I giovani studenti ed i giovani lavoratori italiani sono attratti dal trasferimento all’estero, anche in maniera permanente per motivi non solo di studio, ma anche per effettuare uno stage o per fare delle esperienze professionali in grado di arricchire il proprio curriculum. Ma quali sono le motivazioni per cui avviene tutto ciò? Ebbene, al riguardo l’Isfol ha presentato un’ultimissima indagine nazionale su un campione di ben 25 mila persone aventi un’età compresa tra i 15 ed i 45 anni; la metodologia utilizzata, tra l’altro, non è stata quella “CATI“, ma quella “Computer Assisted Web Interview” (CAWI), permettendo così al soggetto intervistato di poter compilare il questionario in maniera autonoma e senza l’intervento, l’ausilio e l'”interferenza” dell’intervistatore.
lavoratori
Malattie sul lavoro: aumentano i rischi col capo angosciante ed autoritario
Come reagiscono i lavoratori dipendenti di fronte ad un capo che oltre che autoritario, è anche angosciante? Ebbene, occorre fare una netta distinzione tra lavoratrici donne e lavoratori uomini; a rivelarlo è uno studio a cura di un’università medica svedese nella città di Solna, il Karolinska Institutet, da cui è in particolare emerso come le donne nei confronti di un capo autoritario ed angosciante reagiscano meglio allo stress rispetto ai colleghi uomini; su questi ultimi, invece, in accordo con quanto riporta il canale “Salute” di Yahoo Italia, le vessazioni del capo posso mettere a rischio la salute con il possibile insorgere di problemi cardiaci.
Isfol: cos’è e cosa fa
L’Isfol è l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, istituito nel giugno del 1973 con un Decreto da parte del Presidente della Repubblica; dal 1999 è un ente pubblico di ricerca che si occupa dello sviluppo delle politiche sociali, del lavoro e della formazione professionale grazie al fatto che opera in stretta collaborazione con l’Unione Europea e tanti organismi internazionali e, in Italia, con le Regioni, le parti sociali, la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ed il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Tra le attività più importanti promosse e portate avanti attualmente dall’Isfol c’è quella dei “PON”, i Programmi operativi nazionali del Ministero del lavoro; su buona parte di questi, infatti, l’attuazione è a cura dell’Isfol attraverso i fondi strutturali per il periodo dal 2007 al 2013.
Pubblico impiego: sciopero generale FP Cgil per rinnovo contratto
Venerdì 11 dicembre i lavoratori del pubblico impiego incroceranno le braccia e scenderanno in piazza per manifestare sul rinnovo del contratto, per il quale, in base allo sciopero generale proclamato dalla Funzione Pubblica Cgil, si chiede un adeguamento tale da garantire e preservare la capacità d’acquisto dei lavoratori. La decisione della FP Cgil di scendere in piazza, senza tra l’altro, “aspettare” la Cisl e la Uil, è anche legata alla richiesta di stabilizzazione dei lavoratori precari, per i quali viene chiesta l’inclusione nel contratto di lavoro nazionale. Al riguardo, secondo Carlo Podda, segretario generale Funzione Pubblica Cgil Nazionale, il Governo non ha dato risposte adeguate sul rinnovo del contratto del pubblico impiego, e visto che il tempo è scaduto è arrivata puntuale ed inesorabile la decisione del Sindacato di scendere in piazza.
Lavoro: aumenta il contributo offerto dagli stranieri
Dopo ben nove anni, nel 2008 è aumentato in Italia il numero delle persone in cerca di un posto di lavoro, mentre il numero degli occupati è cresciuto di 183 mila unità con un incremento dello 0,8% rispetto all’anno precedente. A rilevarlo è l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, nell’Annuario statistico italiano 2009, dove si legge altresì di un aumento della disoccupazione lo scorso anno, al 6,7% dal 6,1% dell’anno precedente, e di una distribuzione della base occupazionale che nel nostro Paese è caratterizzata da un contributo crescente da parte dei cittadini stranieri. Lo scorso anno, infatti, 7,5 lavoratori su cento in Italia erano stranieri rispetto ai 6,5 su cento dell’anno precedente; semaforo verde anche per l’occupazione femminile, che nel 2008 ha fatto registrare un incremento dell’1,9%, mentre i colleghi uomini, dopo ben dieci anni di tendenza ascendente, hanno fatto registrare un livello di occupazione sostanzialmente invariato.
Lavoro: con la crisi diminuiscono anche gli infortuni
Nei primi sei mesi di quest’anno è calata la redditività delle imprese, molte delle quali hanno chiuso i battenti, è aumentata la disoccupazione e, contestualmente, ci sono stati anche meno infortuni e meno morti sul luogo di lavoro. Il primo semestre 2009, in base agli ultimissimi dati rilasciati dall’INAIL, conferma comunque una tendenza, quella del calo degli incidenti sul lavoro, che dura oramai da parecchi anni; nel dettaglio, l’Istituto ha reso noto che nel periodo gennaio-giugno 2009 le morti sul lavoro sono scese del 12,2%, mentre gli infortuni hanno fatto registrare un calo del 10,6%. Questa tendenza è stata chiaramente “agevolata” anche dalla presenza di meno lavoratori in fabbrica: basti pensare che nel primo trimestre di quest’anno l’occupazione è scesa dello 0,9%, per poi passare addirittura a -1,6% nel periodo aprile-giugno 2009; e questo a fronte di una produzione industriale che nel primo semestre 2009, come tra l’altro ha riferito l’INAIL, è crollata del 20%.
Lavoro e crisi: la Cgil “esige” delle risposte
Erano in centomila ieri le persone che a Roma hanno partecipato ad una manifestazione che, indetta dalla Cgil, è stata organizzata per far emergere e portare alla luce le storie di tanti lavoratori colpiti dalla crisi. Secondo Guglielmo Epifani, segretario generale del più grande Sindacato italiano, parlando ad una piazza gremita di persone, il peggio non è ancora passato; secondo il leader della Cgil, infatti, ad attraversare il guado sono state sinora solo le banche e le borse, ma per il lavoro e per i lavoratori il peggio deve ancora venire. Guglielmo Epifani si è rivolto direttamente ed espressamente al Governo, invitandolo a cambiare registro e ad affrontare una volta per tutte i nodi di questa crisi.
Tredicesima: cos’è
La Tredicesima è una mensilità aggiuntiva che viene corrisposta ai lavoratori.
Può essere in tutto e per tutto assimilata ad una gratifica natalizia visto il periodo in corrispondenza del quale essa viene erogata. Pur essendo pagata una volta l’anno, l’importo della tredicesima per i lavoratori matura mese dopo mese, e viene pagata a chi è impiegato, operaio e comunque a tutti quei lavoratori che figurano come lavoratori subordinati a tempo determinato o indeterminato. La tredicesima, tra l’altro, matura nel corso dell’anno anche quando i lavoratore è costretto ad assentarsi per maternità, malattia limitatamente al periodo di contratto che permette di mantenere il posto di lavoro, nelle festività ma anche quando si fruisce di permessi retribuiti o del congedo matrimoniale.
Malattie professionali: industria e servizi i settori più a rischio
Le malattie professionali nel nostro Paese sono sia latenti, sia spesso mortali, e disegnano negli ultimi due anni una tendenza in forte rialzo con un +11% mentre, di contro, gli infortuni oramai da lungo tempo stanno facendo registrare un calo che può tranquillamente definirsi di tipo strutturale. Il dato, fornito dall’INAIL, mette in evidenza come nel nostro Paese quello delle malattie professionali siano un fenomeno insidioso ma anche difficile da quantificare. Secondo l’Istituto, infatti, il +11% segnato dalle malattie professionali nell’ultimo biennio non indica per forza che le condizioni di lavoro siano peggiorate, ma fornisce un quadro della situazione caratterizzato da una maggiore presa di coscienza ed emersione di tale fenomeno tanto subdolo quanto insidioso. Ma in quali settori è più alto il rischio di contrarre malattie professionali?
Le donne scelgono il part-time
Spesso abbiamo parlato della difficoltà che incontrano le donne nel conciliare maternità e carriera; una soluzione che spesso viene adottata in queste situazioni è quella del part-time.
A confermare questa scelta sono arrivati i risultati di uno studio compiuto da Unioncamere da cui si evince che la percentuale di donne che sceglie un orario di lavoro ridotto è in aumento.
La ricerca ha anche individuato l’identikit del lavoratore tipo con contratto part-time: appunto donna, sotto i trent’anni e non laureata.
Malattie professionali: donne più a rischio stress da lavoro
In Italia, così come in Europa, lo stress da lavoro colpisce tantissimi lavoratori, con un’incidenza superiore per le donne, ed in particolare per quelle che lavorano con una forma di contratto atipico o part-time. Il dato, fornito dall’ISPESL, l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, mette in evidenza come quello dello stress da lavoro sia un argomento che da un lato è complesso, e dall’altro è di grande attualità oltre che di interesse sociale. Questo perché, tra l’altro, a differenza delle altre malattie professionali, lo stress da lavoro è difficile da “misurare” in quanto non si presta a rilevazioni oggettive, ed è inoltre potenzialmente contraibile da tutta la platea di lavoratori in qualsiasi settore di impiego. Ma quali sono le cause per cui un addetto sia affetto da stress da lavoro? Ebbene, l’opinione comune fa pensare che, ad esempio, un soggetto sotto stress sia quello che lavora troppo; invece, anche chi porta avanti una quantità di lavoro insufficiente rispetto alle ore di servizio può essere soggetto allo stress da lavoro.
Italiani: 9 milioni di stressati da lavoro
Vi ricordate quando qui abbiamo parlato dello stress da lavoro. Non ci eravamo sbagliati. Infatti cercando qualche dato o ricerca sul web abbiamo trovato un interessante pezzo pubblicato all’interno di Libero News lo scorso mese di maggio. Sarebbero ben 9 milioni i lavoratori, ossia il 41%, che soffrono di stress.
Questi sono i dati a cui è arrivata una società di consulenza strategica, la SCS Consulting. Pensate che la media europea si attesta al 22%: siamo insomma ben al di sopra della media.
I più stressati in assoluto? I professionisti.
I centri per l’impiego: cosa sono e a che cosa servono
I Centri per l’Impiego sono degli uffici, curati a livello provinciale (o regionale), il cui scopo principale è quello di gestire il mercato del lavoro (i Centri per l’Impiego hanno sostituito gli Uffici di Collocamento).
Forniscono anche informazioni e delucidazioni alle aziende e ai lavoratori, assistono le fasce più deboli.
Sicurezza sul luogo di lavoro
Il 2008 sta per finire ed è stato un anno “nero” per quel che riguarda le morti all’interno dei luoghi di lavoro. Forse la sicurezza sul lavoro è un tema ancora poco conosciuto o forse sono ancora troppi quei datori di lavoro che “chiudono un occhio” per quel riguarda le attrezzature obbligatorie per la salvaguardia dei lavoratori? O forse il lavoro nero è ancora troppo diffuso? Si stima che nel 2007 le morti bianche siano state quasi 1300: un dato che dovrebbe fare riflettere.
Proviamo allora a vedere, insieme, cosa dice il Decreto Legislativo 626/94 relativo proprio alla Sicurezza sul lavoro. Anzitutto (ed è un punto molto importante) il lavoratore diventa un soggetto attivo nel campo della sicurezza.