Aggiornato il Registro Nazionale delle associazioni di promozione sociale

Il Ministero del lavoro informa che è stato aggiornato il Registro Nazionale delle associazioni di promozione sociale istituito ai sensi dell’articolo 7 della Legge n. 383 del 7 dicembre 2000 intitolato come  Disciplina delle associazioni di promozione sociale, al quale possono iscriversi le associazioni di promozione sociale a carattere nazionale.

Ricordiamo che il registro nazionale è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli affari sociali -e al quale possono iscriversi le associazioni di promozione sociale a carattere nazionale in possesso di determinati requisiti e costituite ed operanti da almeno un anno.

Privatizziamo l’Inail

 Insomma, privatizziamo o no il nostro istituto pubblico per la tutela e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro? Il presidente dell’Inail non ha dubbi: è un errore privatizzare il nostro istituto di riferimento e lo fa intervenendo sul quotidiano “Italia Oggi” ribadendo la sua netta avversione per ogni ipotesi si questo tipo perché ciò non comporterebbe una riduzione del costo assicurativo e una maggiore tutela ma, al contrario, inserire l’Inail in una logica di libero mercato provocherebbe un aumento dei costi.

Ministero del lavoro, precisazioni su PROGRESS

Ricordiamo che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è rappresentante in Italia del Programma PROGRESS (PROGRamme for Employment and Social Solidarity): un programma che è stato istituito dall’Unione europea nel 2007 per favorire l’occupazione e la solidarietà sociale dall’Unione europea ed, in particolare, per sostenere finanziariamente l’attuazione degli obiettivi nell’Agenda sociale in merito a lavoro, affari sociali e pari opportunità, nonché, dal mese di marzo 2010, la messa in atto della Strategia Europa 2020 limitatamente ai target di crescita, occupazione e lotta alla povertà fissati da quest’ultima.

Possono partecipare al programma tutti gli stati membri dell’Unione Europea ed è rivolto agli enti locali e regionali, ai servizi pubblici per l’impiego e agli istituti statistici nazionali. Possono prendervi parte anche organismi specializzati, università e istituti di ricerca, nonché le parti sociali e le organizzazioni non governative.

L’omofobia nei luoghi di lavoro

La Direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro e si muove in linea con il principio che l’occupazione e le condizioni di lavoro sono elementi chiave per garantire pari opportunità a tutti i cittadini e contribuiscono notevolmente alla piena partecipazione degli stessi alla vita economica, culturale e sociale e alla realizzazione personale.

La direttiva interviene e chiarisce che per principio della parità di trattamento si intende l’assenza di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta basata sulla religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali, per quanto concerne l’occupazione e le condizioni di lavoro al fine di rendere effettivo negli Stati membri il principio della parità di trattamento.

Disabilità, attenzione al contrassegno

 Estate è tempo di turismo e la persona disabile deve porre particolare attenzione al contrassegno se decide di passare la sua vacanza in un Paese estero, in particolare nell’Unione Europea. In effetti, è ciò che è accaduto ad un viaggiatore italiano con disabilità che, arrivato in svezia, ha noleggiato un’automobile e ha iniziato a girare per il paese ma che poi si è ritrovato con una multa per un importo pari a mille corone svedesi: circa 110 euro perché il contrassegno italiano non è conforme a quello predisposto dalle raccomandazioni europee.

La notizia arriva da SuperAbile, ossia il portale dell’INAIL dedicato al mondo della disabilità. Tralasciando ogni aspetto tecnico sulla multa affibbiata al nostro connazionale, quello che ci interessa è mettere in evidenza che il nostro Paese non ha ancora recepito il contrassegno universale messo in piedi dall’Unione Europea.

Manovra bis 2011, le proposte della CGIL

La BCE ci ha chiesto di approntare un serio programma di risanamento tanto da dover anticipare il pareggio del bilancio rispetto alla data fissata dal governo italiano. A questo riguardo la CGIL ha approntato una sua proposta per evitare di arrivare la tavolo negoziale senza nessuna indicazione possibile valida alternativa al solito copione, ovvero colpendo al solito la previdenza e l’assistenza o il reddito dei lavoratori a stipendio fisso.

Per prima cosa la CGIL chiede un piano strutturale di lotta all’evasione fiscale e al sommerso, un’imposta sui grandi immobili e una ordinaria sulle grandi ricchezze, l’armonizzazione a livello europeo della tassazione sulle rendite finanziarie, la riduzione dei costi della Politica e l’aumento della tassa di successione per avviare un intervento di natura straordinaria per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.

Manovra 2011, il documento delle parti sociali

Agosto bollente per la finanza pubblica tanto che le parti sociali hanno deciso di approntare un documento comune che ponga in evidenza le priorità e le scelte condividibili finalizzate ad offrire risposte precise all’Unione Europea e ai mercati che sempre più spesso condizionano le scelte politiche e sociali.

I sindacati hanno cercato di chiarire le proprie posizioni chiedendo al governo precise condotte e, nel contempo, ha promesso di proseguire nell’impegno per modernizzare le relazioni sindacali. A questo proposito, il sindacato chiede di attuare un piano straordinario di lotta all’evasione fiscale e contributiva utilizzando i proventi per ridurre la pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro e, allo stesso tempo, risulta necessario detassare in via strutturale i premi di risultato e incentivare la crescita dimensionale e la patrimonializzazione (ACE).

Inail, nuove classificazioni per le sostanze chimiche

Dall’Unione Europea nuove regole per etichettare e classificare le sostanze chimiche; in effetti, in base al nuovo regolamento Clp, ossia Classification, labelling and packaging  che sarà attuato entro giugno 2015, saranno armonizzate a livello europeo i sistemo di classificazione a livello comunitario che  hanno la finalità di tutelare con più sicurezza la salute delle persone e dell’ambiente.

Lo prevede il nuovo regolamento europeo n. 1272/2008/Ce entrato in vigore il 20 gennaio 2009 e che abrogherà le direttive 67/548/Cee (Dsp: Direttiva sulle sostanze pericolose) e 1999/45/Ce (Dpp: Direttiva sui preparati pericolosi).

Il nuovo regolamento modificherà i simboli e le frasi di rischio. Secondo le nuove indicazioni le frasi di rischio R sono  sostituite dalle indicazioni di pericolo, Hazard statements, indicate con la lettera H seguita da numeri a tre cifre e le frasi di sicurezza S sono sostituite dai consigli di prudenza,  Precautionary Statements, rappresentati dalla lettera P e da un codice a tre cifre (suddivisi in quattro tipologie: prevenzione, reazione, conservazione e smaltimento).

Il diritto di sciopero nell’Unione Europea

 Interessante analisi comparativa del diritto di sciopero esistente nei vari Paesi dell’Unione Europea predisposta dalla UIL: lo studio ha posto in evidenza che nella maggior parte dei Paesi europei il diritto di scioperare è garantito dalla legge Fondamentale con alcune prestigiose eccezioni. In effetti, malgrado la loro lunga tradizione democratica e sociale, in Austria, Belgio, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Irlanda e Regno Unito la Costituzione non garantisce questo diritto, mentre in Paesi quali la Germania, Finlandia il diritto promana dalla libertà di associazione.

Lo sciopero è un diritto garantito ma che si ritrova in una sfera giuridica perché, per via di una specifica legislazione in materia, in molti paesi ha trovato posto nelle giurisprudenza.

Extracomunitari e indennità di accompagnamento

La corte di Cassazione ha deciso di intervenire sull’indennità di accompagnamento stabilendo la legittimità della relativa indennità per gli extracomunitari eliminando diversi impedimenti che ne limitavano il diritto.

La sentenza vale per gli extracomunitari che soggiornano legalmente in Italia anche se non sono in possesso la carta di soggiorno o il permesso di soggiorno dell’Unione Europea: in questo modo è possibile richiedere l’indennità di accompagnamento e la pensione d’invalidità.

La manovra economica e i fondi strutturali europei

Di certo il contesto italiano, e quello europeo in generale, si trova in un grave momento economico che impongono delle scelte oculate e un contenimento della spesa pubblica tanto da non influire in modo diretto sul bilancio e sulle risorse assegnate allo sviluppo ecco perché diventa importante l’utilizzare al meglio i Fondi Strutturali che rappresentano, in ogni caso, delle risorse aggiuntive allo sviluppo.

Promuovere lo sviluppo è un imperativo categorico se vogliamo dare risposte e stimoli precisi all’intera economia e per farlo servono risorse e una serie politica economica capace di coinvolgere tutti i livelli della pubblica amministrazione e dell’iniziativa privata.

Discriminazione sul lavoro, Italia deferita alla Corte di Giustizia Ue

Pari opportunità e discriminazione: due termini che sempre più spesso emergono in un contesto lavorativo e che l’Unione Europea ha cercato di porre freno attraverso delle direttive mirate.

Con la Direttiva 2000/78/CE del consiglio del 27 novembre 2000 che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, l’Unione Europea ha chiesto ad ogni singolo Paese di adottare tutti i necessari provvedimenti per porre in essere la parità di trattamento.

Chiarimenti sul distacco dei lavoratori extracomunitari

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, attraverso la sua Direzione Generale per l’Attività Ispettiva, con interpello n. 28 del 27 giugno 2011 ha risposto ad un quesito posto dell’Associazione dei datori di lavoro, Confindustria, in merito alla corretta interpretazione dell’articolo 27 del decreto legislativo n. 286/1998 recante la disciplina dell’ingresso per lavoro, in casi particolari, di cittadini stranieri extracomunitari.

La normativa in questione intende intervenire in caso di lavori in situazioni particolari, ovvero quando si intende fare ricorso a lavoratori extracomunitari con particolari qualifiche o ruoli.