La domanda del nostro post è provocatoria, ma non troppo: serve studiare per trovare lavoro? Gli anni passati all’Università sono compensati con un posto migliore, e dal miglior stipendio? A leggere quanto emerge dal rapporto Isfol “Le competenze per l’occupazione e la crescita”, presentato a Roma pochi giorni fa, ed evidenziante la dinamica del mercato del lavoro e dei sistemi scolastici e formativi, la risposta non è così scontata come sembra.
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Cause del crollo delle immatricolazioni universitarie
Nel corso degli ultimi otto anni, le immatricolazioni alle Università italiane sono calate del 15%. Le cause sarebbero numerose, e non sempre ricollegabili tra di loro: dal calo demografico alla presenza di una minore quota di studenti adulti, dalla maggiore scarsità di passaggi dalla scuola secondaria all’Università (si è passati rapidamente dal 72,6% al 63,3%) al minore interesse dei diciannovenni per gli studi universitari, attraversando l’annosa questione legata ai costi della formazione specialistica.
Secondo quanto sottolinea una recente ricerca condotta da Alma Laurea, la situazione non è destinata a migliorare. “I miglioramenti registrati dall’età di laurea e dalla regolarità negli studi” – sottolinea infatti l’analisi – “punti storicamente dolenti del sistema universitario nazionale, tendono a stabilizzarsi”.
Borse per dottorati a Verona
L’Università degli Studi di Verona ha reso noto di aver messo a concorso 105 borse di studio per la partecipazione a dottorati di ricerca presso la stessa Università, con partenza nel mese di gennaio 2013. Il bando prevede che coloro che sono interessati a partecipare al concorso abbiano tempo fino al prossimo 24 agosto 2012, e che la decorrenza dell’impiego della borsa sia proprio relativa alle prime settimane del prossimo anno.
Le 150 borse di studio messe in palio hanno un importo di 13.638,47 euro annui, riguardando dottorati di ricerca della durata di tre anni, con la seguente ripartizione: 15 borse sono previste per i dottorati in giurisprudenza; 27 per i dottorati in scienze biomediche tradizionali; 38 per i dottorati di scienze della vita e della salute; 50 per i dottorati di scienze, ingegneria e medicina; 25 per i dottorati di scienze umane e filosofia; 21 per i dottorati di studi umanistici.
Contributi ai ricercatori 2012
Si chiama Fondo per la crescita sostenibile e, secondo le intenzioni del governo, dovrebbe rappresentare un utile strumento per poter finanziare programmi e interventi per la competitività e il sostegno dell’apparato produttivo, sulla base di progetti di ricerca di “rilevante interesse nazionale”, tali da poter accrescere e apprezzare il patrimonio tecnologico della nazione.
Sono tre le linee di intervento determinato dal decreto sulla Crescita. La prima, come è noto, è relativa alla promozione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, anche attraverso il ricorso al consolidamento dei centri e delle strutture di ricerca e di sviluppo delle imprese. La seconda linea riguarda invece il rafforzamento della struttura produttiva (con una particolare attenzione per il Mezzogiorno), al riutilizzo degli impianti produttivi e al rilancio di aree che si trovano in situazioni di crisi, tramite la sottoscrizione di accordi di programma.