Posto fisso: un “sogno” durato meno di 48 ore

 A distanza di tre giorni dalle dichiarazioni di Giulio Tremonti, Ministero dell’Economia e delle Finanze, sulla preferenza per il posto fisso rispetto a quello “flessibile”, il “sogno” del lavoro stabile è già sfumato. Il Ministro Tremonti, infatti, ha raccolto in sostanza solo l’appoggio del Premier Berlusconi e dei Sindacati, mentre sia gli altri Ministri della squadra di Governo, sia, tra l’altro, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, hanno lasciato intendere come il diritto al posto fisso sia oramai un retaggio del passato. In merito è stato molto critico il giudizio di Fulvio Fammoni, segretario confederale della CGIL, il quale ha dichiarato come da un lato fosse facile prevedere che il dibattito sui lavoratori precari si chiudesse in meno di 48 ore, e dall’altro come con quanto accaduto il Governo mostri ancora una volta la chiara volontà a non agire nel contrasto al precariato.

Posto fisso o flessibilità? Tremonti abbandona modello americano

 Negli ultimi anni il lavoro in Italia è diventato sempre più flessibile. Prima di passare al contratto a tempo indeterminato, quando si raggiunge, oramai occorre fare una lunga trafila: dopo aver passato cinque o più anni sopra i libri a studiare, e dopo aver conseguito la sospirata laurea, di norma si parte con uno stage, e poi se si è subito “fortunati” si riesce ad essere inseriti con un contratto a tempo determinato. Questo negli anni ha creato un vero e proprio esercito di precari, giovani e meno giovani, e di questi ogni anno solamente una piccola quota parte riesce a “strappare” un contratto di lavoro stabile. E se i lavoratori sognano e tifano per il posto fisso, anche il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, sembra pensarla allo stesso modo; intervenuto ad un convegno della Bpm, infatti, il Ministro ha dichiarato che tra flessibilità e posto fisso è meglio un lavoro stabile per la nostra economia, per la stabilità sociale, e per potersi costruire un futuro.

Lavoro sanità: dal tirocinio al tempo indeterminato

 In tutta Italia gli Enti locali, periodicamente, organizzano dei tirocini formativi a favore dei lavoratori disoccupati e svantaggiati, in modo tale da permettere loro di acquisire maggiore esperienza ed inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro dalla porta principale senza cadere nella trappola del lavoro in nero. Il massimo sarebbe di partecipare ad un tirocinio e poi riuscire subito ad avere un contratto di lavoro, ancor meglio se a tempo indeterminato. Ebbene, per 58 persone in Puglia, nell’anno 2007, quello che a prima vista poteva essere un sogno si è trasformato in realtà; come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, nel 2007, presso la Asl di Bari, e senza l’emissione di alcun bando pubblico, 58 persone, svantaggiate ma forse solo apparentemente, hanno fatto il grande salto passando da un tirocinio formativo ad un’assunzione a tempo indeterminato.

Lavorare a Natale: ecco cosa e come fare

 Se state cercando un impiego per il periodo natalizio questo è il momento giusto per muoversi. Le figure richieste sono diverse e se la vostra disponibilità è anche per i giorni festivi i guadagni possono essere consistenti.

Se amate i bambini e avete esperienza come animatori potete provare a rivolgervi ai vari centri commerciali della vostra città; infatti, in molti casi vengono richiesti ragazzi disponibili a vestirsi da Babbo Natale e che con un sorriso distribuiscano volantini all’ingresso del centro commerciale o si mettano in posa per farsi fotografare con i bambini. Per questa mansione potete anche rivolgervi alle agenzie della vostra città specializzate in feste per bambini.

Stage all’estero: mobilità internazionale in Umbria

 L’Aur, Agenzia Umbria Ricerche, promuove un Bando per incentivare la mobilità di quei soggetti che, residenti nella regione Umbria, portano avanti delle idee imprenditoriali, e vogliono confrontarsi con l’estero facendo esperienza nel contesto imprenditoriale internazionale. In questo modo, partecipando al Bando, i neo-imprenditori e gli imprenditori con spirito e desiderio di internazionalizzazione possono far leva sui fondi stanziati per fruire di una borsa di mobilità all’estero attraverso la realizzazione di tutta una serie di stage internazionali cui possono partecipare i residenti in Umbria nella condizione di apprendisti, disoccupati, inoccupati, imprenditori, lavoratori autonomi ma anche soggetti che hanno già un posto di lavoro a patto che per tutti il titolo di studio sia, come minimo, quello della scuola secondaria superiore, e che si abbia una conoscenza approfondita della lingua inglese.

Tirocini di lavoro Promuovi Italia per i disoccupati

 Sono partiti nei giorni scorsi i primi tirocini formativi nel settore turistico organizzati da Promuovi Italia nell’ambito di “Lavoro e Sviluppo 4”, un nuovo progetto che, grazie ad uno stanziamento pari a ben sessanta milioni di euro, punta ad offrire ben seimila stage a favore dei disoccupati e dei lavoratori svantaggiati che risiedono nelle cosiddette “Regioni Convergenza”, ovverosia la Sicilia, la Campania, la Puglia e la Calabria. In particolare, gli stage sono finalizzati a promuovere la mobilità territoriale con i soggetti partecipanti, residenti nelle aree citate, che partecipano ai tirocini in altre Regioni in modo tale che, al termine, possano spendere la formazione acquisita nella Regione di provenienza. Tutti i partecipanti ai tirocini possono avvalersi di una borsa lavoro pari a 500 euro mensili unitamente al rimborso delle spese di viaggio sia a corto, sia a lungo raggio; è previsto anche il riconoscimento dell’indennità sostitutiva per la mensa e chiaramente anche la copertura assicurativa ai fini Inail.

Trovare lavoro nell’Information Technology è sempre più difficile

 In passato nel nostro Paese, per chi aveva una specializzazione, o ancora meglio una laurea, in informatica, ingegneria ad indirizzo telecomunicazioni o robotica, trovare lavoro è stato di norma più semplice rispetto a chi, ad esempio, aveva una laurea ad indirizzo umanistico. Ma stando ai dati dell’ultimo Rapporto Assintel, nel settore dell’Information Technology tira una brutta aria. L’Associazione di imprese, infatti, stima che nel nostro Paese la domanda continuerà a contrarsi anche nel prossimo inverno, con la conseguenza che al calo di fatturato delle imprese corrisponderà anche un contestuale aumento della disoccupazione. Insomma, per chi si è appena laureato o sta per laurearsi presso facoltà ad indirizzo scientifico, le difficoltà nel trovare lavoro potrebbero sensibilmente aumentare. Ma Assintel nel contempo denuncia anche il fatto che il Governo al settore IT non guardi come ad un comparto da sostenere, ad esempio, come quello dell’auto.

Lavoro e crisi: Cgil in piazza per consumi e investimenti

 Sabato 14 novembre 2009 la Cgil, il più grande Sindacato italiano, tornerà in piazza per manifestare per il lavoro, per i consumi e per il rilancio degli investimenti nel nostro Paese. La manifestazione è finalizzata a dare visibilità alle richieste dei lavoratori in una fase in cui ancora non si può di certo dire che in Italia la crisi sia superata. Anzi, Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, in un’intervista rilasciata al “Il Messaggero“, ha messo in evidenza come in Italia le aziende stiano continuando a mandare via tanti lavoratori sia chiudendo gli impianti, sia ristrutturandosi magari esternalizzando i compiti svolti da alcune divisioni.

Per questo, la Cgil con la manifestazione punta a dare un segnale forte al Governo affinché adotti dei provvedimenti incisivi a favore dei lavoratori. Guglielmo Epifani e tutta la Cgil non hanno di certo nascosto in questi mesi le critiche al Governo sul suo operato a partire dalle misure adottate l’anno scorso contro la crisi, e passando per una Finanziaria 2010 che è stata bocciata dal Sindacato senza riserve.

Ammortizzatori sociali: serve cassa integrazione più lunga

 La crisi finanziaria ed economica su scala internazionale, abbattutasi anche in Italia, con ripercussioni negative sul sistema imprenditoriale e sull’occupazione, non lascerà tutto come prima della tempesta. A farlo presente è stata Susanna Camusso, segretaria confederale della CGIL, la quale, di conseguenza, ha sottolineato come la soluzione non sia quella di rimanere immobili a guardare aspettando che la crisi passi.

Secondo il più grande Sindacato italiano, infatti, occorre tutelare il sistema industriale e l’occupazione bloccando i licenziamenti, e tra le proposte avanzate c’è quella di allungare la cassa integrazione ordinaria da 52 a 104 settimane, provvedere ad estendere i contratti di solidarietà, e prolungare il beneficio dell’indennità di disoccupazione ordinaria. Fondamentale per la CGIL è anche il sostegno al Mezzogiorno attraverso il completamento delle reti infrastrutturali, e la messa in sicurezza degli ospedali e delle scuole su tutto il territorio nazionale.

Stress da lavoro: tutti pronti a fare downshifting

 Chi guadagna di più vive meglio? Non è detto. Di norma più si guadagna, più crescono le responsabilità, aumenta lo stress e la vita diventa così pianificata e, spesso ripetitiva, che non mancano i momenti in cui sarebbe meglio mollare tutto e cercare un lavoro più “tranquillo”, anche se questo comporta una diminuzione del salario. Nell’era in cui i soldi sono tutto o quasi, nel mondo, invece, aumentano coloro che si dichiarano pronti a “scalare marcia“, ovverosia a passare a mansioni e responsabilità di livello inferiore pur di tornare a riappropriarsi della propria vita. Una vita meno stressante comporta di norma anche una vita più lunga, al punto che la voglia di “scalare marcia” ha un nome, rigorosamente in inglese.

Indennità di carriera: spetta anche ai precari della scuola

 Nei giorni scorsi, durante la festa del Pdl, il Ministro dell’Istruzione, dell’università e della Ricerca, Mariastella Gelmini, aveva smorzato ogni entusiasmo ed ogni speranza di regolarizzazione per i tantissimi lavoratori precari della scuola, sottolineando come fossero troppi e come di conseguenza, stabilizzando tutti quanti, si sarebbe verificato il fallimento della scuola statale. Ebbene, per i lavoratori precari è arrivata una vittoria, forse storica, dalla città Treviso, dove il Giudice del lavoro ha stabilito che anche i precari della scuola hanno diritto all’indennità di carriera. Nel dettaglio, come riporta tra l’altro il Corriere.it, circa trecento lavoratori precari della scuola hanno presentato un ricorso contro il Ministero dell’Istruzione dopo essere stati assunti per anni, più volte e purtroppo, con un contratto di lavoro a tempo determinato.

Professione manager: figura importante ai tempi della crisi

 Ai tempi della crisi economica e finanziaria, la figura del manager per il titolare d’impresa è ancor più importante, visto che lavorando a fianco ed a stretto contatto può contribuire sia a portare avanti i progetti aziendali, sia a mettere in campo azioni capaci di superare le temporanee difficoltà. Per questo, la Camera di Commercio di Milano, attraverso la sua azienda speciale Formaper, e con il contributo finanziario e la promozione a cura di Unioncamere Lombardia e della Regione Lombardia, porta avanti su tutto il territorio regionale, a livello di professione, un vero e proprio servizio di matching impresa-manager.

Grazie infatti ad una banca dati, gestita dal “SIT”, lo Sportello Impresa in Trasformazione, il titolare d’impresa può “scegliere” tra oltre seicento manager con elevate competenze e disponibili a dare supporto operativo e decisionale per l’innovazione, per vendere di più, per l’accesso al credito, per tagliare e controllare i costi.

Imprenditoria immigrata: in Italia tanti piccoli “business”

 Nel nostro Paese per gli immigrati è soprattutto il lavoro uno degli aspetti che agevola la loro integrazione, e che gli permette di dare tra l’altro un contributo valido alla crescita della nostra economia. In Italia anche gli immigrati hanno accusato e risentono della crisi, ma anche per modi e stili di vita trattengono il respiro in attesa di tempi migliori, e mostrano una vitalità ed una fiducia che permettere loro, tra l’altro, di potersi affermare non solo come lavoratori, ma anche come imprenditori.

Non a caso, secondo un rapporto di InfoCamere, anche ai tempi della crisi in Italia l’imprenditore immigrato fa leva sulle sua capacità ed abilità per integrarsi nella società e nel territorio in cui opera, e dove, molto spesso, è titolare di un’impresa sotto forma di ditta individuale. Per l’imprenditore immigrato è il commercio il settore preferito, ma non mancano titolari d’impresa immigrati anche nel settore delle costruzioni, manifatturiero e servizi alle imprese.

Lavoro ed apprendimento: gli obiettivi di “Italia 2020”

 Una delle difficoltà dei giovani è quella di riuscire a passare dal mondo della scuola a quello del lavoro, potendo in particolare avere l’opportunità e la fiducia delle imprese nel mettere in atto quanto appreso dai libri. Per agevolare il processo di integrazione tra apprendimento e lavoro, il Ministero del Lavoro, e quello dell’Istruzione, hanno presentato nei giorni scorsi “Italia 2020“, un piano di azione per garantire l’occupabilità dei giovani, e che si articola sulla gestione di sei priorità tramite una “cabina di pilotaggio” istituita tra i due Ministeri.

Innanzi tutto, l’obiettivo è quello di facilitare i processi di transizione dalla scuola al lavoro rendendo più efficiente l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, e rendendola in particolare più fluida ma anche più trasparente. Nell’incrocio tra domanda ed offerta, tra l’altro, le aziende hanno bisogno di forza lavoro qualificata, e spesso non riescono a trovarla a causa di un numero insufficiente di giovani che hanno acquisito un’istruzione con un profilo tecnico e professionale.