Digital first, è questo il nome sotto cui rientra l’ambizioso progetto di portare tutta la pubblica amministrazione al livello digitale.
L’obiettivo è quello di accorciare sempre di più le distanze tra quest’ultima e i privati, oltre che rendere più fluido, efficiente e scorrevole il lavoro svolto dalla burocrazia.
Ne sono un esempio la carta d’identità digitale, il fascicolo sanitario elettronico, la gestione cartelle cliniche, procedura di archiviazione e dematerializzazione, e mediche elettroniche, buona parte dei servizi postali, come spedizione di telegrammi, posta, pagamento bollette e tasse.
Si potrebbe andare avanti ancora per molto e letta così sembra essere tanta roba, eppure, in questo senso, siamo ancora indietro.
Il progetto risulta ambizioso per diverse ragioni, tra cui la posizione poco privilegiata che l’Italia ricopre in termini di aggiornamento e impiego degli strumenti digitali idonei negli uffici pubblici.
L’età media degli impiegati, che supera i 50 anni, poi, non aiuta certo un’accelerazione in questo senso.
Secondo il Policy Paper “La semplificazione amministrativa – Come migliorare il rapporto tra Pa e imprese” a cura di Deloitte, infatti, la Pubblica Amministrazione è composta solo per il 2,2% da giovani impiegati.
In cosa consiste la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione
La digitalizzazione implica un processo di dematerializzazione dei documenti e dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione a cittadini e aziende.
Questo implica, ad esempio, lo spostamento online dei servizi a sportello, con l’impiego di appositi software e caselle email dedicate.
Solo per fare riferimento alla normativa Europea più aggiornata, gli interventi messi in campo da ora e nel prossimo futuro, per accelerare la transizione digitale riguardano l’implementazione della banda ultra-larga e di un sistema cloud più efficiente, piattaforme di notifica, identità digitale, cybersecurity, interoperabilità di dati e servizi online per cittadini e imprese.
Un’operazione che riguarda tutti gli uffici a 360 gradi. Dalle attività comunali fino a quelle sanitarie, passando per i servizi postali.
I vantaggi della digitalizzazione della PA
Come abbiamo già detto, la transizione digitale rappresenta un’esigenza già da diversi anni a questa parte.
Gli eventi legati alla pandemia e le misure restrittive adottate, che hanno costretto cittadini e uffici a mantenere distanze di sicurezza per mesi, hanno indubbiamente accelerato questo processo.
I vantaggi che ne derivano sono evidenti e rilevanti sia per chi opera nella Pubblica Amministrazione che per i cittadini e le imprese che fruiscono dei servizi da questa erogati.
Implementare i canali di informazione e comunicazione digitali nel lavoro della pubblica amministrazione, indubbiamente, ne ottimizza le risorse, consentendo una maggiore organizzazione e tracciabilità del lavoro e dei documenti.
I processi di lavoro eseguiti attraverso canali digitali sono irreversibili, a differenza di quelli analogici che sfruttano i supporti cartacei, e rendono più semplice l’individuazione di eventuali errori o intoppi al sistema, velocizzando i tempi di risoluzione.
Va da sè che anche i tempi di esecuzione dei lavori ed erogazione dei servizi siano più rapidi, con un evidente risparmio di tempo e risorse, diversamente impiegabili.