Collegato lavoro, in scadenza i ricorsi per i contratti a termine

Il Collegato lavoro pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 9 novembre 2010 n. 262 ha definito una nuova procedura per gli eventuali ricorsi sulle interruzioni dei rapporti di lavoro entro i nuovi termini di legge, ovvero 60 giorni dal licenziamento per i contratti accesi, 23 gennaio 2011 per quelli già conclusi alla data del 24 novembre 2010: 60 giorni dalla data di entrata in vigore del Collegato lavoro.

In effetti, quando è in scadenza un contratto di lavoro a tempo determinato e sussistono motivazioni per considerare lo stesso illegittimo è possibile ricorrere avverso l’interruzione, o licenziamento, nei limiti dei sessanta giorni previsti.

Il termine dei sessanta giorni, dalla comunicazione scritta dell’interruzione o licenziamento, è un tempo assoluto e inderogabile pena la decadenza di qualsiasi pretesa.

Emilia Romagna, proroga ammortizzatori sociali 2011

La regione Emilia Romagna, secondo quanto stabilisce l’accordo con le parti sociali siglato lo scorso 23 dicembre 2010, conferma la proroga degli ammortizzatori sociali per il 2011.

In questi giorni la regione fornisce le prime indicazioni operative per la prosecuzione, nel corso del 2011, degli interventi di ammortizzatori sociali in deroga di cui alla DGR 692/2009 in attesa dei chiarimenti del Ministero del Lavoro.

Al punto 3 del verbale di accordo sottoscritto dalle parti sociali si concorda di utilizzare la cassa integrazione in deroga.

In attesa di un orientamento formale da parte del Ministero del Lavoro si consente alle imprese interessate di accedere alla deroga anche oltre i 20 giorni dall’accordo sindacale in azienda.

La regione ricorda che le  imprese che hanno utilizzato integralmente gli strumenti di sostegno al reddito non in deroga hanno titolo per accedere alle prestazioni in deroga.

Lo Statuto dei lavoratori e il decreto correttivo 106/09

Le modifiche apportate dal DLgs 106/09 al DLgs 81/08 sono diverse e di varia natura. In particolare, uno dei punti di maggiore attenzione sindacale è certamente quello coinvolge l’aspetto della sorveglianza sanitaria.

In effetti, l’articolo 26 comma 2 modifica l’articolo 41 comma 3 del decreto 81/08, ovvero sulla visita medica preassuntiva che, secondo i pareri di diversi esperti del settore, si porrebbe in contrasto con lo Statuto dei lavoratori.

In effetti, il decreto 106/09, oltre alla possibilità per le aziende di effettuare le visite mediche anche in fase preassuntiva, introduce una modifica anche per i casi in cui un lavoratore risulta inidoneo rispetto alla sua mansione originaria.

Il dettato originale della disposizione, decreto 81, prevede che il datore di lavoro in relazione ai giudizi di cui all’articolo 41, comma 6, (inidoneità) attua le misure indicate dal medico competente e qualora le stesse prevedano un’inidoneità alla mansione specifica adibisce il lavoratore, ove possibile, ad altra mansione compatibile con il suo stato di salute.

La Fiat di Mirafiori e la sconfitta della politica

Non esiste un vero vincitore nella disputa sul nuovo contratto di lavoro ma solo vinti.

Non ha vinto la Fiat perché è facile vincere imponendo un contratto con nessuna vera e plausibile alternativa, ma solo paventando una minaccia sicura sul tessuto sociale e umano dei propri lavoratori.

L’accordo di Mirafiori non può essere considerato un vero contratto di lavoro poiché mira solo a ridurre i diritti dei lavoratori senza nessuna reale concessione: più soldi? Sì, è vero, ma ci mancherebbe, a Mirafiori si sono chiesti un aumento dei carichi di lavoro e degli straordinari e una rinuncia ad esercitare il diritto di sciopero.

Non hanno vinto i lavoratori che si sono visti al centro di una disputa politica dove l’attore principale era assente: lo Stato. I lavoratori di Mirafiori che hanno dovuto accettare nuove condizioni di lavoro in nome di una piena occupazione allo scopo di continuare a garantire reddito alle proprie famiglie.

Lavoro: Giovani non più disposti a tutto, campagna Cgil

 Si chiama “Giovani non+ disposti a tutto“, ed è una campagna lanciata dalla CGIL, ed in particolare dai giovani del Sindacato, per trasformare la rabbia dei giovani in azione e cose molto concrete. In particolare, secondo quanto riporta il sito Internet legato all’iniziativa, www.nonpiu.it, “Giovani non+ disposti a tutto” è nata come una provocazione anonima; ma adesso non lo è più in quanto l’iniziativa si è trasformata in tutto e per tutto in una denuncia attraverso la quale verrà dato un nome alle cose. D’altronde i giovani quando cercano lavoro nel nostro Paese, e gli ultimi dati Istat lo dimostrano, sono soggetti spesso ad umiliazioni e sfruttamento che poi altrettanto spesso si trasformano in frustrazione ed in rabbia; ragion per cui è necessario che i giovani costruiscano qualcosa, che “Giovani non+ disposti a tutto” faccia rete per farsi sentire e per avviare quello che il sito della campagna definisce come un vero e proprio punto di partenza per un progetto che è non solo di azione, ma anche di cambiamento.

Regione Friuli, ammortizzatori sociali in deroga per il 2011

Raggiunto un accordo sugli ammortizzatori sociali in deroga nella regione Friuli Venezia Giulia per l’anno 2011.

Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali con una nota in data 3 dicembre 2010 ha precisato che la regione Friuli Venezia Giulia può stipulare l’accordo relativo alla concessione degli ammortizzatori in deroga per l’anno 2011, cosa avvenuta poi a fine dicembre 2010.

Grazie all’intesa raggiunta vengono estesi anche per l’anno 2011 i criteri e le modalità di utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga adottati nel 2010.

In particolare, per quanto riguarda la durata dei trattamenti si conferma la durata massima di sei mesi per i trattamenti di mobilità in deroga e di 1038 ore totali per ciascun lavoratore (669 ore in caso di lavoratori a tempo parziale fino a venti ore lavorative settimanali).

Le tasse sul lavoro nel 2011

CISL e UIL hanno proposto alcuni interventi che si pongono come obiettivo di diminuire, nel complesso, il carico fiscale ai lavoratori e pensionati per il 2011.

L’idea sembra semplice: diminuzione delle aliquote fiscali per lavoratori e pensionati, un nuovo assegno familiare, detassazione dei premi di secondo livello, tracciabilità dei pagamenti, incentivi per le aziende virtuose, aliquota al 20% sulle rendite finanziarie e sugli interessi dei depositi bancari.

Le due centrali sindacali intendono proporre al governo un nuovo patto fiscale che mira a fornire maggiori aiuti alle famiglie e meno tasse sul lavoro dipendente e sulle pensioni.

L’Irpef è di per sé sostanziosa; in effetti, si parta di un ammontare di 146 miliardi di euro con le varie addizionali comunali e regionali.

Cassa integrazione straordinaria: Cgil, risorse finanziarie insufficienti

 La Cgil per quest’anno si attende un utilizzo della cassa integrazione in deroga tale che le risorse finanziarie fino ad ora destinate alla copertura saranno insufficienti. A dichiararlo, in particolare, è stato Fulvio Fammoni, segretario confederale del più grande Sindacato italiano, dopo la comunicazione, da parte dell’Inps, degli ultimissimi dati sull’andamento nel nostro Paese del ricorso agli ammortizzatori sociali. E se la cassa integrazione in deroga per la Cgil è a conti fatti senza risorse, quella straordinaria sta finendo e rappresenta in tutto e per tutto l’anticamera per l’espulsione dal mondo del lavoro. I dati 2010 dell’Inps, non a caso, parlano chiaro visto che diminuisce il ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria ma, a causa della perdurante situazione di difficoltà delle imprese, c’è l’aumento del ricorso alla cassa straordinaria ed a quella in deroga. Secondo il leader del Sindacato il Governo, il Ministero dello Sviluppo economico ed il Ministero del Lavoro dovrebbero dare assoluta priorità al fine di trovare le risorse per garantire certezze e tutele, e per evitare che le aziende al termine della cassa integrazione straordinaria lascino i lavoratori a casa

Fiom-CGIL, iniziative di lotta contro la newco

Il 2011 si apre con un aspro confronto tra la federazione di categoria dei metalmeccanici della CGIL e le restanti compagini sindacali.

Infatti, la FIOM ha deciso di dare battaglia sull’accordo di Pomigliano e, a questo proposito, il comitato centrale nella seduta del 29 dicembre 2010 ha confermato la linea del segretario generale della federazione di categoria, Maurizio Landini.

Maurizio Landini ha voluto sottolineare che

è in atto, da parte della FIAT il tentativo di cancellare il sindacato e noi reagiremo chiamando a raccolta tutti i lavoratori metalmeccanici perché, se passa questo imbarbarimento generale vengono lesi i diritti di tutti

Il Comitato Centrale della Fiom ha anche deciso di articolare alcune iniziative di lotta, tra cui lo sciopero generale della CGIL per il 28 gennaio.

Fine 2010, vertenze ancora aperte

Si chiude un anno ma si apre un nuovo periodo cariche di incertezze per migliaia di lavoratori.

Il contratto a Pomigliano è stato firmato e subito è diventato il centro di discussione di tipo sindacale e politico dove il concetto di rappresentanza è stato messo in discussione.

Esistono però altre realtà dove il futuro è meno sicuro dove si aspettano risposte dal governo e dalla realtà sociale del Paese.

Ci riferiamo alla Vinyls, Basell, Euroalluminia e Tamoil: società chimiche e petrolchimiche un tempo settore vanto del nostro Paese.

La Eaton, multinazionale americana, ha mandato in mobilità lo scorso 15 dicembre 304 lavoratori. L’azienda ha rifiutato la proposta del sindaco di Massa Roberto Pucci che voleva acquistare le aree industriali, 9 milioni di euro con moratoria di 5 anni e pagamento dilazionato in 10 anni in cambio di 12 mesi di cassa integrazione.

Arrivato il nuovo contratto per Pomigliano

Con la firma dei sindacati dei metalmeccanici Fim, Uilm, Fismic e Ugl e l’associazione quadri  si è concluso un iter che ha portato lo scontro verbale e, a volte anche qualcosa in più, su toni decisamente critici.

La Fiat di Sergio Marchionne e le compagine sindacale favorevole all’accordo, con l’esclusione della sola Fiom, hanno raggiunto l’accordo che vede coinvolti i 4600 dipendenti di Pomigliano che verranno assorbiti dalla nuova newco a partire dall’inizio del prossimo anno.

L’accordo raggiunto conclude un iter iniziato dal mese di giugno e ora dovrebbe sbloccare l’investimento promesso dalla direzione aziendale allo scopo di produrre la nuova Panda.

La parte economica prevede un incremento salariale che dovrebbe essere a regime su 360 euro annui, circa 30 euro al mese.

Fiat, accordo sul piano Marchionne

L’accordo è stato fatto con l’assenso del sindacato con l’unico escluso, la FIOM, che ha ritenuto inaccettabili le richieste della Fiat.

L’accordo prevede una settimana lavorativa, in fase sperimentale, su quattro giorni ma con dieci ore di lavoro giornaliere. Al momento, secondo il verbale sottoscritto dalle parti – datore di lavoro e sindacato – la sperimentazione sarà svolta su base volontaria.

L’accordo recepisce anche le indicazioni già espresse da Pomigliano e Melfi in materia di pausa e mensa a fine turno.

Secondo le richieste della Fiat di Marchionne le pause saranno ridotte a tre di dieci minuti dalla attuali due di venti minuti.

L’accordo prevede però la monetizzazione a parziale recupero. In effetti, i lavoratori di Torino percepiranno 32 euro parametrizzati al terzo livello.

Si conferma la riduzione contributiva nel settore edile

Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 290 del 13 dicembre 2010, il Decreto del 4 ottobre 2010 che conferma la riduzione prevista dall’articolo 29 del  decreto-legge  2 giugno 1995 n. 244, convertito con  modificazioni dalla  legge  8 agosto 1995 n. 341, anche per l’anno 2010 nella  misura dell’11,50 per cento.

Il nuovo decreto tiene conto delle rilevazioni elaborate  dagli  Enti  interessati sull’andamento delle contribuzioni nel settore edile nel  periodo  di applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 29 della  legge n. 341 del 1995.

Secondo queste rilevazioni si evidenzia che, nonostante  nell’anno  2009 si  sia  registrata  una  crisi   dell’edilizia, l’ammontare del gettito contributivo sostanzialmente compensa la riduzione contributiva nella misura  dell’11,50 per cento, fissata  con il decreto ministeriale 16 luglio 2009.

Cassazione, le giustificazioni del licenziamento collettivo

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 24343 del 1 dicembre 2010, ha ribadito che, in tema di verifica del rispetto delle regole procedurali per i licenziamenti collettivi per riduzione di personale, la sufficienza dei contenuti della comunicazione preventiva di cui all’articolo 4, comma 3, della legge 23 luglio 1991, n. 223, deve essere valutata in relazione ai motivi della riduzione di personale che restano sottratti al controllo giurisdizionale.

In questo caso, se il progetto imprenditoriale sia diretto a ridimensionare l’organico dell’intero complesso aziendale al fine di diminuire il costo del lavoro, l’imprenditore può limitarsi all’indicazione del numero complessivo dei lavoratori eccedenti, suddiviso tra i diversi profili professionali previsti dalla classificazione del personale occupato nell’azienda, senza che occorra l’indicazione degli uffici o reparti con eccedenza, e ciò tanto più se si esclude qualsiasi limitazione del controllo sindacale e in presenza della conclusione di un accordo con i sindacati all’esito della procedura che, nell’ambito delle misure idonee a ridurre l’impatto sociale dei licenziamenti, adotti il criterio della scelta del possesso dei requisiti per l’accesso alla pensione.

È opportuno ricordare che la comunicazione prevista dall’articolo 4 della legge 23 luglio 1991 n. 223 deve contenere indicazione dei motivi che determinano la situazione di eccedenza, dei motivi tecnici, organizzativi o produttivi, per i quali si ritiene di non poter adottare misure idonee a porre rimedio alla predetta situazione ed evitare, in tutto o in parte, la dichiarazione di mobilità.