Tra le tante righe che compongono il provvedimento della spending review compare anche il bloggo generalizzato delle assunzioni, delle promozioni e dei trattamenti in servizio. Una serie di decisioni che dovrebbero comportare la volontà di bloccare la crescita della spesa o dei posti occupati nelle dotazioni organiche, con iniziative che in alcune strutture di emanazioni pubblica dovrebbero contraddistinguersi per ingenti stop al ricambio generazionale.
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Licenziamenti per giustificato motivo oggettivo nella riforma
Proseguiamo il nostro viaggio nella flessibilità in uscita – così come modificata dalla riforma Fornero – con i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo, o licenziamenti “oggettivi o economici”. Si tratta, in evidenza, di una fattispecie significativamente differente a quella vista poco fa, relativa ai licenziamenti individuali, e che riguarda le cessazioni dei rapporti di lavoro effettuate a causa di difficoltà economiche aziendali.
Anche in questo caso, la disciplina muta sostanzialmente per le imprese di maggiori dimensioni (quelle con più di 15 dipendenti), rimanendo invece sostanzialmente invarata nei confronti delle imprese con meno di 15 dipendenti, per le quali permane l’attuale forma di tutela: il giudice potrà infatti disporre un risarcimento in capo al lavoratore, compreso tra le 2,5 e le 6 mensilità.
Riforma del lavoro, si procede verso il modello tedesco
Nel corso delle ultime ore ha preso piede la possibilità che anche in Italia venga esteso il modello tedesco sul lavoro, in particolare riferimento ai licenziamenti. Tuttavia le discussioni tra le parti sindacali, quelle industriali e quelle governative, sembrano essere ancora ben lungi da una definitiva conclusione, e diversi aspetti – primo tra tutti, quello sull’articolo 18 – creeranno presumibilmente nuovi attriti tra le diversi parti di interesse.
Eppure, negli scorsi giorni, un primo passo in sostanziale avanzamento vi è stato. A compierlo il segretario generale della Uil Luigi Angeletti, secondo cui vi “sarebbero le condizioni per firmare l’accordo”. Più caute le altre parti, con Raffaele Bonanni, segretario Cisl, che sembra essere propenso a spingere verso l’applicazione del contro del giudice – ma limitato alla sola verifica che non si tratti di evento discriminatorio – nell’ipotesi di licenziamento per causa economica.