Unioncamere ha recentemente indetto un bando per disciplinare l’assegnazione di 20 borse di studio finanziate da Google, e rivolge a giovani laureandi o neolaureati. Ribattezzato “Distretti sul web”, il progetto prevede la formazione di giovani risorse che possano favorire la digitalizzazione delle piccole e delle medie imprese in 20 distretti italiani, mediante l’impiego di brillanti giovani che siano usciti, o stiano uscendo, dai percorsi universitari. Vediamo quali sono i distretti, quali i requisiti e le modalità per candidarsi.
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Al via il progetto Start it up del Ministero del Lavoro
Il Ministero del Lavoro ha dato l’avvio al progetto Start it up finalizzato a nuove imprese di cittadini stranieri; in effetti, nel 2012 partirà una nuova iniziativa fortemente voluta dal Ministero del Lavoro e Unioncamere.
Secondo le informazioni diffuse dal Ministero saranno 400 i cittadini extracomunitari che avranno la possibilità di beneficiare dei servizi di accompagnamento previsti dal progetto “Start it up – Nuove imprese di cittadini stranieri”. Il nuovo programma si rivolge a tutti gli extracomunitari, ossia immigrati non appartenenti all’Unione Europea, che vogliano cimentarsi in un’attività imprenditoriale con l’unica condizione di disporre di un permesso di soggiorno con validità di sei mesi: l’obiettivo ultimo è quello di favorire il percorso di integrazione e di crescita professionale degli immigrati attraverso un percorso di orientamento e di formazione finalizzato ad accrescere le attitudini imprenditoriali e le competenze manageriali di base necessarie per l’avvio e la gestione di un’attività imprenditoriale.
Lavoro: imprenditoria giovanile, nasce Osservatorio Unioncamere
Nel nostro Paese sono l’11,8% sul totale, 720 mila in termini numerici, le imprese giovanili, ovverosia con a capo un titolare avente un’età sotto i 35 anni; e di queste, ben 200 mila operano nel commercio. A rilevarlo è stata Unioncamere in concomitanza con l’annuncio relativo alla nascita dell’Osservatorio sull’Imprenditoria Giovanile. Stando ai dati consolidati al 31 dicembre del 2010, in Italia si contavano poco più di 6,1 milioni di imprese esistenti, con Roma Provincia primatista, con ben 44.166 imprese, per quel che riguarda proprio l’imprenditoria giovanile.
Dallo stage all’assunzione: il Rapporto 2010 di Unioncamere
Si entra in azienda, con uno stage, che dura pochi mesi a fronte di una “retribuzione” che di norma non va oltre un rimborso spese; ma spesso non si va oltre un ticket pasto giornaliero. E poi tutto finisce! E’ questo l’iter per molti giovani, con molti di questi oramai stanchi di “fare pratica” nelle aziende a costo zero per queste ultime. Ma non sempre le cose vanno a finire così. Un Rapporto di Unioncamere, a valere sull’anno 2010, in accordo con un’elaborazione in base al Sistema informativo Excelsior, rivela come lo scorso anno ben 38 mila giovani siano riusciti ad essere assunti dopo aver sostenuto uno stage.
Apprendistato, la possibile crescita occupazionale
L’apprendistato è un potente strumento utilizzato per favorire l’occupazione dei giovani e, per questa ragione, non deve essere sprecata. Secondo alcune stime si prevede che dal mese di settembre un incremento di circa 9mila assunzioni.
Il Segretario generale aggiunto della Cisl Giorgio Santini osserva che
A settembre intendiamo attivare una migliore regolamentazione dei tirocini e un riordino, in senso migliorativo, delle collaborazioni a progetto, in modo da rilanciare la buona occupazione dei giovani e dare una risposta concreta ai giustificati allarmi di questi mesi sulla questione generazionale nel nostro paese
Lavoro Italia: le imprese accelerano sulle assunzioni
Sono in aumento in Italia le assunzioni di nuovo personale presso quelle piccole e medie imprese con meno di 250 dipendenti. A rilevarlo nei giorni scorsi è stata Unioncamere che, in accordo con un Rapporto realizzato in collaborazione con il Ministero del Lavoro, ha fatto presente come in Italia per il primo trimestre del 2011 le assunzioni programmate da parte delle PMI sfiorino quota 100 mila. Nel dettaglio, le assunzioni programmate sono quasi 99 mila, con un buon 30% di richieste di operai specializzati e, nel complesso, per oltre il 50% rappresentato dalla ricerca ed assunzione sia di diplomati, sia di laureati. Attraverso il Sistema Informativo Excelsior è stato così rilevato, come sopra accennato, un aumento delle “entrate” in azienda nel primo quarto del 2011 rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno. La tendenza è quella di assumere sempre più diplomati e laureati rispetto al periodo precrisi a conferma di come le PMI intendano intercettare la ripresa attraverso l’assunzione di personale con qualifiche medio/alte e con il possesso del diploma o della laurea.
Lavoro: profilo professionale determinante per guadagnare di più
Nonostante tutto, in Italia i lavoratori dipendenti in media guadagnano di più all’aumentare del proprio profilo professionale. Questo, in particolare, è uno dei dati interessanti emersi da “Domanda di Lavoro e Retribuzioni nelle Imprese Italiane“, un rapporto che Unioncamere ha realizzato con la società di indagine OD&M Consulting, e con il contributo della società di servizi per il mercato del lavoro Gi Group. Dal Rapporto, inoltre, è emerso come lo scorso anno, nonostante la crisi, le retribuzioni medie abbiano fatto registrare un rialzo del 2% attestandosi così sopra il livello dell‘inflazione; la media, nello specifico, si è attestata a quasi 26 mila euro con un incremento di 500 euro rispetto al 2008 e con una tendenza che è rimasta in linea con gli anni precedenti e, quindi, anche con il periodo pre-crisi. Il Rapporto fotografa chiaramente le retribuzioni di chi il posto di lavoro lo ha mantenuto, ragion per cui, contestualmente, non sorprende il fatto che il reddito lordo delle famiglie italiane è comunque sceso dell’1,4% a causa dell’incremento della disoccupazione.
Assunzioni: raccomandazioni in calo, più spazio a chi merita
Nel corso del 2009, in materia di assunzioni, le imprese in Italia hanno fatto maggiormente ricorso, per la ricerca di nuove posizioni lavorative, agli intermediari professionali piuttosto che ai cosiddetti “canali interni”, ovverosia alle segnalazioni, alla conoscenza diretta e, diciamolo pure, anche alle classiche ed odiate “raccomandazioni“. In accordo con quanto riporta infatti Unioncamere, in base alle risultanze che sono emerse dal Sistema informativo Excelsior, quindi, lo scorso anno rispetto al 2008 in Italia in materia di assunzioni è stato dato maggior spazio al merito. In ogni caso, i “canali interni” per le assunzioni sono stati utilizzati lo scorso anno da quasi il 50% delle imprese, il 49,7% per l’esattezza; il dato, nello specifico, è in calo di ben quattro punti percentuali rispetto al 2008, ma chiaramente in quasi un caso su due ancora ai fini delle assunzioni non si fa affidamento sugli intermediari professionali che, di norma, sono in grado di poter proporre soggetti con una qualifica non solo idonea, ma anche elevata.
Lavoro e titolo di studio: quando il “pezzo di carta” non basta
Il “pezzo di carta” basta per poter trovare un lavoro dopo aver sostenuto il colloquio, e dopo aver superato la selezione per entrare nei ranghi di un’azienda? Ebbene, la risposta è negativa; il titolo di studio, infatti, è necessario ma non sufficiente in Italia per poter essere assunto e per poter iniziare a “spendere” le proprie competenze all’interno di un’azienda. Questa situazione viene ben messa in evidenza da un’indagine effettuata nel mondo imprenditoriale dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro: per i neo-assunti, nel rapporto di sette ogni dieci, infatti, serve una formazione aggiuntiva cui l’impresa fa fronte in due modi.
Lavoro immigrato: cresce l’imprenditoria con nazionalità straniera
Nel nostro Paese la disoccupazione a causa della pessima congiuntura è cresciuta e sembra destinata a crescere ancora per alcuni mesi, ma senza l’apporto dei lavoratori stranieri, comunitari ed extracomunitari, i dati sarebbero probabilmente ben peggiori. Lo scorso anno, infatti, le imprese individuali con titolare avente nazionalità straniera sono cresciute del 6,79%, attestandosi a quota 309 mila, e sono così suddivise: il 23% di titolari d’impresa individuale comunitari, ed il 77% di titolari/cittadini extracomunitari. I dati emergono da un Rapporto di Unioncamere che, tra l’altro, ha messo in evidenza come nel primo semestre di quest’anno l’imprenditoria straniera, ed in particolare quella con titolare extracomunitario, abbia fatto registrare un saldo positivo pari a quasi 6.500 imprese.
Salari: 2000 euro lordi al mese
I salari ammontano a poco più di 25.000 euro all’anno , poco meno di 2mila euro lordi al mese. A tanto ammontano le retribuzioni medie dei dipendenti delle imprese private nel 2008 (+1,7% rispetto al 2007).
Questo è uno dei risultati del Rapporto “Domanda di lavoro e retribuzioni nelle imprese italiane”, realizzato da Unioncamere insieme a OD&M Consulting, società specializzata in indagini nell’ambito dei sistemi incentivanti e delle politiche retributive, e con il contributo di Gi Group, gruppo italiano nei servizi per il mercato del lavoro, la domanda di lavoro e l’andamento delle retribuzioni.
Lo studio si è posto l’obiettivo di analizzare i vari fenomeni economici e sociali del Paese attraverso l’esame delle dinamiche dei settori economici e delle differenze a livello territoriale e sull’occupazione dipendente in Italia. In particolare il rapporto ha posto in evidenza il fenomeno della domanda di lavoro espressa dalle imprese e le retribuzioni offerte per profilo professionale.
Lavoro industria: in difficoltà le imprese più piccole
Nel settore industriale, nei primi nove mesi del 2009, l’occupazione nel comparto ha fatto registrare una contrazione del 2,9%, e le previsioni sul trimestre corrente, il quarto del 2009, rivelano allo stesso modo una dinamica discendente a -0,7%. A rilevarlo è Unioncamere in accordo con l’ultimissima indagine congiunturale sull’andamento delle piccole e medie imprese italiane, ovverosia quelle con un numero di dipendenti compresi tra uno e cinquecento. I dati consolidati dei primi nove mesi di quest’anno, unitamente a quelli previsionali sul quarto trimestre, porterebbero in Italia la contrazione dell’occupazione nell‘industria, su base annua, al 3,4%, il che significa la perdita secca di ben 140 mila posti di lavoro. A livello settoriale, la caduta più ampia dei livelli occupazionali, guardando ai primi nove mesi di quest’anno, si registra nel settore della moda, dove l’occupazione è scesa del 4,5% sia a causa della contrazione dei consumi, sia a seguito dei fenomeni di concorrenza sleale che con la crisi economica hanno ulteriormente contribuito a penalizzare il fatturato complessivo del comparto.
Lavoro autonomo: donne più coraggiose ai tempi della crisi
Nel periodo tra giugno 2008 e giugno 2009, in Italia il numero di imprese, tra nascite e chiusure, è rimasto sostanzialmente stabile, ma se si considera solamente l‘impresa con titolare donna o con forte presenza femminile le cose cambiano. Nel periodo preso in considerazione, infatti, le imprese in rosa sono cresciute dell’1,4% a conferma di come le donne ai tempi della crisi mostrino più coraggio e più vocazione imprenditoriale. Il dato, in particolare, emerge da un rapporto di Unioncamere che, tra l’altro, sottolinea come a fronte di una diminuzione delle imprese in rosa nell’agricoltura corrisponda una forte espansione di imprese femminili nel settore dei servizi: dalle attività professionali ai servizi immobiliari e passando per il settore informatico. Anche l’imprenditoria femminile immigrata, con un contributo del 15% sul saldo netto totale, contribuisce al risultato generale, mentre a livello territoriale le regioni dove c’è una maggiore concentrazione di imprenditrici sono la Lombardia ed a ruota la Toscana ed il Lazio.
Le donne scelgono il part-time
Spesso abbiamo parlato della difficoltà che incontrano le donne nel conciliare maternità e carriera; una soluzione che spesso viene adottata in queste situazioni è quella del part-time.
A confermare questa scelta sono arrivati i risultati di uno studio compiuto da Unioncamere da cui si evince che la percentuale di donne che sceglie un orario di lavoro ridotto è in aumento.
La ricerca ha anche individuato l’identikit del lavoratore tipo con contratto part-time: appunto donna, sotto i trent’anni e non laureata.