Per le attività di lavoro autonomo e di tipo imprenditoriale, la Provincia di Milano in Italia non è seconda a nessuno. Sono infatti ben 500 mila le persone nel milanese che risultano essere impegnate in attività imprenditoriali in qualità di soci, amministratori e, in generale, titolari. A rilevarlo è stata la Camera di Commercio di Milano in accordo con un’elaborazione effettuata prendendo a riferimento i dati del registro delle imprese aggiornati al secondo trimestre del corrente anno. Inoltre, tra queste 500 mila persone contraddistinte a vario titolo dalla voglia di fare impresa e di lavorare in proprio in Provincia, ci sono ben 116 milanesi doc.
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Mercato del lavoro: il punto sull’occupazione in Brianza
In Brianza, nel secondo trimestre del 2011, c’è stato un incremento occupazionale dello 0,3% che chiaramente è insufficiente, e che dimostra le difficoltà a livello lavorativo che peraltro si rilevano un po’ ovunque in Italia. Inoltre, sempre in Brianza, c’è stata nel secondo trimestre una discesa del ricorso alla cassa integrazione da parte delle imprese, in termini numerici e percentuali, ma a fronte di un aumento del monte ore trimestrale di CIG. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza nel Rapporto sulla “Congiuntura II trimestre 2011“.
Lavoro Lombardia: imprenditori pronti a tutto per l’azienda
Per chi fa impresa la propria azienda spesso è tutto, e per “difenderla”, e per salvarla si è disposti a tutto, anche a rimetterci di tasca propria. Questo è quanto avviene in Lombardia, dove ai tempi della crisi ben sei imprenditori su dieci hanno messo soldi in azienda prendendoli dal proprio patrimonio personale. A rilevarlo è stata la Camera di Commercio di Monza e Brianza a conferma di come spesso i risparmi dell’imprenditore diminuiscano per mantenere l’azienda e per evitare che i lavoratori si ritrovino disoccupati da un giorno all’altro. In particolare, in base ad un’elaborazione dell’Ente camerale su dati Istat e Banca d’Italia, ci sono Comuni come quelli di Desio e di Seregno dove l’importo medio dei depositi negli ultimi dodici mesi ha fatto registrare una contrazione a due cifre. In Brianza il calo si attesta a -0,6% a fronte di Comuni come Monza dove invece, in controtendenza, i depositi degli imprenditori crescono.
Lavoro agricoltura: imprenditori in dieci mosse
Partire da un’idea, da un progetto di sviluppo, verificarne la fattibilità, confrontarsi con gli altri, ed in particolare con chi ha più esperienza di noi. Dopodiché, trasformando il progetto in realtà, si può passare alla ricerca della formula di finanziamento accompagnata da un’adeguata formazione in campo agricolo. Sono queste alcune delle “dritte” della Coldiretti al fine di poter aprire un’impresa agricola in dieci mosse e lavorare in un comparto che solo lo scorso anno ha visto in Italia la nascita di ben 28 mila nuove realtà aziendali. Al riguardo l’Organizzazione degli agricoltori sottolinea altresì come a livello burocratico i passaggi fondamentali per l’apertura di una nuova impresa agricola siano sostanzialmente tre: si parte dalla richiesta di apertura della partita IVA, presso l’Agenzia delle Entrate, per poi passare all’iscrizione al Registro delle imprese ed alla sezione agricoltura della competente camera di commercio qualora si stimi di conseguire annualmente un giro d’affari oltre i 7 mila euro annui. Dopodiché si può passare all’iscrizione ed alla dichiarazione presso l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps).
Lavoro professionisti: lo scenario ed il futuro post crisi
Gli ultimi tre anni in Italia non sono stati difficili solo per i lavoratori dipendenti, con molti di questi che hanno conosciuto la mobilità e la cassa integrazione, ma anche per tantissimi professionisti. Stiamo parlando di avvocati, architetti, piccoli operatori autonomi ed ingegneri che hanno dovuto far fronte ad un brusco calo del volume d’affari. Ma come hanno reagito alla crisi i professionisti? Ebbene, la risposta ci giunge al riguardo dalla Camera di Commercio di Milano, la quale, avvalendosi del Consorzio Aaster del sociologo Aldo Bonomi, ha fatto il punto consultando quest’anno oltre mille professionisti che lavorano sotto la Madonnina. Quasi la metà di questi professionisti, il 43% per l’esattezza, non ha reagito alla crisi chiudendosi in se stessi, ma andando a contrastare la pessima congiuntura attraverso la ricerca di nuovi clienti e di nuovi mercati. Pur tuttavia, un campione ampio, pari a ben il 75%, rileva come nello scenario post crisi si stima d’aver perso quello che era il prestigio di una volta.
Convenzione Inps ed Asnali
L’INPS con circolare n. 65 del 7 aprile 2011 ha reso noto che in data 11 febbraio 2011 è stata siglata una convenzione tra Asnali ( associazione nazionale autonoma liberi imprenditori) ed Inps stesso.
Tramite questa convenzione, l’Inps si assume il servizio di esazione dei contributi associativi che gli iscritti all’ASNALI verseranno congiuntamente ai contributi obbligatori, ai sensi della legge 4 giugno 1973, n. 311.
Sull’avviso di pagamento, inviato ai contribuenti, l’Inps indicherà l’ammontare del contributo associativo con la denominazione dell’associazione.