Italia, Grecia, Cipro e Portogallo. Paesi ben accomunati dall’impellente crisi finanziaria e, da oggi, anche da un record ben poco invidiabile: le popolazioni delle quattro nazioni sarebbero infatti quelle maggiormente sotto stress in ambito lavorativo. Colpa delle difficoltà a mantenere un posto di lavoro, alle formule contrattuali e alle riorganizzazioni industriali, e non solo.
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L’Unione Europea chiede misure per il lavoro determinato
Non buone notizie dagli organismi comunitari; infatti, la Commissione europea ha chiesto ufficialmente all’Italia di applicare la direttiva sul lavoro a tempo determinato, siglata come 1999/70/CE. La Direttiva comunitaria obbliga tutti gli Stati membri a porre in atto l’accordo quadro sottoscritto dalle organizzazioni europee che rappresentano sindacati e datori di lavoro; in particolare, nella Direttiva sono presenti i principi generali e i requisiti minimi applicabili ai lavoratori con contratto a tempo determinato.
La prevenzione dei lavoratori di alberghi, catering e ristorazione
Il segmento lavorativo che comprende la ristorazione, il catering e la ricezione alberghiera occupa, in tutta Europa, almeno 8 milioni di persone e registra un trend positivo a dispetto della seria situazione economica.
Calciatori sempre più stressati
L’Inail, il nostro istituto di riferimento nel settore della sicurezza e infortunio sul lavoro, ha espresso alcune considerazioni sullo stato di stress di alcune categorie di lavoratori, in particolare sui calciatori quali Pato e Maggio che stanno orientando i medici dello sport a valutare le possibili implicazioni tra pressioni psicologiche e infortuni muscolari.
In effetti, per l’Inail questi particolari lavoratori possono soffrire di malattie professionali come ogni lavoratore. fare ipotizzare una relazione diretta tra stress e cedimenti muscolari è il fatto che questi campioni, prima di ogni nuovo “knockout”, sono clinicamente dichiarati sani, anche se, appena messo piede in campo, ecco manifestarsi nuovi impedimenti a gambe e polpacci. Per l’Inail si tratta di una sorta di “stress da lavoro” anche se il nesso è ancora tutto da dimostrare, ma gli esperti di medicina sportiva sembrano ritenere questo nesso plausibile.
In aumento lo stress da lavoro
I sondaggi parlano chiaro e quello promosso da Eu-Osha su un campione di oltre 35mila cittadini di 36 Paesi europei, pone in evidenza che con la crisi finanziaria tre italiani su quattro sono convinti che lo stress sul lavoro aumenterà.
Secondo il sondaggio d’opinione paneuropeo sulla promosso da Eu-Osha e condotta da Ipsos Mori, ha raccolto le opinioni di oltre 35mila cittadini di 36 Paesi europei rispetto alle problematiche attuali sul posto di lavoro, tra cui lo sicurezza e la salute nei luoghi di lavorostress legato all’attività lavorativa e l’importanza della sicurezza e della salute sul lavoro per la competitività europea, anche nel contesto di un prolungamento della vita lavorativa.
Una ricerca mette in luce tre tipi di lavoratori stressati
Stress e lavoro sono strettamente correlati sia perchè la nostra è una società particolarmente competitiva sia perchè a volte pur avendo un lavoro siano insoddisfatti e questo si riflette in maniera negativa sul nostro benessere psico-fisico; si può arrivare anche a soffrire di un vero e proprio esaurimento nervoso.
E, a questo proposito una nuova ricerca condotta dall’Aragon Institute of Health Sciences pubblicato su BMC Psychiatry ha messo in luce come esistano tre diversi tipi di esaurimento.
Inail, le malattie da stress lavoro-correlato
Le malattie che ricadono in questo ambito sono di certo un fenomeno complesso da valutare tanto che, grazie ad una indagine condotta dalla stessa Inail, in dieci anni ha riconosciuto solo il 13% delle oltre quattromila denunce presentate visto che l’onere della prova spetta all’interessato e risultano impossibili da circoscrivere perché possono avere rilevanza di tipo psico-somatica.
Il dato è stato fornito da Luigi Sorrentini, il direttore centrale delle prestazioni, nel corso di una audizione al Senato in una seduta dedicata al mobbing.
Inail, la situazione sullo stress da lavoro correlato
L’Inail ha deciso di fare il punto della situazione sul rischio da stress correlato e agli strumenti operativi che l’Istituto mette a disposizione al fine di valutare la nuova problematica che ogni datore di lavoro deve adempiere.
Lo stress da lavoro correlato è oggi considerato un rischio che deve potere essere evidenziato, monitorato e gestito attraverso opportune strategie di prevenzione. Non solo, la nuova problematica è stata recepita dal Testo unico sulla sicurezza, ossia il decreto 81/2008, in seguito ad una valutazione nel quadro europeo con l’Accordo dell’8 ottobre 2004.
Infatti, per gli effetti dell’articolo 28 del Testo unico è il datore di lavoro che deve, predisponendo il documento di valutazione dei rischi, includere anche lo stress lavoro-correlato, che può causare disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale.
Inail, la prevenzione e la differenza di genere
Il 22 settembre a Firenze è stato presentato un progetto, intitolato come “Salute e sicurezza, una questione anche di genere”, finalizzato a definire un nuovo modello di prevenzione contro i rischi professionali in grado di tenere conto della differenza di genere presentato dal presidente del Cug, ossia il Comitato unico di garanzia, Antonella Cenci.
Con questa iniziativa l’Inail intende dare una risposta all’esigenza manifestata dall’articolo 28 della decreto 81/2008; infatti, per Nenci
Un riconoscimento che è obbligo di legge. Finora il lavoratore è sempre stato considerato in maniera neutrale, come una persona media generalmente di sesso maschile. Con l’articolo 28 del decreto 81/2008, il rischio di genere è entrato nella normativa. Quindi adesso è un obbligo di legge individuare le differenze nell’esposizione ai rischi
Inail, la sindrome da rientro
Le ferie sono ormai un lontano ricordo e il riavvio delle normali attività quotidiane di lavoro può costare parecchia fatica. A questo proposito l’Inail consiglia di riprendere il lavoro in modo graduale senza brusche impennate per evitare quello che è stato chiamato la sindrome da rientro al lavoro: un malessere stagionale che deve essere affrontato senza ansie e nervosismo. Il nostro Istituto di prevenzione ritiene che lo stress da rientro può provocare emicrania e sonnolenza: un malessere che colpisce soprattutto le donne.
Legge sullo stress e lavoratori: applicata da poche aziende
Sebbene esista una legge che obbliga i datori di lavoro a monitorare i livelli di stress dei propri dipendenti sono ancora poche le aziende a metterla in pratica; a
Il POS e lo stress da lavoro correlato
Il POS, o il Piano Operativo di Sicurezza, è un documento obbligatorio importante e necessario che serve per identificare tutti i pericoli, anche potenziali, presenti sul posto di lavoro.
Da più parti si evidenza la necessità, in special modo dagli organi di vigilanza, di redigere questi piani in modo più preciso e puntuale identificando i possibili rischi presenti; in effetti, i coordinatori e gli organi di vigilanza preposti a questi compiti si trovano sempre più spesso ad esaminare documenti con sostanziali incongruenze che dovrebbero essere colmate.
Inail, è pronto il manuale per lo stress lavoro-correlato
L’ex Ispesl, ora Dipartimento medicina del lavoro dell’Inail, ha pubblicato e reso disponibile gratuitamente alle imprese un metodo che permette di verificare e analizzare la gestione del rischio stress da lavoro correlato e risulta anche conforme alle recenti disposizioni normative in materia.
Grazie al lavoro svolto dall’ex Ispesl le aziende hanno tutte le indicazioni per procedere correttamente alla valutazione e alla gestione del rischio che recentemente è diventato un adempimento obbligatorio che sono tenute le imprese ai sensi del Testo Unico sulla sicurezza, decreto n. 81/2008 e sue successive modifiche e integrazioni.
Inail, una ricerca su tecnologie e salute
L’Inail, attraverso uno studio dell’università di Toronto, osserva che le nuove tecnologie non migliorano la vita professionale, in particolare le lavoratrici dipendenti vivono con costante disagio il fatto di rispondere al capo anche fuori dall’ufficio.
Addirittura in alcuni casi, complici smartphone e PC connessi a internet che consentono di lavorare anche da casa, si ravvisano pericoli alla salute delle donne. L’Università di Toronto, elaborando i dati di un sondaggio nazionale condotto su un vasto gruppo di lavoratori americani, ha scoperto che le donne chiamate spesso da supervisori, colleghi o clienti, riferiscono elevati livelli di stress psicologico.