Dallo scorso 8 agosto è partita la nuova procedura telematica per ottenere la carta blu; in effetti, la nuova procedura permetterà agli interessati di richiedere il nulla osta al lavoro al fine di ottenere il permesso di soggiorno dei lavoratori stranieri altamente qualificati così come prevede il decreto legislativo n. 108/2012.
lavoratori stranieri
Dall’Inail indicazioni sulla situazione dei lavoratori irregolari
L’Inail pone in evidenza i dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in materia di lavoro irregolare: in base ai dati ufficiali sono circa il 52% le aziende irregolari in fatto di lavoro ispezionate dal personale del Ministero.
Le nuove condizioni di ingresso del lavoratore straniero
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha comunicato le nuove condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi che intendono svolgere lavori altamente qualificati che si trovano pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 171 dello scorso 24 luglio 2012 il Decreto Legislativo n. 108 del 28 giugno 2012.
Pubblicato il decreto sui lavoratori irregolari
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali informa che è stato pubblicato il Decreto legislativo n. 109 dello scorso 16 luglio 2012 in materia di emersione dei lavoratori irregolari.
Il Decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 172 del 25 luglio 2012 e intende recepire la direttiva 2009/52/CE orientata a rafforzare la cooperazione tra Stati membri nella lotta contro l’immigrazione illegale. Infatti, la Direttiva in questione intende rafforzare le norme in materia di sanzioni e introdurre provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare.
Modifiche al permesso di soggiorno per ricerca occupazione
Il Governo Monti ha disposto la modifica, con decorrenza 18 luglio 2012, l’articolo 22, comma 11, del Testo Unico sulla disciplina dell’immigrazione e le norme che si riferiscono alle condizioni di lavoro del cittadino straniero presente in Italia. Infatti, con l’introduzione dell’articolo 4, comma 30, della legge n. 92/2012 che ha modificato, oltre il periodo temporale dei sei mesi, anche le condizioni di permanenza del lavoratore straniero.
L’espulsione del cittadino straniero non è sempre valido
La forma è importante, in modo speciale quando parliamo di diritto. Recentemente, la Corte di Cassazione, con la sua ordinanza n. 12065 dello scorso 13 luglio, si è espressa su un ricorso presentato da un cittadino e lavoratore straniero, o meglio extra-comunitario, dando ragione a quest’ultimo rilevando l’illegittimità della notifica del provvedimento di espulsione per la ragione che il documento stesso non era conoscibile, ovvero non era stato consegnato tradotto nella lingua dello straniero.
Dal ministero del lavoro il Rapporto sul mercato del lavoro degli immigrati
Il secondo Rapporto sul mercato del lavoro degli immigrati è stato presentato ieri dal Ministro del Lavoro Elsa Fornero durante una conferenza stampa.
Il Rapporto presentato pone anche in evidenza le previsioni del fabbisogno di manodopera per il decennio 2012-2022 e, stando alle previsioni del Ministero, l’evoluzione della domanda di lavoro viene presentata attraverso differenti scenari.
Assegno di maternità dello Stato, chi può richiederlo
Abbiamo già parlato dell’assegno di maternità dei Comuni e dell’assegno di maternità dello Stato, entrambi rivolti a tutelare la donna in gravidanza e nel periodo post partum.
Oggi chiariamo un altro aspetto del tema: chi ha diritto all’assegno di maternità dello Stato? Ovvero chi può richiederlo? Precisiamo allora che hanno diritto all’assegno di maternità dello Stato le cittadine italiane e comunitarie che risiedono in Italia al momento del parto o dell’ingresso del minore adottato o affidato nell’anagrafica della famiglia di chi lo richiede.
Anche le cittadine non comunitarie residenti in Italia possono richiedere *l’assegno di maternità dello Stato, sempre al momento del parto o dell’ingresso del minore adottato o affidato nella famiglia anagrafica del richiedente. Ma c’è una condizione: la cittadina extracomunitaria deve avere la carta di soggiorno o il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.
Chiarimenti per diniego permesso di soggiorno e richiesta duplicato
Il ministero dell’Interno con la circolare n.400/c/ del 2 aprile 2012, che richiama il Decreto Ministeriale del 6 novembre 2011 contenente istruzioni per il versamento del contributo di rilascio dei permessi di soggiorno ai cittadini extracomunitari, pone in evidenza alcuni chiarimenti sui permessi di soggiorno.
Per quanto attiene all’emissione del duplicato del permesso di soggiorno, è stato fatto presente che la normativa attualmente in vigore non prevede espressamente l’emissione di un permesso di soggiorno “duplicato”. Nel caso di specie, infatti, gli uffici procedono ad una nuova emissione del documento, come risulta dal numero identificativo diverso del titolo, essendo tale tipologia “a rigoroso rendiconto”.
Atteso quanto precede gli stranieri sono tenuti al pagamento del contributo nei casi di richiesta di “duplicato” del titolo di soggiorno.
Fissata la quota del decreto flussi 2012 per i lavoratori stranieri
L’Inps informa che il DPCM del 13 marzo 2012, relativo alla programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali nel territorio dello Stato per l’anno 2012, prevede una quota massima di ingressi per 35mila cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero, da ripartire tra le Regioni e le Province autonome a cura del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Nel messaggio n. 8854 del 23 maggio 2012, oltre alla modalità di presentazione delle domande, sono descritte nel dettaglio le novità introdotte in materia dalla legge n. 35 del 4 aprile 2012 e la ripartizione delle quote assegnate a Regioni e Province autonome.
Il decreto all’art. 1 prevede una quota massima di ingressi per 35.000 cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero, da ripartire tra le regioni e le province autonome a cura del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
L’esclusione degli extracomunitari dall’assegno per il nucleo familiare
Interessante considerazioni in fatto di Extracomunitari esclusi dall’assegno per il nucleo familiare concesso dai comuni e a questo riguardo si richiama l’attenzione sul parere espresso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con un messaggio del 16 maggio 2012, n. 8468 riguardante l’assegno per il nucleo familiare con almeno tre figli concesso dai Comuni (Art. 65 della legge 448/98),che non compete agli extracomunitari.
In merito è opportuni ricordare che la legge 448/98 prevede, con effetto dal 1o gennaio 1999, in favore dei nuclei familiari composti da cittadini italiani residenti, con tre o più figli tutti con età inferiore ai 18 anni, che risultino in possesso di risorse economiche non superiori al valore dell’indicatore della situazione economica (ISE), di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109, tabella 1, pari a lire 36 milioni annue con riferimento a nuclei familiari con cinque componenti, è concesso un assegno sulla base di quanto indicato al comma 3. Per nuclei familiari con diversa composizione detto requisito economico è riparametrato sulla base della scala di equivalenza prevista dal predetto decreto legislativo n. 109 del 1998, tenendo anche conto delle maggiorazioni ivi previste.
In arrivo la Direttiva che contrasta l’assunzione di cittadini di paesi terzi non in regola
La Direttiva prevede delle sanzioni a carico dei datori di lavoro che impiegano lavoratori il cui soggiorno è irregolare e le norme prevedono, in particolare, un inasprimento delle pene comminate ai datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi non muniti di un regolare permesso di soggiorno.
A questo proposito il disposto prevede la modifica dell’articolo 22, comma 12, del decreto legislativo 25 luglio 1988, n. 286, stabilendo anche che il giudice applichi al datore di lavoro la sanzione amministrativa accessoria del pagamento del costo medio di rimpatrio del lavoratore straniero assunto illegalmente [articolo 1, comma 1, lettera b), capoverso comma 12-ter].
Nuova Direttiva del Ministero dell’Interno in materia di cittadinanza per matrimonio
L’ultima Direttiva del Ministero, pubblicata nella G.U. 24 aprile 2012 n. 96, ricorda che saranno le Prefetture ad istruire e definire le richieste degli stranieri di attribuzione della cittadinanza italiana a seguito di matrimonio.
La Direttiva si è resa necessaria per via della sempre maggiore presenza di lavoratori stranieri nel territorio italiano che ha prodotto, tra gli altri effetti, un sensibile incremento dei procedimenti di conferimento della cittadinanza, sia per matrimonio che per residenza, assegnati dalla legge alla competenza dello Stato e, per esso, del Ministero dell’interno, a motivo della rilevanza degli interessi pubblici da tutelare, inerenti anche alla sicurezza nazionale, e della conseguenziale peculiarità degli adempimenti istruttori.
In base ai dati in possesso del Ministero sono in aumento sia i nuclei familiari interamente composti da immigrati che presentano istanze di cittadinanza e sia i figli delle prime generazioni di immigrati giunti in Italia che, in questi anni, stanno conseguendo la maggiore età dopo un periodo ininterrotto di permanenza nel nostro Paese di 18 anni.
Nuove sanzioni per gli imprenditori che utilizzano lavoratori clandestini
Il Governo Monti ha recentemente varato un nuovo decreto legislativo che vieta l’avvio di future attività a chi è stato condannato per avere assunto manodopera straniera illegale, anche in presenza di sentenza non definitiva. L’iniziativa del governo intende porre un freno ad un comportamento illecito dei datori di lavoro.
Non solo, il dispositivo legislativo prevede il rilascio di temporanei permessi di soggiorno a favore delle vittime di illecito che sporgono denuncia: una nuova iniziativa che mira a contrastare il fenomeno del lavoro nero utilizzato dai datori di lavoro che fanno ricorso a lavoratori stranieri clandestini. Il decreto legislativo varato dal governo prevede chi è stato condannato per avere sfruttato o assunto personale straniero privo del permesso di soggiorno (o con permesso scaduto) non potrà ottenere il nulla osta per avviare successive attività imprenditoriali.