattuale di indossare la divisa aziendale si ha anche il diritto ad essere retribuiti per il tempo necessario? Per il Tribunale di Milano occorre discriminare le diverse attività, ossia eterodiretta o meno e se l’attività rientra tra le attività eterodiretta spetta al lavoratore il diritto alla retribuzione.

Nella fattispecie e secondo la tipologia contrattuale in essere, il datore di lavoro può obbligare, per via del particolare rapporto di lavoro, i propri dipendenti  ad indossare la divisa solo nel luogo di lavoro nonché a timbrare, tanto all’entrata quanto all’uscita, avendo già indossato i relativi indumenti solo all’interno dei locali aziendali.

Presentato il regolamento Monti II, le osservazioni della CGIL

Le prime note del Segretariato Europa e Ufficio giuridico sull’adozione della proposta di regolamento cd. Monti II rappresenta la risposta della Commissione UE agli effetti pratici negativi prodotti dalle sentenze della Corte di Giustizia UE Viking e Laval di fine 2007. La bozza della proposta di regolamento è stata comunicata alla Confederazione europea dei sindacati, che ha espresso parere negativo. L’adozione della proposta da parte della Commissione è ancora incerta, considerando che basta il voto contrario anche di un solo Stato membro per bloccare l’iniziativa.

I risultati dell’attività di vigilanza del Ministero del Lavoro

Sono stati presentati, nel corso della conferenza stampa tenuta presso la sede Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di Via Veneto, i risultati dell’attività di vigilanza svolta dalle strutture ispettive del Ministero e degli enti previdenziali riferita all’anno 2011 e il documento di programmazione dell’attività di vigilanza per l’anno 2012.

Nel corso dell’anno scorso sono state impegnate 3.300 unità e 423 militari dell’Arma dei Carabinieri per controllare e verificare oltre 150mila aziende: dai controlli effettuati il 61% risulta irregolare.

Le sanzioni disciplinari devono essere ragionevoli, lo precisa la Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ritorna sul tema della gradualità della sanzione in conseguenza di un provvedimento disciplinare e lo fa con la sentenza dello scorso 3 febbraio 2012 n. 1632. Per prima cosa la corte rileva che esserci ragionevolezza nella sanzione che deve essere attribuita al proprio dipendente; in particolare, non deve ravvisarsi violazione dei principi e delle norme in materia di gradualità e proporzionalità, buona fede, correttezza, non discriminazione e ragionevolezza nell’applicazione delle sanzioni disciplinari, nonché dell’art. 25, comma 1, lett. e) e g) del CCNL 6.7.1995 per il comparto regioni e autonomie locali.

La condizione della donna nei luoghi di lavoro, l’indagine del sindacato

È stata presentata i risultati dell’indagine “Donna P.E.R.LA. – Prevenzione e Rischi sul LAvoro”, condotta da CGIL Piemonte, CISL Piemonte, UIL Piemonte e Regione Piemonte, relativi alle condizioni di salute e sicurezza delle donne lavoratrici in alcune realtà della Regione Piemonte. L’obiettivo del lavoro comune è derivato dall’esigenza di mettere in luce le condizioni di salute e Sicurezza delle donne lavoratrici nella peculiarità della regione Piemonte.
Per prima cosa si è voluto mappare e descrivere la condizione della salute e della sicurezza delle donne impiegate in alcuni settori ad elevata occupazione femminile in Piemonte, evidenziando le differenze tra i settori nell’esposizione a fattori di rischio sul lavoro e nello stato di salute delle lavoratrici e dei lavoratori, ma soprattutto valutando le differenze di genere nell’esposizione a vari fattori di rischio e nella frequenza di patologie potenzialmente correlate al lavoro negli addetti.

La responsabilità solidale dell’appaltatore

Nuovo interpello, n. 2 del 27 gennaio 2012, della Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che ha risposto ad un quesito del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, in merito alla corretta interpretazione dell’art. 35, comma 28, del D.L. n. 223/2006 (convertito dalla legge n. 248/2006), concernente la responsabilità solidale dell’appaltatore e degli eventuali subappaltatori per il versamento delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali ed assicurativi dei dipendenti impiegati nell’esecuzione dei lavori.

Dal decreto Milleproroghe modifiche sulle pensioni

Alcuni ritocchi alla riforma Fornero sulle pensioni per i lavoratori cosiddetti precoci e per quelli esodati per via di una modifica all’accisa su sigarette e tabacco. Non solo, il decreto Milleproroghe ha anche concesso la possibilità di chiudere, pagando somme ridotte, entro il prossimo mese di marzo le liti pendenti con il fisco al 31 dicembre 2011.

Secondo alcuni commentatori il decreto potrebbe recepire, una volta passato al Senato,  anche altre indicazioni tra cui la possibilità che venga ampliata la schiera degli esodati insieme ad una deroga studiata per il personale della scuola.

Lavoratori sempre più in affanno, studio della CGIA di Mestre

I lavoratori italiani e le loro famiglie sono sempre più in affanno e la situazione peggiora ogni giorno; in effetti, dal mese di settembre 2008, anno di inizio della crisi, e fino a tutto lo stesso mese del 2011 si calcola che l’indebitamento medio delle famiglie italiane è aumentato del 36% e, in termi assoluti, si stima un importo medio di 20mila euro.

La notizia arriva dalla CGIA di Mestre che ha posto in evidenza la situazione per ogni regione italiana ponendo in risalto che le famiglie più in difficoltà si trovano nella provincia di Roma per un importo medio pari a 29.287 euro, mentre alla seconda posizione troviamo la provincia di Lodi seguita a ruota da Milano per un importo di 28,251 euro: il  tutto per un indebitamento complessivo di 503 miliardi di euro.

Le sanzioni amministrative in materia di collocamento sul lavoro

Il Ministero del Lavoro ha prodotto un nuovo interpello in materia di collocamento sul lavoro richiesto dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro.

Ricordiamo che il diritto di interpello (art. 9, D.Lgs. n. 124/2004, come modificato dal D.L. n. 262/2006) consiste nella facoltà da parte di organismi associativi a rilevanza nazionale degli enti territoriali, enti pubblici nazionali, nonché organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale e consigli nazionali degli ordini professionali, di inoltrare alla Direzione generale per l’Attività Ispettiva, esclusivamente tramite posta elettronica, quesiti di ordine generale sull’applicazione delle normative di competenza del Ministero del Lavoro.

La riduzione dell’orario lavorativo in Germania, il sistema Kurzarbeit

È vero, in Germania si può licenziare, ma non è del tutto facile farlo e, una volta però che si è riusciti a farlo, si riceve un assegno di disoccupazione e se il lavoratore non ha trovato una ricollocazione in termini ragionevoli potrà riceve l’assegno sociale e un alloggio adeguato alle esigenze famigliari. La cassa integrazione in Germania non esiste, ma al contempo è presente uno strumento fondamentale per la gestione dei conflitti sociali, ovvero il Kurzarbeit ed è la misura attraverso cui lo Stato sostiene i lavoratori e le aziende che devono ridurre l’orario lavorativo per far fronte a situazioni di crisi o ristrutturazione.

Insieme al modello Kurzarbeit, o sistema della giornata lavoro abbreviata, esiste anche il lavoro interinale e l’utilizzo flessibile del monte ore, o Arbeitszeitkonten.