L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, Eu-Osha, ha recentemente pubblicato un documento dove si cerca di puntualizzare gli aspetti sanitari relativi al lavoro dei conducenti insieme agli interventi concreti che è possibile adottare per migliorare il loro livello di benessere; infatti, i conducenti sono spesso costretti a operare per lunghi periodi seduti o in posture dolorose e stancanti.
lavoratori stressati
La prevenzione dei lavoratori di alberghi, catering e ristorazione
Il segmento lavorativo che comprende la ristorazione, il catering e la ricezione alberghiera occupa, in tutta Europa, almeno 8 milioni di persone e registra un trend positivo a dispetto della seria situazione economica.
Sullo stress da lavoro uno studio della provincia di Bologna
Età, orari e turnover sono i tre fattori che incidono profondamente sullo stress da lavoro: questo è il risultato di uno studio condotto dalla Provincia di Bologna e che ha coinvolto i dipendenti di 13 aziende pubbliche e di 144 private.
L’indagine è stata promossa dalla Provincia sulle modalità di valutazione del rischio da stress-lavoro nelle aziende del territorio, realizzata nell’ambito di un progetto promosso col coordinamento tecnico dell’ente di formazione professionale “Futura SpA”.
Calciatori sempre più stressati
L’Inail, il nostro istituto di riferimento nel settore della sicurezza e infortunio sul lavoro, ha espresso alcune considerazioni sullo stato di stress di alcune categorie di lavoratori, in particolare sui calciatori quali Pato e Maggio che stanno orientando i medici dello sport a valutare le possibili implicazioni tra pressioni psicologiche e infortuni muscolari.
In effetti, per l’Inail questi particolari lavoratori possono soffrire di malattie professionali come ogni lavoratore. fare ipotizzare una relazione diretta tra stress e cedimenti muscolari è il fatto che questi campioni, prima di ogni nuovo “knockout”, sono clinicamente dichiarati sani, anche se, appena messo piede in campo, ecco manifestarsi nuovi impedimenti a gambe e polpacci. Per l’Inail si tratta di una sorta di “stress da lavoro” anche se il nesso è ancora tutto da dimostrare, ma gli esperti di medicina sportiva sembrano ritenere questo nesso plausibile.
Stress lavoro-correlato, le nuove linee guida del Coordinamento per la sicurezza nei luoghi di lavoro
Nei giorni scorsi è stato diffuso il nuovo documento finalizzato a definire alcune nuove linee guida del Coordinamento tecnico interregionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro in materia di stress lavoro-correlato alla della lettera circolare del 18 novembre 2010 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Come ha posto in evidenza il documento, lo stress non è una malattia, ma una reazione aspecifica di adattamento dell’individuo all’ambiente. Un’esposizione intensa e prolungata a stressor, ovvero ad un qualsiasi stimolo che richiede un adattamento da parte dell’individuo che sia ad esso interno o esterno che crea una risposta adeguata (eustress o stress positivo) o non adeguata (distress o stress negativo) in base all’intensità e alla durata dello stimolo stesso, può invece causare patologie di natura sia psichica che somatica.
Inail, le malattie da stress lavoro-correlato
Le malattie che ricadono in questo ambito sono di certo un fenomeno complesso da valutare tanto che, grazie ad una indagine condotta dalla stessa Inail, in dieci anni ha riconosciuto solo il 13% delle oltre quattromila denunce presentate visto che l’onere della prova spetta all’interessato e risultano impossibili da circoscrivere perché possono avere rilevanza di tipo psico-somatica.
Il dato è stato fornito da Luigi Sorrentini, il direttore centrale delle prestazioni, nel corso di una audizione al Senato in una seduta dedicata al mobbing.
Legge sullo stress e lavoratori: applicata da poche aziende
Sebbene esista una legge che obbliga i datori di lavoro a monitorare i livelli di stress dei propri dipendenti sono ancora poche le aziende a metterla in pratica; a
Il POS e lo stress da lavoro correlato
Il POS, o il Piano Operativo di Sicurezza, è un documento obbligatorio importante e necessario che serve per identificare tutti i pericoli, anche potenziali, presenti sul posto di lavoro.
Da più parti si evidenza la necessità, in special modo dagli organi di vigilanza, di redigere questi piani in modo più preciso e puntuale identificando i possibili rischi presenti; in effetti, i coordinatori e gli organi di vigilanza preposti a questi compiti si trovano sempre più spesso ad esaminare documenti con sostanziali incongruenze che dovrebbero essere colmate.
Inail, è pronto il manuale per lo stress lavoro-correlato
L’ex Ispesl, ora Dipartimento medicina del lavoro dell’Inail, ha pubblicato e reso disponibile gratuitamente alle imprese un metodo che permette di verificare e analizzare la gestione del rischio stress da lavoro correlato e risulta anche conforme alle recenti disposizioni normative in materia.
Grazie al lavoro svolto dall’ex Ispesl le aziende hanno tutte le indicazioni per procedere correttamente alla valutazione e alla gestione del rischio che recentemente è diventato un adempimento obbligatorio che sono tenute le imprese ai sensi del Testo Unico sulla sicurezza, decreto n. 81/2008 e sue successive modifiche e integrazioni.
Inail, una ricerca su tecnologie e salute
L’Inail, attraverso uno studio dell’università di Toronto, osserva che le nuove tecnologie non migliorano la vita professionale, in particolare le lavoratrici dipendenti vivono con costante disagio il fatto di rispondere al capo anche fuori dall’ufficio.
Addirittura in alcuni casi, complici smartphone e PC connessi a internet che consentono di lavorare anche da casa, si ravvisano pericoli alla salute delle donne. L’Università di Toronto, elaborando i dati di un sondaggio nazionale condotto su un vasto gruppo di lavoratori americani, ha scoperto che le donne chiamate spesso da supervisori, colleghi o clienti, riferiscono elevati livelli di stress psicologico.
Inail, nel 2020 il boom dei malati di stress
Lo stress sarà nel 2020 una delle maggiori cause da assenza dal lavoro, lo spiega Giovanni Battista Bartolucci, professore ordinario di Medicina del lavoro all’università di Padova, alla conferenza internazionale Ioha dove pone in evidenza le carenze dell’organizzazione del lavoro come la causa principale dello stress da lavoro insieme ai conflitti tra colleghi e superiori, alle mansioni svolte dai lavoratori e al carico lavorativo.
Le parole del professor Bartolucci sono sostenute da uno studio presentato nel corso della conferenza internazionale organizzata dall’Associazione italiana degli igienisti industriali (Aidii), insieme a INAIL ed ex Ispesl.
Stress da lavoro, in arrivo il documento per la valutazione dei rischi
La recente finanziaria rinvia al 31 dicembre il termine per entrata in vigore delle norme; in effetti, secondo le recenti disposizioni, dal 31 dicembre 2010 tutte le aziende italiane, private e pubbliche, dovranno valutare i rischi di stress da lavoro correlato e prendere le misure necessarie per tutelare i lavoratori.
Ricordiamo che il nostro ordinamento prevede fin dal 1942 l’obbligo di tutelare anche il benessere morale dei lavoratori.
La prevenzione dello stress e la promozione del benessere in ambito lavorativo è sicuramente un tema che implica un coinvolgimento delle parti sociali. Di questo avviso è il Dirigente della Divisione Salute e Sicurezza sul lavoro Lorenzo Fantini che, in un recente intervento, ha osservato che le parti sociali, insieme ai maggiori organismi istituzionali, dovranno adoperarsi per elaborare entro la fine dell’anno indicazioni di tipo metodologico per la valutazione e il trattamento dello stress lavorativo.
Lavoro in ufficio: il litigio allontana i problemi cardiaci
Per chi la vita lavorativa la vive in ufficio, magari ogni giorno ben oltre le classiche otto ore più un’ora di pausa, tenersi la rabbia e lo stress dentro, senza sfogarsi, potrebbe essere fatale. A tale conclusione, in estrema sintesi, sono giunti in Svezia alcuni ricercatori che al riguardo hanno condotto uno studio le cui rilevazioni sono state effettuate nel triennio 2002-2005, e poi negli anni, al riguardo, sono scaturiti i risultati in base al profilo ricavato da un campione di 2.755 uomini aventi un’età media di poco superiore ai 40 anni. In pratica, dallo studio è emerso che chi si tiene la rabbia e lo stress dentro, evitando ogni litigio o polemica, ha più probabilità di essere vittima di un infarto.
Malattie professionali: industria e servizi i settori più a rischio
Le malattie professionali nel nostro Paese sono sia latenti, sia spesso mortali, e disegnano negli ultimi due anni una tendenza in forte rialzo con un +11% mentre, di contro, gli infortuni oramai da lungo tempo stanno facendo registrare un calo che può tranquillamente definirsi di tipo strutturale. Il dato, fornito dall’INAIL, mette in evidenza come nel nostro Paese quello delle malattie professionali siano un fenomeno insidioso ma anche difficile da quantificare. Secondo l’Istituto, infatti, il +11% segnato dalle malattie professionali nell’ultimo biennio non indica per forza che le condizioni di lavoro siano peggiorate, ma fornisce un quadro della situazione caratterizzato da una maggiore presa di coscienza ed emersione di tale fenomeno tanto subdolo quanto insidioso. Ma in quali settori è più alto il rischio di contrarre malattie professionali?