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Una laurea in Scienze della Comunicazione e poi?

 Il corso di Laurea in Scienze della Comunicazione probabilmente è uno di quei corsi universitari con  il maggior numero di iscritti. Soprannominata anche “Scienze delle merendine” possiamo considerarla sia sottovalutata che sopravvalutata. Mentre chi frequenta la facoltà di Ingegneria avrà maggiori possibilità di trovare un’occupazione nel settore in cui ha studiato, questo non sempre accade per chi frequenta le facoltà umanistiche e in modo particolare per gli studenti di Scienze della Comunicazione. Tuttavia chi ha scelto questa strada perchè particolarmente motivato o ispirato non deve in alcun modo tirarsi indietro.

Visto che questo è un blog sul lavoro ci stiamo rivolgendo sia a quei ragazzi che sono in procinto di terminare la laurea triennale e sono indecisi se proseguire oppure buttarsi  nel mondo del lavoro ma anche a chi è in possesso del diploma e desidera migliorare la posizione lavorativa con la laurea (anche se questo non sempre corrisponde a realtà).

Nel primo caso dovreste cominciare a dare un’occhiata a cosa offre la vostra facoltà ma anche a quello che il mercato cerca. Ad esempio: ci sembra interessante l’offerta formativa proposta dalla Sapienza di Roma. Troviamo il corso di laurea Magistrale in Comunicazione d’Impresa (suddiviso in Organizzazione e marketing per la comunicazione d’impresa e Comunicazione e management per le imprese sportive) e Comunicazione istituzionale, pubblicità e marketing sociale (con il corso in Comunicazione e pubblicità per le pubbliche amministrazioni e il non profit). Cercate di capire “che aria tira” e quali sono i vostri reali interessi.

Tutti giornalisti? Inutile negarlo: molti scelgono questa facoltà sperando di riuscire a sfondare nel mondo del giornalismo. Anche se con l’avvento del web si sono aperte nuove strade resta un settore piuttosto “chiuso”. Meglio quindi puntare su settori nuovi come il non profit o specializzarsi nel marketing (che è presente un po’ in tutte le facoltà italiane).

Se invece desiderate immergervi nel mondo del lavoro sappiate che dovrete inviare centinaia di curricula. Se siete disponibili a viaggiare cominciate a contattare i vari tour operator. In alternativa se amate gli eventi e il mondo della comunicazione in Italia esistono centinaia di agenzie. Potreste anche cimentarvi in un’avventura “in proprio”. In questo caso vi suggeriamo comunque sia una breve esperienza come dipendente. Un’altra alternativa è rappresentata dalla grandi catene alberghiere.

Non dimentichiamoci poi che tutte le aziende (di qualsiasi tipo) organizzano periodicamente incontri con comunicatori destinati alla formazione e all’aggiornamento dei dipendenti. Potreste quindi proporvi come formatori.

Qualche link utile:

assocomunicazione

francorosso

msccrociere

10 commenti su “Una laurea in Scienze della Comunicazione e poi?”

  1. Sono laureato quinquennale in Scienze della Comunicazione (V.O.)…e sarà che ci sono troppi laureati in SdC rispetto alla domanda di mercato, sarà che le aziende italiane sono mediamente a conduzione familiare, sarà che sono arretrate, sarà che sono..diciamo così, votate al “freghiamo quanto di più e meglio sia cliente che Stato che dipendente (dimenticate la nozione di risorsa umana quanto prima o ve ne pentirete!!)”…
    sarà che le università formano i “comunicatori” (ma chi sono poi? Boh!) in modo un po’ avulso e, sì, utopistico se non addirittura psicotico rispetto al mondo del lavoro…
    ma oggi come oggi, in “attesa” del prossimo lavoro (precario certamente), in dubbio se e quando, ma soprattutto chiedendomi SE davvero servirà intraprendere un master (= tornare tra i banchi)
    mi dico… quanto apprezzo l’aver fatto il liceo scientifico, almeno qualcosa di utile l’ho imparato nella vita! Questa bella facoltà mi sta creando più dubbi e problemi che altro (pardon, ora per me è la mia laurea): in Italia è meglio essere ignoranti.
    Meglio se parenti di qualcuno “che può fare qualcosa” comunque. E stare alla larga dall’università, istituzione ormai decadente in quanto a contenuti e opportunità (ma è mai stata valida da quando si è aperta alle masse?? Non credo) e totalmente inflazionata, persa nel giro dei “diplomifici di fatto” e del marketing della formazione, per boccaloni pronti ad iscriversi ai corsi più disparati. E i cervelli veri fuggono negli USA, come due miei amici…
    Ciao! E buona scelta della facoltà! 😀
    Fatevi un buon diploma+corsi vari+biglietto aereo sempre pronto, e lasciate perdere l’università, non ne vale la pena.

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    • Ciao Giovanni,

      forse la tua frase finale

      Fatevi un buon diploma+corsi vari+biglietto aereo sempre pronto, e lasciate perdere l’università, non ne vale la pena

      è un po’ forte. Proprio ieri ho sentito che c’è stato una crescita nelle iscrizioni alla Facoltà di matematica, dove forse riuscire a trovare un’occupazione è più semplice.

      I corsi? Sì, possono essere utili ma non sempre aprono la porta al mercato del lavoro.

      Scappare è davvero l’unica soluzione? No, secondo me non è così. Può rappresentare un’alternativa, questo sì.

      Ciao,

      Martina

  2. Ciao,sono una diciottenne frosinate, a giugno prendero(si spera) il diploma dell istituto alberghiero di fiuggi, specializzata nel settore sala bar. Sto prendendo in considerazione l idea di iscrivermi all università, perchè ho capito che la scuola che sto frequentando non rispecchia al meglio le mie aspettative in un mondo futuro.come già detto ho scelto di specializzarmi in sala bar, questo perchè amo stare a contatto con gli altri, confrontare le mie idee e conoscere altre persone culture e mondi completamente diversi da quelli che ho conosciuto io.Ultimamente, da qualche anno, ho scoperto un debole per la psicologia e soprattutto per il linguaggio del corpo, e quindi avrei intenzione di iscrivermi ad una facolta che mi rispecchiasse davvero, sebbene, le basi che ho ricevuto dalla mia attuale scuola, non potranno mai essere paragonate a quelle di un liceo…vorrei un consiglio sulla facolta più adatta a me…grazie per una vostra eventuale risposta!..Mary..

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  3. ciao a tutti!! io frequento il liceo scientifico,mi piacciono un sacco le materie umanistiche infatti vado pazza per la filosofia e mi attrae anche la storia… appunto per questi motivi volevo iscrivermi tra un anno nella facoltà di scienze della comunicazione ma dato i vostri commenti forse dovrei ripensarci… voi cosa pensate? risp bacii^.^

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  4. RAGAZZI RENDETEVI CONTO CHE QST TIPO DI LAUREA TRIENNALE (SC COMUNICAZ, SC POLITICHE ECC ECC ECC) SONO UNA FARSA.. SARETE DEI DISOCCUPATI.. NON SERVE A NULLA.. FARETE I CENTRALINISTI ALLA VODAFONE… E NN PRENDETEVELA CON IL GOVERNO… NON VOLEVATE FARE UNA MAZZA E VI SIETE ISCRITTI A QST CORSI..ADESSO NON LAMENTATEVI “IN ITALIA NN C’è LAVORO ECC”
    VOLEVATE QLCOSA DI SERIO? OPTAVATE X ALTRI CORSI… LI HANNO CREATI X DARE SOLDI A DOCENTI E X RITARDARE I GIOVANI ALL’INGRESSO DEL MONDO DEL LAVORO X RIDURRE LE FUTURE PENSIONI… !!! A LAVORARE ANDATE.. FATE PRIMA!!

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  5. salve a tutti, ho letto i vostri commenti e da come ne parlate la laurea in scienze della comunicazione non da molte sicurezze. io frequento il 3° anno di un istituto tecnico industriale, da poco mi sono affascinata a questa materia anche se già adoravo la psicologia…ho provato spesso a leggere le emozioni delle persone anche solo osservandole e poi confrontandomi con loro ho riscontrato che ciò che supponevo era la realtà dei fatti, così mi sono chiesta perchè non farlo come lavoro?!? cosa mi consigliate per il mio futuro?

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  6. Il vero problema è che con la laurea in Scienze della Comunicazione non puoi insegnare

    Sono state fatte tantissime riforme universitarie, tuttavia, la riforma delle nuove classi di insegnamento, riforma che avrebbe potuto migliorare la qualità della scuola italiana, rendendo “più tecnici” gli Istituti Tecnici, non è stata ancora fatta.
    Si è parlato tanto e a sproposito della laurea in “Scienze della Comunicazione”, nessuno ha detto, però, qual è il vero problema di tale laurea.
    Si, è vero non vi è un link fra università e lavoro, ma questo problema vale per tutte le lauree italiane, anche gli ingegneri spesso non studiano “Autocad” durante il loro percorso accademico…
    Molti laureati in facoltà scientifiche, se non fosse per l’insegnamento, sarebbero disoccupati, parlo dei laureati in Scienze Biologiche, Matematica, Scienze Geologiche ecc…
    Esiste una materia “Teorie della Comunicazione”, obbligatoria in tutti gli Istituti Tecnici in Grafica e Comunicazione.
    Attualmente per insegnare “Teorie della Comunicazione” bisogna avere i requisiti per accedere alla classe di insegnamento 36/A “Filosofia, Psicologia e Scienze dell’Educazione”.
    Per potere accedere alla classe di insegnamento 36/A bisogna essere laureati in “Scienze della Formazione”. Detto questo, chi insegna attualmente “Teorie della Comunicazione”, probabilmente non conosce McLuhan, non sa cos’è la “Bullet Theory” e probabilmente non conosce neanche la differenza che c’è fra codice e messaggio.
    Insomma, si parla tanto di scarsità dell’offerta formativa, ma, nessun giornale ha approfondito tale problematica che inesorabilmente produrrà un deficit culturale e professionale senza precedenti. Chi esce dagli “Istituti in Grafica e Comunicazione”, in pratica, non avrà una formazione mirata. Va detto che i comunicatori, che hanno sostenuto nel loro percorso accademico diversi esami, teorici e pratici, inerenti la comunicazione, potrebbero garantire agli studenti di questi istituti un’istruzione decente e coerente col percorso scelto e, forse, anche un futuro lavorativo più roseo.
    Va detto che qualche anno fa si era parlato della creazione di nuove classi di concorso, si era parlato della classe di concorso “Teorie e Tecniche della Comunicazione” (classe A-58), alla quale potevano accedere esclusivamente i laureati in “Scienze della Comunicazione”.
    Ad oggi, nessuna riforma universitaria ha portato alla creazione di tali nuove classi di concorso, i giornali criticano spesso i politici, però, a questo tema, fondamentale per la formazione dei giovani e per il miglioramento dell’offerta formativa nessun giornale si è interessato.
    Detto questo se qualche mio collega giornalista volesse prendere spunto dal pezzo per scrivere un articolo sul tema ben venga, credo, infatti, che i giornali debbano dare spazio, non solo alle polemiche, ma anche alle proposte costruttive.
    Va detto anche che i sindacati sono contrari, per non si sa quale motivo, alla formazione di questa nuova classe di insegnamento. Su questa visione dei sindacati mi chiedo perché i gruppi parlamentari non abbiano ancora proposto un’interrogazione.
    Insomma, è vergognoso che questo Paese anche nei punti nevralgici possa diventare ostaggio dei sindacati.
    I sindacati, avendo tolto dalla bozza delle nuove classi di insegnamento quello in “Teorie della Comunicazione”, stanno uccidendo la scuola e la formazione italiana. Detto ciò anche i sindacati, però, possono rivedere le loro tesi re-inserendo questa nuova classe di concorso nella bozza.

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