Cassazione, il datore di lavoro non è esonerato dalla comunicazione dei criteri e delle modalità

La Corte di Cassazione ha ribadito l’orientamento giurisprudenziale sulle  modalità della fruizione dei periodi di cassa integrazione e dei suoi criteri di scelta dei lavoratori da parte del datore di lavoro; in effetti, la Suprema corte, sentenza n. 4053 del 18 febbraio del 2011, ha stabilito che esiste sempre l’obbligo a carico del datore di lavoro di ottemperare alle disposizioni contenute nella legge n. 164/75 e n. 223/91.

Secondo le disposizioni, nei casi di eventi oggettivamente non evitabili che rendano non differibile la contrazione o la sospensione dell’attività produttiva, il datore di lavoro è tenuto sempre a comunicare alle rappresentanze sindacali aziendali o, alle organizzazioni sindacali di categoria dei lavoratori più rappresentative operanti nella provincia, la durata prevedibile della contrazione o sospensione e il numero dei lavoratori interessati.

L’Inail, per Sartori, deve diventare un punto di riferimento europeo in fatto di sicurezza sul lavoro

 Per il responsabile dell’Istituto, l’Inail deve diventare un modello di prevenzione internazionale non solo sul fronte degli infortuni sul lavoro, o sulla sicurezza, ma deve impegnarsi, insieme a sindacati e imprenditori, per operare un vero salto di qualità per offrire risposte precise in tutti gli aspetti di un rapporto di lavoro.

Il convegno Flessibilità&Produttività, promosso dalla fondazione I-Csr (Italian center for Social responsibility), è stato l’occasione per delineare un possibile prossimo scenario che vede coinvolto l’Inail in prima linea in attività mirate sul versante della conciliazione dei tempi di vita e professionali.

Come lo stesso presidente dell’Istituto ricorda

L’Inail è un istituto connotato al femminile: oltre il 58% del personale è donna. Le problematiche di conciliazione vita-lavoro ci sono ben presenti. Da oltre vent’anni è, infatti, attivo nell’Istituto il comitato Pari opportunità, particolarmente incisivo nelle sue attività e in cui crediamo molto

Accordo sulla detassazione sul salario di produttività

Le rappresentante sindacali – CGIL, CISL e UIL – hanno sottoscritto un testo base con Confindustria che mira a recepire la circolare n. 3 del del ministero del Lavoro e dell’agenzia delle Entrate che vincola la concessione dell’aliquota fiscale agevolata alle sole quote di reddito legate ad aumenti di produttività, a condizione che siano oggetto di un accordo sindacale di secondo livello in ambito di contratto aziendale o territoriale.

Grazie a questo accordo, ma in realtà è uno schema di accordo quadro, le aziende e le organizzazioni dei lavoratori potranno utilizzarlo come riferimento, come linea guida, per le singole intese sottoscritte a livello provinciale o territoriale.

Ricordiamo che le leggi di riferimento sono due, ovvero legge n.122/2010 (dl 78/10) art. 53 (proroga la detassazione al 2011, ma non definisce la misura) e la legge n.220/10 art.1 comma 47 (permette l’attuazione della legge 122/10) mentre l’ultima circolare dell’Agenzia delle Entrate, in ordine di tempo, è la circolare 3/E del 14 febbraio 2011 che interviene per chiarire applicabilita delle due norme e requisiti relativi all’anno 2011.

USA, in pericolo il diritto alla contrattazione

Non sembra vero: il diritto alla contrattazione collettiva degli impiegati pubblici statunitensi è messa seriamente in pericolo. Non è in gioco la definizione di un miglior contratto di lavoro, ma semmai quello che sta avvenendo da alcune settimane a questa parte negli Stati repubblicani del Wisconsin, dell’Indiana e dell’Ohio, è, infatti, una disputa sul diritto stesso dei lavoratori di organizzarsi e contrattare collettivamente le proprie condizioni di lavoro.

In effetti, è cosa risaputa che la pratica sindacale negli USA è stata sempre avversata da parte dei datori di lavoro privati, ma quello che sta emergendo, in questo periodo, è qualcosa di diverso: si sta cercando di inserire le pratiche di union busting, ovvero le politiche antisindacali, anche nel settore pubblico.

L’iniziativa è di qualche governatore di stampo repubblicano che, cercando di far leva sulla crisi economica e dei problemi di finanza pubblica, cercano di intavolare una politica che prevede unicamente un risparmio della finanza pubblica senza tener conto delle esigenze di gestione e controlli da parte dello Stato.

Il Tar boccia la Gelmini, no ai tagli del personale nella scuola

La Corte Costituzionale è stata chiamata a decidere sulla legittimità delle riduzioni degli organici; in effetti, la sezione III bis del Tar del Lazio, dopo aver sospeso il provvedimento di riduzione dell’orario delle lezioni negli istituti tecnici, con ordinanza n. 2227 del 14 marzo del 2011 ha sollevato la questione della legittimità costituzionale dell’art. 64 del Dlgs n. 112/08, con cui è stata disposta una riduzione complessiva nel triennio 2009-2011 del 17% delle dotazioni organiche del personale amministrativo tecnico e ausiliario (ATA).

Il Tar del Lazio ha sottolineato che questa norma ha attribuito all’amministrazione una vera e propria delega in bianco in quanto, senza dettare alcun criterio direttivo, ha autorizzato il ministero a determinare ogni modalità su come attuare la riduzione del personale. Non solo, il provvedimento non è nemmeno rispettoso della ripartizione di competenze tra stato e regioni in materia scolastica.

Il Tar del Lazio ha fatto presente che le norme censurate non possono essere ricondotte nei criteri generali attribuite allo Stato, ovvero non sono riconducibili alla categoria delle norme generali sull’istruzione…identificate in quelle che definiscono la struttura portante del sistema nazionale dell’istruzione e che la programmazione della rete scolastica è materia attribuita alla competenza legislativa concorrente tra stato e regioni.

Il Tar del Lazio contesta il provvedimento legislativo che, sotto le mentite spoglie del recupero di efficienza e di efficacia del sistema dell’istruzione, in realtà ha perseguito esclusivamente finalità di contenimento della spesa pubblica, affidando all’amministrazione il potere di ridurre in modo drastico le dotazioni organiche del personale, senza nemmeno peritarsi di definire previamente i criteri per orientare l’esercizio del potere amministrativo.

Cassazione, non si risparmia sulla salute

 La Corte di Cassazione è intervenuta condannando le ragioni economiche nella conduzione della sanità pubblica e convenzionata; in effetti, per la quarta sezione penale, sentenza 8254/11, non è accettabile il ricorso a specifiche logiche di mercato o di economicità gestionale in luogo della logica dell’assistenza perché la struttura sanitaria deve tutelare per prima cosa la salute pubblica.

Non solo, per la Corte il medico non può sottrarsi al suo fondamentale ruolo di custode della salute dei suoi pazienti e non deve rapportare le proprie decisioni solo sulle ragioni di ordine economico-gestionale, ma ha il dovere di verificare le reali condizioni del malato e non accelerare le sue dimissioni non appena si raggiunga la stabilizzazione del quadro clinico del paziente, del quale è, comunque, responsabile.

Conciliazione orari lavoro-famiglia, raggiunta l’intesa

 È stata approvata la bozza sulle linee guida per la conciliazione tra tempo di lavoro e quello di famiglia che era stata presentata dal Ministero del Lavoro alle parti sociali alcune settimane fa.

È un importante passo che permette di finalizzare e favorire la conciliazione tra tempo di lavoro e tempo di famiglia, attraverso la modulazione e la flessibilità dell’orario di lavoro.
Già nei giorni scorsi il ministro del lavoro Maurizio Sacconi si era dimostrato abbastanza fiducioso

costituisce una discussione di base rivolta alle parti affinché si trovi un’intesa. Spero che il 7 marzo che anticipa la data emblematica dell’ 8 marzo, possa esserci l’intesa

L’accordo pone in evidenza i diversi strumenti disponibili al fine di favorire la conciliazione delle diverse esigenze toccando differenti aspetti: dai criteri di valutazione della produttività ai congedi parentali, dal telelavoro ad un uso più oculato e flessibile dell’orario di lavoro fino ad arrivare a definire anche il welfare aziendale.

La nuova certificazione di malattia, le sanzioni disciplinari

Dal 1° febbraio 2011 sono scattate le sanzioni disciplinari per i medici del Servizio Sanitario Nazionale o con questo convenzionati, che rilasciano ancora i certificati di malattia in forma cartacea. Nella circolare n.1 del 23 febbraio 2011 il Dipartimento della Funzione Pubblica intende fornire ulteriori indicazioni circa la trasmissione per via telematica dei certificati di malattia e degli attestati medici per la giustificazione delle assenze per malattia dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

I sindacati, oltre a evidenziare che già dal primo giorno di applicazione della normativa notevoli problemi sono stati evidenziati dai medici di famiglia nel procedimento adottato dagli istituti previdenziali dovuti anche a carenze infrastrutturali che si sono direttamente ripercossi sull’utenza, nelle settimane scorse, hanno evidenziato tutte le anomalie del servizio tanto che hanno confermato il loro dissenso sulle sanzioni definite sproporzionate e offensive, arrivando a dare ai propri legali il mandato di valutare gli spazi per un ricorso ai giudici europei.

L’attuale normativa sulle mansioni particolarmente usuranti

Proprio in questo periodo è all’ordine del giorno un decreto proposto dal governo che intende fare finalmente chiarezza, oltre a definire regole certe, sull’annosa questione del lavoro usurante e delle regole previdenziali associate.

A questo proposito possiamo ricordare che, in base alla legge n. 247 del 2007, esistono diversi profili di lavoro definito come usurante, decreto 19 maggio 1999. In effetti, si parte dalla figura della mansione particolarmente usurante fino a quella del dipendente notturno, dal lavoratore impiegato nella linea cosiddetta catena per arrivare ai conducenti di veicoli pesanti adibiti a servizi pubblici di trasporto di persone.

Secondo l’attuale normativa, ai fini dell’individuazione delle mansioni particolarmente usuranti e della determinazione delle aliquote contributive da definire secondo criteri attuariali riferiti all’anticipo dell’età pensionabile e finalizzate alla copertura dei conseguenti oneri, le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale devono individuare le mansioni e determinare le aliquote contributive secondo diverse considerazioni, ovvero l’attesa di vita al compimento dell’età pensionabile, della prevalenza della mansione usurante, la mancanza di possibilità di prevenzione, della loro compatibilità fisicopsichica in funzione dell’età, l’elevata frequenza degli infortuni, l’età media della pensione di invalidità, il profilo ergonomico e l’esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici individuati secondo la normativa di prevenzione vigente.

Fondo personale gruppo FS, le politiche di sostegno al reddito

L’istituto previdenziale del settore privato ha diffuso il messaggio n. 3487 dove si anticipano alcune istruzioni, in attesa dell’emanazione della relativa circolare, riguardanti le modalità di accesso alla prestazione straordinaria del Fondo per il perseguimento di politiche attive a sostegno del reddito e dell’occupazione per il personale delle società del Gruppo FS.

Per prima cosa l’Inps ricorda che, come per gli analoghi Fondi di solidarietà per il sostegno del reddito, risulta indispensabile per un’azienda, iscritta al Fondo di solidarietà di settore, che voglia accedere alla prestazione straordinaria aver espletato le procedure contrattuali preventive e/o di legge previste per i processi che determinano la riduzione dei livelli occupazionali.

Ricordiamo che le procedure devono concludersi con un accordo sottoscritto dalle parti sociali compreso il sindacato.

incentivi alla produttività, non serve l’accordo scritto

 L’Agenzia delle Entrate ha fornito ulteriori precisazioni sulle agevolazioni previste per i premi corrisposti dal datore di lavoro per incrementi di produttività previsti per il l’anno 2011.

Ricordiamo che gli incrementi di produttività, fino a 6 mila euro, scontano nel 2011 la tassazione agevolata del 10 per cento se sono erogati in base ad accordi collettivi e aziendali, anche non scritti perché vale il principio generale di libertà di azione sindacale previsto dall’articolo 39 della Costituzione.

In questo caso è sufficiente che il datore di lavoro attesti nel Cud che tali somme siano state erogate in attuazione di uno specifico contratto o accordo e che siano legate all’incremento della produttività.

In effetti, per i contratti collettivi di diritto comune, in applicazione del principio generale di libertà di forma, ribadito dalla giurisprudenza di Cassazione, non esiste un onere di tipo formale, ragione per cui possono concorrere a incrementi di produttività, come non di rado avviene, accordi collettivi non cristallizzati in un documento cartolare e riconducibili, a livello di fonti del diritto.

Germania, bisogna dare un limite agli interinali

In Germania il sindacato unitario Dgb ha deciso di scendere in lotta per protestare con il continuo ricorso al lavoro interinale che ha ormai assunto un fenomeno allarmante; in effetti, secondo i dati in possesso dal sindacato Dgb, nelle città di Amburgo, Berlino e Francoforte il fenomeno trova una diffusione allarmante, ma soprattutto ad Amburgo si stima una cifra di poco meno di 31mila contratti.

Per la potente organizzazione metalmeccanica sindacale tedesca, l’Ig Metall, il fenomeno è ormai fuori controllo con applicazioni dubbie; in effetti, per Eckard Scholz le imprese ricorrono al lavoro interinale non solo per compensare la manodopera in momenti di elevata domanda, ma, soprattutto, le aziende utilizzano questa particolare contratto di lavoro anche per impiegare lavoratori con basse retribuzioni e privi di prospettiva.

Arriva Perseo, il nuovo fondo complementare sanitario

Perseo nasce ufficialmente il 21 dicembre del 2010 ed è il fondo pensione complementare di riferimento del settore Enti locali e Sanità e, al pari degli altri fondi, è a capitalizzazione individuale ed a contribuzione definita, e le sue regole presentano punti in comune con quelle dell’altro fondo nazionale di categoria istituito per i dipendenti pubblici come l’aliquota dell’1% quale misura della contribuzione a carico di lavoratore e datore di lavoro.

Attualmente i fondi negoziali e attivi sono ad oggi rivolti solo ad alcune categorie del pubblico impiego, anche se esiste la possibilità, per i lavoratori delle altre categorie, di aderire a forme pensionistiche complementari di tipo individuale ed eventualmente, una volta costituito il fondo negoziale di categoria, trasferirvi la posizione di previdenza complementare maturata.

General Motors, profitti ai dipendenti

Interessante passaggio di natura sindacale sulla partecipazione dei lavoratori agli utili nelle imprese; in effetti, alla General Motors si fa sul serio tanto da prospettare uno sharing milionario per i dipendenti secondo gli accordi sottoscritti con il sindacato del settore automobilistico, la UAW.

In effetti, la UAW, United automobile workers, può sicuramente esultare perché l’intesa corona il nuovo corso industriale e che avviene dopo due anni dalla bancarotta dell’intero gruppo automobilistico americano e salvato grazie all’intervento del governo federale.

Intanto, però, a più parti, in special modo dalla dirigenza aziendale, si levano diverse critiche; in effetti, prima di distribuire questo profit sharing ai dipendenti, la dirigenza chiede a gran voce l’azzeramento prima del debito aziendale.