Licenziare il dipendente per troppa malattia

La malattia è un istituto normativo utilizzato per mantenere il rapporto di lavoro, anche se non esiste, in sostanza, una prestazione lavorativa; in effetti, si ottiene una sospensione del rapporto per oggettiva sopravvenuta impossibilità al fine di poter assicurare il prosieguo della prestazione lavorativa.

In questo caso, il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto di lavoro per un certo periodo di tempo (definito periodo di comporto), la cui durata deve essere stabilita dal contratto collettivo nazionale applicabile.

Non solo, il datore di lavoro, oltre a conservare il posto di lavoro, deve garantire l’intero trattamento economico.

Occupazione Lombardia: un lavoratore su due non teme il licenziamento

 In Lombardia quasi un lavoratore su due non prevede e non teme che in famiglia nel 2010 ci saranno licenziamenti; a rilevarlo è la Camera di Commercio di Monza e Brianza in base ad una ricerca, dal titolo “L’economia familiare. Monza, Lombardia, Italia”, effettuata avvalendosi del coordinamento a livello scientifico di Ref-Ricerche per l’economia e la finanza. In particolare, la percentuale di chi non teme un licenziamento, nello scorso mese di dicembre, si è attestata in Lombardia al 49% rispetto al 43% del mese di giugno 2009, il che conferma come i lavoratori della Regione siano tornati al lavoro, dopo le festività, con più tranquillità ma anche più certezze in merito al loro futuro lavorativo. E se sul rischio di perdere il posto di lavoro, il 49% del campione interpellato ha riposto con un “certamente no“, il 23% si è limitato ad un “probabilmente no” rispetto ad una percentuale per questa opzione di risposta che, invece, nel giugno scorso si era attestata a 32%.

 

Lavoro e Internet: basta la posta elettronica per perdere il posto

 In passato Internet, un po’ ovunque nel mondo, è stato utilizzato dai lavoratori molto spesso a proprio uso e consumo, ovverosia per scopi personali e con finalità assolutamente estranee all’azienda. Chi giocava a poker online nelle ore più “calde” dell’attività d’impresa, chi controllava i prezzi delle azioni in Borsa comprate il giorno prima, e chi visitava siti per adulti. Al giorno d’oggi c’è ancora chi questo utilizzo lo fa a proprio rischio e pericolo, o se lo può permettere magari perché è il capo e nessuno può dire o si permetterebbe di dire qualcosa, ma con l’avvento dei social network è scattato una sorta di allarme planetario che ha portato a “blindare” le reti aziendali sia attraverso dei filtri, sia attraverso una tracciatura ed una mappatura della navigazione in rete di tutti i dipendenti. E se molto spesso Internet è utile, è uno strumento strategico per trovare lavoro, allo stesso modo la Rete può farci perdere il posto; insomma, a volte chi di Internet colpisce di Internet perisce.

Quando termina un rapporto di lavoro?

Bisogna distinguere tra un rapporto di lavoro a tempo determinato che può estinguersi principalmente per due motivi:

– scadenza naturale del termine

– compimento del lavoro

e un rapporto di lavoro a tempo indeterminato che invece può cessare per

– accordo di entrambe le parti

– recesso unilaterale, ossia licenziamento oppure dimissioni

Ha il cancro e viene licenziata

Quanto accaduto alla protagonista della storia che stiamo per raccontarvi sembra irreale, un qualcosa che in una società come la nostra che si vanta di essere all’avanguardia non dovrebbe mai accadere.

Melinda Bodnar è una giovane insegnante di 27 anni a cui lo scorso novembre è stato diagnosticato un cancro. Si è ritrovata improvvisamente malata e senza lavoro.

Proprio così: è stata licenziata via e mail da Annabel Dixon, proprietaria della scuola privata in cui lavorava in Gran Bretagna.

Le liste di mobilità e l’indennità di mobilità: cosa sono e a cosa servono

Le liste di mobilità sono particolari liste in cui possono essere iscritti i lavoratori che abbiano perso il proprio posto di lavoro a causa di un licenziamento. Licenziamento che può essere stato causato da una riduzione dell’attività o dalla cessazione della stessa.

Lo Stato, ai lavoratori in mobilità cerca di fornire alcuni strumenti utili al loro reinserimento nel mondo del lavoro. Vi ricordiamo infatti che le aziende che assumono lavoratori in mobilità godono di numerosi sgravi fiscali. La mobilità viene inoltre vista come uno strumento utile a far sì che avvenga il passaggio del lavoratore da un’azienda in crisi ad un’altra che invece necessita di manodopera.

Il licenziamento nuoce gravemente anche ai superstiti

Che voi ci crediate o meno questa crisi ogni giorno che passa sta assumendo contorni sempre più spaventosi.

Stando ad una ricerca compiuta da David Edwards, manager di un’azienda che si occupa di risorse umane, licenziare nuoce sia ai lavoratori sia all’azienda. Se chi resta vede moltiplicarsi la mole di lavoro è altrettanto vero che si assiste ad una vera e propria diminuzione della motivazione e della produttività.

Facebook: “Il mio lavoro è noioso”. Licenziata

Abbiamo già parlato di come i social network stiano entrando anche nel mondo del lavoro e di come le aziende più grandi ricorrano ai vari LinkedIn o Facebook per cercare personale, ma quello che vi stiamo per raccontare ci sembra davvero troppo.
Una sedicenne inglese, Kimberly Swann, impiegata presso una società di logistica, dopo aver definito il proprio lavoro “noioso”, scrivendolo sulla propria pagina di Facebook è stata immediatamente licenziata.

Costruzioni e auto: a rischio tanti posti di lavoro

Ancora posti di lavoro a rischio.

Si parla di trecententomila nel settore auto (di questi, sessantamila sarebbero di FIAT) su un totale di un milione di addetti e di duecentomila in quello delle costruzioni.

Il Ministro Scajola ha comunque assicurato che

entro 10 giorni arriverà un pacchetto di interventi per fronteggiare la crisi, che giorno dopo giorno sta assumendo contorni sempre più gravi.