Esercitare un’attività, come dipendente o collaboratore, senza lo spostamento fisico della persona occupata e con una maggiore flessibilità per quel che riguarda i tempi di lavoro. Lo possiamo definire così il telelavoro, non ancora molto diffuso nel nostro Paese, ma consolidato invece in tante economie di Paesi industrializzati. Sono molte le attività che si possono svolgere in telelavoro, sia in qualità di dipendenti pubblici, sia come assunti o collaboratori di imprese private. Trattasi di una forma di lavoro che offre delocalizzazione a fronte del risparmio di tempo e di denaro sia da parte dell’impresa o dell’ente, sia da parte del lavoratore stesso. In questi ultimi anni il telelavoro, sebbene a macchia di leopardo, si sta diffondendo anche nella Pubblica Amministrazione, così come molte imprese private con la formula del telelavoro hanno spesso portato avanti piani di riorganizzazione e di razionalizzazione della forza lavoro con benefici di medio e di lungo periodo.
Per trovare aziende che assumono con la formula del telelavoro, anche se non sono molte, basta rivolgersi ai centri per l’impiego. Sono molte di più invece le offerte di telelavoro da parte di imprese private reperibili visitando i portali specializzati del settore. Quando parliamo di telelavoro, e quindi di lavoro a distanza, non ci riferiamo chiaramente a lavori poco seri, e spesso truffaldini, quali quelli legati a catene e sistemi piramidali, ma ad attività che di norma sono legate all’elaborazione dati, all’informatica, alla gestione di database in remoto e così via.
Se la forma di telelavoro viene inquadrata dall’azienda con un contratto “standard”, allora si acquisiscono, senza particolari differenze, tutti i diritti di un lavoratore dipendente. Ma c’è comunque da dire che in prevalenza l’occupazione in telelavoro è quasi sempre riconducibile ad un lavoratore autonomo, in possesso di partita Iva, o che viene pagato con la “classica” prestazione occasionale con ritenuta d’acconto. In tal caso, quindi, si parla di compensi e di accordi che chiaramente, anche se il lavoro è a distanza, devono essere sempre “cristallizzati” attraverso la firma tra le parti di una apposita scrittura privata.