Ieri abbiamo visto dove trovare lavoro a Roma, preannunciando nuovi approfondimenti sulle singole aree metropolitane italiane. Occupiamoci oggi di Milano, dove negli ultimi tre mesi sono state stimate assunzioni di poco superiori alle 11 mila unità. Assunzioni che rispetto a quelle di Roma hanno delle differenze fondamentali, mantenendo tuttavia una netta predominanza dei servizi, in grado di assorbire fino al 77 per cento dei neo assunti.
trovare lavoro
Come trovare lavoro – l’utilizzo dei canali “informali”
In una sua recentissima ricerca l’Istat ha evidenziato come la ricerca di un posto di lavoro da parte dei più giovani rimane sostanzialmente affidata ai canali informali. L’analisi sottolinea infatti come il 77,6 per cento di loro, quando deve cercare un posto, si rivolge alla rete di amici, parenti e conoscenti, con un fenomeno in incremento rispetto al 2008 di quasi quattro punti percentuali. L’utilizzo dei canali informali è più fruito da parte di uomini rispetto alle donne, e lo fanno soprattutto quelli che hanno un titolo di studio più basso.
Trovare lavoro con Sfinz
Si chiama Sfinz ed è un market place di incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. La particolarità che ha permesso a Sfinz di salire rapidamente alla ribalta della cronaca è tuttavia un altro: la sua peculiarità di proporsi come portale “anti – crisi”, dando a studenti, pensionati (ma anche professionisti e imprese) la possibilità di rinnovarsi, rilanciando la propria produttività quotidiana.
Trovare lavoro: studiare troppo non serve
Studiare troppo non serve a trovare un posto di lavoro. A sostenerlo sono gli stessi disoccupati italiani, il 43 per cento dei quali indica la propria formazione come eccessiva rispetto alle proposte di lavoro che sono state formulate negli ultimi tempi. Solamente 8 disoccupati su 100 affermano inoltre di aver ricevuto un’offerta di lavoro negli ultimi 30 giorni. Questi i risultati di una recente indagine compiuta dall’Isfol, sulla quale si è soffermato il magazine Mio Job.
Trovare lavoro dopo la laurea
Avete preso la tanto desiderata laurea e non riuscite a trovare lavoro? Consolatevi: la vostra situazione è comune a quella di tanti (troppi) coetanei. In un Paese nel quale il 35% degli under 25 è privo di un’occupazione, le considerazioni sullo stato del mercato del lavoro italiano non possono che essere fortemente negative per le fasce d’età anagrafica più giovani. Ma cosa fare per contrastare questo fenomeno e trovare il proprio destino professionale da laureato?
Disoccupazione, una voce fuori dal coro: ascoltiamola
Si alza forte la voce dei lavoratori non più lavoratori ma ”navi senza nocchiero in gran tempesta”: un ”grido di dolore” che va ascoltato. È il dolore per non poter dare ai propri figli il necessario, l’angoscia di non avere un futuro, ma soprattutto di non poterlo garantire ai loro figli.
Autocandidatura o conoscenza diretta?
Più volte negli ultimi mesi ci siamo domandati quali siano i canali più utilizzati per poter trovare lavoro. Torniamo più che volentieri su questo seguitissimo argomento, poiché una recente ricerca dell’Università Bicocca sembra smentire i timori di chi ritiene che per poter trovare lavoro sia necessaria la “spinta” di un amico o di un conoscente, o di un familiare. Stando all’analisi dell’istituto universitario, l’autocandidatura sarebbe ancora lo strumento più “forte” per trovare un buon posto di lavoro, superando di fatto la conoscenza diretta.
Curriculum vitae personalizzato
Personalizzare il curriculum vitae. È questo il comandamento che tutti coloro che aspirano a trovare un lavoro, e ancor prima a ottenere un colloquio grazie alla lettera di presentazione e al cv, devono tenere a mente. Al bando, dunque, il curriculum vitae “europeo”, standardizzato: molto meglio rendere il curriculum vitae più creativo e individuale, pur mantenendo le necessarie linee guida della chiarezza e della logicità. Ecco, secondo quanto affermato dalla 77 Agency, le regole per realizzare il miglior curriculum vitae della vostra carriera.
Serve studiare per trovare lavoro?
La domanda del nostro post è provocatoria, ma non troppo: serve studiare per trovare lavoro? Gli anni passati all’Università sono compensati con un posto migliore, e dal miglior stipendio? A leggere quanto emerge dal rapporto Isfol “Le competenze per l’occupazione e la crescita”, presentato a Roma pochi giorni fa, ed evidenziante la dinamica del mercato del lavoro e dei sistemi scolastici e formativi, la risposta non è così scontata come sembra.
Trovare lavoro con Your First Eures Job
In tempi di crisi occupazionale, l’Unione Europea arriva in soccorso dei giovani ragazzi e ragazze italiane ed europee, supportandoli per trovare un lavoro in una piccola o media impresa. L’Italia, unitamente a Germania, Spagna e Danimarca, rientra all’interno della fase sperimentale dell’evento: cerchiamo quindi di comprendere quale sia il funzionamento della Your First Eures Job, e come candidarsi per essere proficuamente coinvolti nella campagna europea.
Il progetto in sintesi. Il progetto prevede di favorire l’accesso a informazioni, ricerche di lavoro, processi di selezione del personale e supporto finanziario per i giovani alla ricerca di una professione, di età anagrafica compresa tra un minimo di 18 anni e un massimo di 30 anni, che desiderino poter trovare un’occupazione in un altro Paese aderente, in imprese che desiderino assumere giovani professionalità internazionali. Secondo i promotori comunitari, l’obiettivo del solo primo anno consisterà nell’aiutare almeno 5 mila giovani europei a trovare una prima occupazione, per un numero che risulterà crescente nel corso degli anni successivi.
Ritrovare lavoro è quasi impossibile
Ritrovare lavoro? Per gli italiani è quasi impossibile. Il 63% dei nostri concittadini sostiene infatti che in caso di perdita della propria occupazione, non riuscirebbe a trovare un nuovo ruolo professionale nel quale inserirsi. Una percentuale elevatissima, che risulta essere più o meno il doppio di quanto rilevato in Germania. Insieme a portoghesi, greci, spagnoli e irlandesi (non a caso, i Paesi maggiormente colpiti dalla crisi economico finanziaria), gli italiani si scoprono così il popolo più pessimista del vecchio Continente.
In termini ancor più sintetici, sembra proprio che a trovare un nuovo lavoro non creda più nessuno. Chi ha un’occupazione farebbe bene a tenersela stretta, ed evitare di finir tagliato dalle riduzioni delle risorse umane che società ed enti privati continuano ad effettuare. Un futuro denso di preoccupazioni è quello che attende anche le nuove generazioni, che non sembrano contribuire a ridurre la proporzione degli sfiduciati nazionali.
Trovare lavoro in tempi di crisi – marzo 2012
In Italia i livelli occupazionali – ne abbiamo parlato spesso in questi ultimi mesi – non sono certamente dei migliori. Eppure, in barba al periodo di crisi, non solo alcune professioni sembrano resistere all’impatto della crisi, ma paiono addirittura agire in controtendenza, con crescenti richieste.
A confermare questo sintetico aspetto è stato, in maniera più approfondita, il report presentato da Claudio Gagliardi, direttore del centro studi di Unioncamere, il quale evidenzia come vi siano occupazioni in forte espansione, anche nell’attuale quadro congiunturale, sicuramente non molto favorevole sul fronte dello sviluppo professionale.
Concorso per 150 posti da notaio
Sulla Gazzetta Ufficiale di martedì 10 gennaio 2012 è stato pubblicato il bando contenuto nel decreto del 27 dicembre 2011 che prevede il via libera per un nuovo concorso per 150 posti di lavoro da notaio. Stando a quanto comunicato nel bando, entro il 24 febbraio 2012 i laureati in giurisprudenza che hanno completato il periodo della pratica notarile possono inoltrare le domande di ammissione, in carta da bollo, al Ministero della Giustizia – Dipartimento per gli affari di giustizia – Direzione Generale della giustizia civile – Ufficio III, al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale nella cui giurisdizione risiede l’aspirante.
Ad ogni modo, per conoscere le date delle prove occorrerà attendere la comunicazione ufficiale sulla Gazzetta, IV Serie Speciale, del 18 maggio 2012.
A 50 anni si è vecchi per un’azienda?
Abbiamo capito che il posto fisso di questi tempi è un’utopia ma quei “miracolati” che riescono ad ottenerne uno se lo tengono, comprensibilmente, stretto stretto; ora, questo quando avviene capita