Lavoro Sardegna: reinserimento cassintegrati presso gli enti locali

 Nella Regione Sardegna i dipendenti in cassa integrazione degli Enti, quelli che, nello specifico, fanno capo alla Legge numero 57 del 1979, potranno essere reinseriti presso gli enti locali, ed in particolare presso le Province che ne faranno richiesta. A darne notizia giovedì scorso è stata l’Amministrazione regionale a seguito di un accordo che è stato siglato con gli enti di formazione, con le stesse Province e con le Organizzazioni Sindacali. In particolare, per il reinserimento di questa categoria di lavoratori in cassa integrazione sarà data la priorità a quelli che beneficiano della CIG straordinaria in terza proroga. Inoltre, la Regione Sardegna ha altresì fatto presente come le Agenzie formative, che sono titolari dei rapporti di lavoro, non potranno pianificare nuove assunzioni ma dovranno soddisfare le proprie esigenze di personale andando ad attingere dall’elenco dei lavoratori che sono in cassa integrazione guadagni straordinaria. Per questi dipendenti in Cigs, quindi, si possono aprire le strade di un reinserimento presso gli enti locali che ne faranno richiesta dopo che solo quest’anno per questa categoria di lavoratori di richieste di cassa integrazione, presso l’Assessorato al Lavoro della Regione Sardegna, ne sono arrivate 160.

CGIL, tensione tra FIOM e Camusso

Tensione tra la FIOM e il nuovo segretario generale della CGIL.

Per il segretario generale della CGIL è sbagliato autoescludersi e sottrarsi al confronto con la controparte, ma è necessario ricominciare a discutere e tornare ad essere parte attiva della compagine sindacale.

Le parole di Susanna Camusso non lasciano dubbi

io riparto da qui: discutiamo davvero cosa è questo piano industriale, vogliamo sapere cosa c’è dentro e che prospettive ci sono, poi ci potranno essere anche l’organizzazione degli stabilimenti e i turni

Per Camusso non serve sottrarsi al confronto ma occorre capire in che modo la Fiat intende attuare il suo Programma Italia e rispettare gli impegni presi: è questa la risposta alla sua organizzazione di categoria, la Fiom, che, in un documento proposto da Maurizio Landini, al contrario suggerisce uno sciopero generale.

Inps, in arrivo l’ente telematico

Inizia la sfida di Antonio Mastrapasqua, presidente Inps, per un istituto previdenziale più moderno e diretto in grado di intervenire in tempo reale alle problematiche di ogni utente e delle organizzazioni sindacali di categoria o di patronato.

Ogni giorno si connettono circa 350.000 cittadini per avere informazioni o inviare domande online sui 400 servizi che l’ente eroga e gestisce a 60 milioni di soggetti fisici e 2 milioni di aziende: un bacino di utenza davvero impressionante che consente di fotografare e individuare il ruolo e l’importanza del più importante ente previdenziale italiano.

L’Inps, da pochi giorni, ha predisposto un nuovo sito Internet con l’obiettivo di fornire maggiori informazioni e servizi erogati online

I nuovi servizi intendono fornire risposte precise a patronati e cittadini con la possibilità di predisporre domande di pensione senza il ricorso di intermediari.

Cassazione, per l’asbestosi l’azienda è sempre colpevole

La Corte di Cassazione ha ribadito in una importante sentenza il suo punto di vista sulle morti per asbestosi.

In effetti, la Cassazione, nelle motivazioni relative al processo per gli 11 operai morti nello stabilimento piemontese Montefibre di Verbania infestato dall’amianto dal 1972 al 1996, ha ribadito che è sempre responsabile la direzione aziendale nei casi di morti per asbestosi.

In questo modo la Suprema corte accoglie il parere unanime della comunità scientifica secondo cui questa particolare patologia è determinata da condotte omissive sulla sicurezza sul lavoro.

A sindacati e associazioni, secondo la Corte, spetta il risarcimento dei danni patrimoniali e morali.

Le deroghe al contratto nazionale di lavoro

Lo scorso 28 ottobre la CISL della Lombardia in una conferenza pubblica ha reso noto i risultati degli accordi nazionali in deroga sottoscritti da FIM, FIOM e UILM nelle medie-grandi industrie metalmeccaniche lombarde.

Il dato più importante è la partecipazione della FIOM. In effetti, da una parte il sindacato di categoria della CGIL si rifiuta di sottoscrivere lo stesso accordo a Pomigliano D’Arco e, dall’altra, partecipa attivamente alla risoluzione di vertenze lombarde tanto ad arrivare a siglare accordi in deroga.

Di certo, il nuovo segretario generale della CGIL, Susanna Camuso, non può non tenerne conto: due pesi e due misure.

Secondo i dati diffusi si scopre che sono stati sottoscritti, da parte delle tre organizzazioni sindacali, 46 accordi in deroga con il coinvolgimento di 32.215 lavoratori.

La pensione e i giovani precari

La CGIL, Nidil e Inca si sono fatti promotori di una campagna di sensibilizzazione sul futuro previdenziale dei giovani precari.

L’iniziativa parte da una recente dichiarazione del responsabile dell’Inps, Mastropasqua, che ha posto un problema importante e non trascurabile, ovvero i lavoratori parasubordinati non hanno una vera prospettiva pensionistica.

Le tre organizzazioni sindacali hanno messo in evidenza, attraverso delle simulazioni, la carenza del futuro assegno pensionistico; infatti, nella maggior parte dei casi analizzati si è constatato che, a fronte di 40 anni di contribuzione, questi giovani percepiranno un assegno mensile non superiore a 500 euro.

Fiat, disdetta a Melfi le pause sui tempi lavoro

Dopo il caso Pomigliano ora è il momento di rivedere l’organizzazione del lavoro nello stabilimento Fiat di Melfi.

Mentre da una parte la CISL cerca di chiudere su Fabbrica Italia chiedendo precisi riscontri concreti e a questo riguardo le parole di Raffaele Bonanni, segretario generale della seconda organizzazione sindacale, sono precise

Ci aspettiamo che Marchionne incontri i sindacati e precisi  nei minimi dettagli i contenuti  del piano Fabbrica Italia per non prestare il fianco a chi vuole bloccare l’investimento con veti pretestuosi e campagne intimidatorie

Ora, Fiat, dopo aver incassato l’accordo su Pomigliano da CISL e UIL, intende mettere in discussione l’organizzazione del lavoro a Melfi innescando una nuova spirale di confronto con il sindacato.

Telecom e Unicredit, accordo fatto

Due significative realtà del nostro Paese in settori completamente diversi. Quello che accomuna Telecom e Unicredit è la volontà di trovare una via di uscita, la voglia di trovare un’intesa per salvaguardare, da una parte, i posti di lavoro e, dall’altra, una realtà imprenditoriali di primaria importanza senza per questo accettare e dover siglare accordi umilianti.

L’accordo siglato in Unicredit prevede dimissioni su base volontaria con incentivi riconosciuti dall’azienda.

Parliamo di dipendenti che hanno già maturato i requisiti per la pensione o che li matureranno entro il 31dicembre 2013.

Solo se non verrà raggiunta quota 3.000 entro il 15 novembre si procederà con le uscite obbligatorie, a cominciare da chi ha già 40 anni di contributi.

In cambio, l’azienda si impegna ad assumere 2.200 tra apprendisti stabilizzati (1077) e nuovi ingressi (1123).

Collegato lavoro, CGIL e CISL a confronto

Dopo un confronto parlamentare e sociale durato diversi anni e con sette letture in aula il DDL Lavoro è legge.

La Camera ha approvato il provvedimento con 310 voti favorevoli, 204 contrari e tre astenuti.

È stata scritta la pagina più buia del diritto del lavoro nel nostro Paese, in sostanza è questa l’osservazione della CGIL sul Collegato Lavoro.

Il segretario confederale della CGIL Fulvio Fammoni è fortemente critico e giudica il testo approvato iniquo

Durante la peggiore fase di crisi degli ultimi anni invece di approvare provvedimenti a favore dell’occupazione si abbassano i diritti […]. Si assumono così una grave responsabilità nei confronti dei lavoratori italiani, in particolare verso i più deboli: giovani, donne, disoccupati e immigrati.

Stop alla riforma Brunetta

Ennesima fumata nera della riforma Brunetta che ha dettato nuove norme per la Pubblica Ammnistrazione. Dopo i provvedimenti dei Tribunali del lavoro di Torino e Salerno è in arrivo anche la sentenza del Tribunale di Trieste.

Secondo i giudici della città di San Giusto non è possibile applicare i contenuti della riforma Brunetta ai contratti del lavoro in corso, ma la sua efficacia potrà essere recepita solo dai nuovi contratti: insomma, non è possibile cambiare in corsa le regole del gioco.

Così, per il momento non è possibile applicare le norme previste dal decreto 150/2009, è questa, in buona sostanza, la decisione del Tribunale di Trieste che ha censurato la condotta antisindacale del comune della stessa città colpevole di aver modificato la macrostruttura dell’ente senza il confronto con il sindacato e decidendo in maniera unilaterale.

Il Tribunale ha deciso che il contenuto degli articoli 34 e 54 del decreto 150/2009 non possono trovare immediata applicazione anche se la circolare n. 7/2010 ha disposto il contrario.

Cassa integrazione: aumenta quella straordinaria e in deroga

 Nel nostro Paese il mercato del lavoro non sta riuscendo ad agganciare la ripresa. Ad affermarlo è stato il Segretario Confederale della Cisl, Giorgio Santini, a commento dei dati sulla cassa integrazione emersi dal Rapporto del Sindacato a cura del Dipartimento Mercato del Lavoro con il consueto Osservatorio sull’occupazione su scala mensile. In particolare, il monte ore di cassa integrazione continua ad essere molto elevato a fronte di una crescita tendenziale della cassa integrazione in deroga, e di un forte aumento della cassa integrazione straordinaria a conferma di come le aziende, a partire da quelle piccole operanti nei settori del commercio e dell’artigianato, siano ancora in evidenti difficoltà. La Cisl, tra l’altro, mette in risalto per il nostro Paese una situazione caratterizzata da un lato da un elevato tasso di disoccupazione, unitamente a livelli altrettanto elevati di cassa integrazione, e dall’altro ci sono, in base a numerose ricerche, decine di migliaia di posti di lavoro “liberi” per effetto delle competenze professionali e tecniche richieste dalle imprese.

Il nuovo Eldorado, il ruolo delle multinazionali italiane nel Guandong

La Cina è in continua crescita economica e le aziende italiane non intendono certamente rinunciare a questa nuova opportunità: enorme disponibilità di manodopera con l’assenza totale di qualsiasi sindacato che sia in grado, e che soprattutto voglia, di tutelare i lavoratori.

Già altre aziende hanno deciso di sfruttare questo nuovo Eldorado: basti pensare alla Foxconn Technology Group, con sede a Taiwan, leader globale nei componenti elettronici per notebook e computer, cellulari e smartphone, fotocamere, videogiochi e lettori mp3.

La Foxconn Technology Group propone i suoi prodotti alle maggiori società occidentali di alta tecnologia.

In questi giorni l’Iscos e Fim-Cisl con la partecipazione dell’Ico, un istituto indipendente cinese, hanno mostrato i risultati di una indagine sulle condizioni di lavoro nelle dieci principali imprese transnazionali metalmeccaniche a casa madre italiana che hanno siti produttivi in Guangdong (la regione più industrializzata della Cina e con la più alta incidenza di suicidi).

I sacrifici dei lavoratori e i costi della politica

La recente manovra finanziaria ha imposto a tutti i lavoratori sacrifici non indifferenti tanto che il sindacato ha chiesto alla politica di dare l’esempio.

Un recente studio della UIL ha evidenziato che il costo della democrazia nel nostro Paese è di circa 6.3 miliardi di euro che corrispondono a più di 105 euro per cittadino.

Secondo lo studio, la maggior parte delle spese (3.2 miliardi di euro) devono coprire il funzionamento degli organi istituzionali nazionali, mentre per far funzionare gli organi regionali ne servono circa 1 miliardo di euro.

Lo studio ha messo in risalto che il costo di funzionamento degli organi istituzionali provinciali è di circa 459 milioni di euro, anche se gli organi comunali ne richiedono almeno 1.6 miliardi di euro.

La proposta della CGIL sulla riforma degli ammortizzatori sociali

La CGIL ha deciso di intervenire nel dibattito in tema di riforma del mercato del lavoro con una proposta che intende conciliare l’equità della contribuzione e la sostenibilità economica.

L’idea del maggiore sindacato italiano è di estendere le tutele degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori, anche quelli che ne risultano attualmente esclusi, utilizzando solo due strumenti operativi: la cassa integrazione guadagni e le provvidenze a favore della disoccupazione con aliquote unificate per tutte le qualifiche.

In sostanza, recependo le indicazioni del Protocollo del 2007, si stabilisce che il requisito di accesso è unificato a 78 giornate su cui è versata contribuzione, e la durata non potrà mai eccedere l’anzianità aziendale del lavoratore. Non solo, secondo la proposta della CGIL, si provvederà, entro i primi sei mesi di beneficio, alla la compilazione del bilancio di competenze del lavoratore, a cura dei servizi all’impiego.