I lavoratori immigrati e il permesso di soggiorno

In Italia la legislazione sull’immigrazione prevede parità di trattamento tra il lavoratore straniero non comunitario, regolarmente soggiornante, con il lavoratore italiano.

Condizione essenziale è il possesso del regolare permesso di soggiorno per lavoro rilasciato dalle competenti autorità.

Il primo permesso di soggiorno deve essere richiesto alla Questura competente entro otto giorni dall’ingresso nel nostro Paese ed è rilasciato, su presentazione del visto d’ingresso e dei documenti che comprovino un regolare contratto di lavoro subordinato o autonomo, per ricongiugimento familiare, studio, cure mediche o richieste di asilo.

La tutela del lavoratore immigrato

Il nostro legislatore ha introdotto diverse tutele in favore al lavoratore straniero. Per prima cosa l’assistenza sanitaria, oltre ad essere un diritto costituzionalmente garantito a tutti gli italiani, è un diritto che viene esteso a tutti anche senza il requisito della cittadinanza.

In effetti, l’assistenza sanitaria, nel nostro Paese, è garantito a tutti anche con il ricovero presso strutture pubbliche.

I lavoratori stranieri in regola con il permesso di soggiorno per lavoro, o anche in cerca di occupazione, sono iscritti obbligatoriamente al nostro Servizio Sanitario Nazionale insieme ai familiari a carico. I lavoratori stranieri, e le loro famiglie, hanno diritto al medico di famiglia e a tutti i servizi sanitari alle medesime condizioni dei cittadini italiani, ossia sono tenuti a concorrere alla spesa sanitaria al pari del lavoratore italiano.

Lavoro Lombardia: assunzioni personale immigrato in calo

 Nel nostro Paese, dal fronte occupazionale, sono tempi duri anche per gli immigrati, con le imprese che, in linea con la tendenza generale, tagliano rispetto ai livelli precrisi il numero delle assunzioni di cittadini stranieri. Prendendo a riferimento la Lombardia, ed in particolare l’area di Monza e Brianza, negli ultimi cinque anni c’è stato un saldo negativo di posti di lavoro di immigrati pari a quasi 1.000 unità. A rilevarlo è stata la Camera di Commercio di Monza e Brianza in accordo con un’elaborazione effettuata prendendo a riferimento i dati del Registro delle Imprese e quelli del Sistema Excelsior; in particolare, dal 2005 al 2010 la quota di assunzioni non stagionali di lavoratori immigrati, rispetto al totale, è crollata dal 32,7% del 2005 ad appena il 16,9% di quest’anno. L’Ente camerale ha inoltre effettuato una rilevazione per quel che riguarda la quota di lavoratori stranieri più rilevante in Lombardia, ovverosia quelli aventi nazionalità cinese.

Lavoro autonomo: Milano è sempre più multietnica

 A Milano chi si mette in proprio aprendo una nuova impresa ha oramai sempre più spesso un nome straniero; se infatti i nomi di Marco e Giuseppe nel capoluogo lombardo sono quelli che svettano a livello imprenditoriale, ci sono però settori dove si fanno strada i nomi stranieri, a partire, tra i ristoranti, dal “signor Hu”. A metterlo in evidenza è la Camera di Commercio di Milano in accordo con un’elaborazione effettuata dal Lab MiM dell’Ente camerale su dati del registro delle imprese aggiornati allo scorso mese di marzo. Il Rapporto, tra l’altro, rivela come, considerando le nuove imprese aperte negli ultimi cinque anni, per la prima volta salga sul podio un nome straniero. E’ quello del “signor Mohamed“, al terzo posto in assoluto, che negli ultimi cinque anni è associato all’apertura nel milanese di ben 859 imprese; al primo posto tra le imprese, sotto forma di ditta individuale, c’è invece come accennato il “signor Giuseppe” con 1.046 ditte ed il “signor Marco” con 978, mentre tra le donne a svettare è la “signora Maria“.

Occupazione Milano: in 60 mila sono impegnati nelle piccole collaborazioni

 A Milano c’è un piccolo “esercito” di 60 mila persone che, vuoi per scelta, vuoi perché il mondo del lavoro al momento non offre molto altro sul territorio, è impegnato nelle piccole collaborazioni; trattasi in prevalenza di giovani, ma nel complesso a Milano il lavoro autonomo presenta una “densità” che non ha eguali sul territorio italiano. Quella di Milano, tra l’altro, è un’economia che sta diventando sempre più multi etnica; in base alle rilevazioni effettuate dalla Camera di Commercio di Milano, infatti, emerge come sia in costante e progressiva crescita il numero di ditte con titolare non milanese, con in testa gli egiziani, al punto che si stima che nel 2045 la ditte degli stranieri metteranno a segno il sorpasso sugli italiani. I dati emersi dall’elaborazione della Camera di Commercio tracciano un quadro 2009 per Milano che è stato caratterizzato da luci ma anche da molte ombre, a partire dal fronte occupazionale, visto che trovare lavoro è risultato essere sempre più difficile.

Cassa integrazione lavoratori stranieri: proposta “provocatoria” della Lega

 La Lega ha presentato un emendamento alla Legge Finanziaria 2010 con il quale, se approvato, si introdurrebbe una limitazione alla cassa integrazione dei lavoratori stranieri. Verrebbe infatti imposto per loro un tetto massimo di sei mesi, dopodiché non avrebbero alcuna tutela in materia di sostegno al reddito. Al riguardo ricordiamo che di recente l’Inps, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, ha messo in evidenza come per la cassa integrazione sia per quest’anno, sia per l’anno prossimo, le coperture siano adeguate; anzi, il Presidente dell’Inps nelle ultime settimane ha sottolineato come ci sia un basso “tiraggio” per lo strumento della cassa integrazione guadagni, con le imprese che, in particolare, fruiscono di un numero di ore di cassa integrazione sensibilmente inferiori rispetto a quelle richieste ed autorizzate. Come mai allora questo emendamento della Lega?