Il posto fisso non esiste: dobbiamo prenderne atto ed andare avanti senza arrendersi mai. Già perché se il posto stabile nella sua concezione più antica, quella conosciuta dai nostri nonni e dai nostri genitori, garantito per tutta la vita nel nostro paese è – purtroppo – diventato una chimera si possono comunque trovare delle valide alternative. Quali? Ad esempio quella del lavoro flessibile o del lavoro da casa; la flessibilità così come il telelavoro possono portare numerosi vantaggi in termini quantitativi e qualitativi sia per il datore di lavoro che per il dipendente; quest’ultimo avrà più tempo da dedicare alla famiglia e non si troverà più nella spiacevole ed antipatica situazione di dover scegliere tra un’occupazione e il creare una famiglia mentre dal canto suo il datore di lavoro avrà un risparmio in termini di costi e una migliore e maggiore produttività.
posto fisso
Lavoro dopo la laurea: è possibile? Parodia dei The Jackal
Lavorare dopo la laurea è possibile? A questa difficile domanda, visti i tempi di crisi che stiamo vivendo hanno cercato di rispondere i The Jackal che hanno realizzato una sorta di video parodia, intitolato “Promettimi che non lavorerai mai” andata in onda all’interno di AnnoUno. Il posto fisso (per molti una vera e propria utopia) per il protagonista del video diventa una specie di incubo; già siamo (purtroppo) abituati a sentire sempre la parola “disoccupazione” che tutto il resto, che dovrebbe essere un qualcosa di normale ci sembra invece così tanto strano.
Il posto fisso non esiste: parola di Renzi
Vorrei focalizzare la vostra attenzione su alcune delle frasi dette del Premier Matteo Renzi alla Leopolda; circa l’art.18 ha spiegato:
Il lavoro rappresenta la battaglia culturale più grande che ha investito la sinistra. Ci siamo divisi tra quelli che vogliono combattere il precariato con le manifestazioni e quelli che lo vogliono fare con i congressi. Noi pensiamo che il precariato si combatta cambiando la mentalità dell’impresa e dei nostri giovani
Ed ha anche aggiunto
Il posto fisso non c’è più, il mondo è cambiato
All’Istat 13000 domande per 115 posti di lavoro
Il posto fisso? Di questi tempi è un vero e proprio miraggio, un’utopia. C’è però un detto che recita “Tentar non nuoce” e devono averlo pensato tutti i 13000 candidati che hanno partecipato al concorso indetto dall’Istat per 115 posti di impiegato di sesto livello.
Occupazione Milano: in 60 mila sono impegnati nelle piccole collaborazioni
A Milano c’è un piccolo “esercito” di 60 mila persone che, vuoi per scelta, vuoi perché il mondo del lavoro al momento non offre molto altro sul territorio, è impegnato nelle piccole collaborazioni; trattasi in prevalenza di giovani, ma nel complesso a Milano il lavoro autonomo presenta una “densità” che non ha eguali sul territorio italiano. Quella di Milano, tra l’altro, è un’economia che sta diventando sempre più multi etnica; in base alle rilevazioni effettuate dalla Camera di Commercio di Milano, infatti, emerge come sia in costante e progressiva crescita il numero di ditte con titolare non milanese, con in testa gli egiziani, al punto che si stima che nel 2045 la ditte degli stranieri metteranno a segno il sorpasso sugli italiani. I dati emersi dall’elaborazione della Camera di Commercio tracciano un quadro 2009 per Milano che è stato caratterizzato da luci ma anche da molte ombre, a partire dal fronte occupazionale, visto che trovare lavoro è risultato essere sempre più difficile.
Che tipo di lavoro vorreste
Qualche tempo fa abbiamo lanciato un sondaggio dal titolo “Che tipo di lavoro vorreste”; tra le varie ozpioni quella che fino a questo momento risulta essere la più votata è quella del “posto fisso– statale”. Personalmente resto dell’idea che senza conoscenze (e quindi la tanto auspicata meritocrazia almeno in questo settore sia ancora una vera e propria chimera) sia praticamente impossibile riuscire ad entrare in un ente di tipo statale. Ovviamente non voglio di certo generalizzare ma esprimere un’opinione; mi auguro davvero che ancora ci sia chi decida di assumere solo per merito e non per altre motivazioni.
Il perché si voglia (o quanto meno si desideri) un posto fisso è abbastanza semplice: posto fisso – contratto a tempo indeterminato (ma sarà sempre così poi?)- stabilità economica- serenità. Purtroppo però la realtà raramente corrisponde a quanto appena detto.
Lavoro Roma: Bando per assunzioni a tempo indeterminato
A Roma e Provincia, a sostegno dell’occupazione nelle imprese, è nuovamente scesa in campo anche la Camera di Commercio locale, la quale ha messo a punto un Bando finalizzato ad agevolare ed incentivare l’assunzione con contratto di lavoro stabile, ovverosia a tempo indeterminato. Grazie al Bando, infatti, le imprese di Roma e Provincia, regolarmente iscritte alla Camera di Commercio, e perfettamente in regola con gli adempimenti di natura previdenziale a favore del proprio personale dipendente, possono ottenere un contributo di trasformazione del contratto di lavoro, da tempo determinato a tempo indeterminato, pari a ben 5.000 euro. Al beneficio possono accedere le piccole aziende, quelle che hanno al massimo cinquanta dipendenti, le quali possono avvalersi del contributo per stabilizzare fino a cinque lavoratori, ragion per cui il contributo massimo ammissibile ed ottenibile per ogni singola impresa è pari a ben 25.000 euro.
Posto fisso: un “sogno” durato meno di 48 ore
A distanza di tre giorni dalle dichiarazioni di Giulio Tremonti, Ministero dell’Economia e delle Finanze, sulla preferenza per il posto fisso rispetto a quello “flessibile”, il “sogno” del lavoro stabile è già sfumato. Il Ministro Tremonti, infatti, ha raccolto in sostanza solo l’appoggio del Premier Berlusconi e dei Sindacati, mentre sia gli altri Ministri della squadra di Governo, sia, tra l’altro, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, hanno lasciato intendere come il diritto al posto fisso sia oramai un retaggio del passato. In merito è stato molto critico il giudizio di Fulvio Fammoni, segretario confederale della CGIL, il quale ha dichiarato come da un lato fosse facile prevedere che il dibattito sui lavoratori precari si chiudesse in meno di 48 ore, e dall’altro come con quanto accaduto il Governo mostri ancora una volta la chiara volontà a non agire nel contrasto al precariato.
Posto fisso o flessibilità? Tremonti abbandona modello americano
Negli ultimi anni il lavoro in Italia è diventato sempre più flessibile. Prima di passare al contratto a tempo indeterminato, quando si raggiunge, oramai occorre fare una lunga trafila: dopo aver passato cinque o più anni sopra i libri a studiare, e dopo aver conseguito la sospirata laurea, di norma si parte con uno stage, e poi se si è subito “fortunati” si riesce ad essere inseriti con un contratto a tempo determinato. Questo negli anni ha creato un vero e proprio esercito di precari, giovani e meno giovani, e di questi ogni anno solamente una piccola quota parte riesce a “strappare” un contratto di lavoro stabile. E se i lavoratori sognano e tifano per il posto fisso, anche il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, sembra pensarla allo stesso modo; intervenuto ad un convegno della Bpm, infatti, il Ministro ha dichiarato che tra flessibilità e posto fisso è meglio un lavoro stabile per la nostra economia, per la stabilità sociale, e per potersi costruire un futuro.