Dall’anno corrente entrano in vigore le nuove norme relative alla pensione di reversibilità con l’obiettivo di evitare abusi e matrimoni di comodo. In questo contesto si trovano i matrimoni contratti a tarda età e solo per beneficiare l’assegno di reversibilità.
reversibilità
Nuova Direttiva del Ministero dell’Interno in materia di cittadinanza per matrimonio
L’ultima Direttiva del Ministero, pubblicata nella G.U. 24 aprile 2012 n. 96, ricorda che saranno le Prefetture ad istruire e definire le richieste degli stranieri di attribuzione della cittadinanza italiana a seguito di matrimonio.
La Direttiva si è resa necessaria per via della sempre maggiore presenza di lavoratori stranieri nel territorio italiano che ha prodotto, tra gli altri effetti, un sensibile incremento dei procedimenti di conferimento della cittadinanza, sia per matrimonio che per residenza, assegnati dalla legge alla competenza dello Stato e, per esso, del Ministero dell’interno, a motivo della rilevanza degli interessi pubblici da tutelare, inerenti anche alla sicurezza nazionale, e della conseguenziale peculiarità degli adempimenti istruttori.
In base ai dati in possesso del Ministero sono in aumento sia i nuclei familiari interamente composti da immigrati che presentano istanze di cittadinanza e sia i figli delle prime generazioni di immigrati giunti in Italia che, in questi anni, stanno conseguendo la maggiore età dopo un periodo ininterrotto di permanenza nel nostro Paese di 18 anni.
Manovra 2011, le novità sulle pensioni
Approfittiamo di questo articolo per riassumere le novità che la recente normativa ha introdotto nel nostro sistema pensionistico e alcune di queste sono solo temporanee, ossia le disposizioni in campo pensionistico previsti dagli articolo 18 e 38 della legge del 15 luglio 2011 n. 111 in vigore a decorrere dal 17 luglio 2011.
L’articolo 18 fissa interventi in materia previdenziali prevedendo, comma 1, la graduale elevazione dell’età anagrafica da 60 a 65 anni per l’accesso alla pensione di vecchiaia delle lavoratrici del settore privato e autonomo.
Il comma 3 fissa nuovi criteri per la rivalutazione delle pensioni e al comma 4, lett. a) e b), si anticipa l’adeguamento dei requisiti di accesso alla pensione agli incrementi della speranza di vita.
Manovra 2011, l’Inpdap e la reversibilità
L’Inpdap, attraverso la nota operativa n. 27 del 21 luglio 2011, ha presentato le sue considerazioni sugli influssi sul pubblico impiego in merito alla legge n. 111 del 2011. In effetti, il maggiore istituto previdenziale del settore pubblico ha illustrato le innovazioni introdotte in materia previdenziale dalla legge n. 111 del 15 luglio 2011 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria ed avente effetto sulle prestazioni erogate dall’Istituto, suddividendo quelle di immediata applicazione da quelle che avranno effetto a partire dal 2012 in poi.
Pensione di reversibilità, novità in arrivo
Il nostro Legislatore, per tentare di arginare il fenomeno delle pensioni di reversibilità, ha messo in cantiere diverse modifiche che incidono sull’erogazione dei trattamenti pensionistici di reversibilità modificando l’articolo 13 del regio decreto-legge 14 aprile 1939, n. 636, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 luglio 1939, n. 1272.
I presentatori della nuova proposta di legge mettono in evidenza che a causa di una rilevante differenza di età tra i coniugi, in caso di morte del pensionato o dell’assicurato, il deceduto lascia a beneficio del coniuge superstite un onere non indifferente a carico dell’erario.
In effetti, dal rapporto annuale dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) del 2005 era emerso che alla fine dell’anno le pensioni vigenti erano 18.028.599, di cui 3.631.017 pensioni di reversibilità, per un importo annuo complessivo di 23.488,142 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente, l’INPS, sempre secondo la relazione allegata al provvedimento legislativo, aveva registrato un incremento di 17.978 trattamenti indiretti e superstiti, pari ad una spesa di 727,710 milioni di euro.
Contributo straordinario per orfani delle vittime del terrorismo
Il Legislatore, con la legge 3 agosto 2004 n. 206 e successive modificazioni, ha introdotto ed ampliato un complesso di benefici economici, previdenziali e fiscali in favore dei cittadini italiani vittime di atti di terrorismo e delle stragi di tale matrice, compiuti sul territorio nazionale o extranazionale, nonché dei loro familiari superstiti.
In base a questo l’Inps, con le circolari n. 113 del 2005 e n. 94 del 2007, sostituite dalla 122 del 24 ottobre 2007, ha fornito precisazioni sull’applicazione della legge 3 agosto 2004 n. 206, e della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 luglio 2007: la Direttiva ha inteso fornire la corretta interpretazione di alcuni punti della legge che avevano suscitato perplessità nelle amministrazioni e l’Istituto l’ha fatta propria integrandola con le novità introdotte dall’Ufficio legislativo del Ministero del Lavoro nella nota del 23 ottobre 2007.
Pensioni, restrizioni sulla reversibilità
Il sindacato dei pensionati della CISL è fortemente preoccupato per via dell’aumento delle pensioni di reversibilità dove i soggetti beneficiari sono stranieri che contraggono regolare matrimonio con i cittadini italiani: pensiamo alle badanti che provengono da altri Paesi.
La federazione dei pensionati teme una stretta sulle pensioni di reversibilità.
Da più parti si chiede di arginare il fenomeno imponendo magari delle restrizioni al fine di limitarne l’eventuale abuso; infatti, alcuni suggeriscono di introdurre un requisito minimo di 10 anni di matrimonio per aver diritto alla prestazione previdenziale.
Si ricorda che l’importo della pensione si ottiene applicando le aliquote di reversibilità alla pensione diretta liquidata o a quella che sarebbe spettata al lavoratore deceduto: il 60% spetta al coniuge, il 20% a ciascun figlio se c’è anche il coniuge. Secondo le indicazioni degli istituti previdenziali spetta, invece, il 40% a ciascun figlio se sono solo i figli gli aventi diritto, mentre compete il 15% a ciascun genitore, fratello o sorella.