La transizione ecologica ha tutte le carte in regola per essere alla base della crescita occupazionale in Italia. C’è una tesi che portano avanti gli oppositori della transizione energetica e che riguarda l’aumento della disoccupazione con tale processo di cambiamento. In realtà , come testimoniato anche da un rapporto stilato da Fondazione Ecosistemi per Wwf Italia, la situazione risulta essere ben diversa.
Fondamentale la transizione ecologica per la crescita occupazionale in Italia
Le energie rinnovabili infatti garantiranno la presenza di un numero maggiore di posti di lavoro, a seguito insomma del costante processo di decarbonizzazione. Dalle reti agli impianti di produzione, il report ha evidenziato come ci saranno impatti occupazionali importanti. Non sono quindi indifferenti gli impatti economici ed occupazionali derivanti ad esempio dal settore fotovoltaico a quello idroelettrico e passando da quello eolico.
Questo tipo di transazione energetica i numeri sull’occupazione parlano chiaro, soprattutto in prospettiva, arrivando a ben 1.305.066 di posti di lavoro solo dalle fonti rinnovabili. Approfondendo ancor di più la questione numeri, per quel che riguarda la stima degli occupati al 2035 collegati al settore delle Fonti Energetiche Rinnovabili complessivamente si tratta di 104.212 unità di lavoro, di cui 93.273 – 74.050 di fotovoltaico – in Italia e 10.939 unità all’estero.
L’occupazione complessiva, tenendo conto del ciclo di vita degli impianti che è pari a 25 anni, si arriverebbe a 1.305.066 unità – di cui 918.490 fotovoltaico e 278.372 tra eolico on e off shore e 74.221 relativo al settore biomasse – la maggior parte delle quali, 1.069.250 unità , localizzate in Italia. Per le reti invece si stimano al 2035 12.094 unità di lavoro localizzate in Italia e 1.422 all’estero. L’occupazione complessiva generata nel corso nel corso dell’intero ciclo di vita dell’opera, pari a 50 anni, ammonterebbe a 57.079 unità , con circa 44.452 unità nelle attività fase di gestione (esercizio e manutenzione), di cui l’82% circa in Italia.
Il futuro dell’occupazione nelle energie rinnovabili è quindi florido, non ci sarà alcuna perdita dei posti di lavoro per quanto riguarda la transizione. Numeri che, ovviamente, sono legati principalmente alle azioni di decarbonizzazione. Un rapporto che evidenzia anche quanti soldi siano necessari per dar vita a questo tipo di transizione.
Si parla di investimenti che ammonteranno a ben 161 miliardi di euro e che non sono solo soldi statali, ma ci saranno anche investimenti privati. Un tipo di investimento che porterà poi per il nostro Paese un vantaggio economico di ben 350,6 miliardi di euro. Per quanto riguarda le reti, gli impatti economici diretti e indiretti ammonterebbero a 48,6 miliardi, con ricadute su attività manufatturiere, edilizia, servizi e professioni e sul resto delle attività .