La crisi finanziaria ed economica ha lasciato il segno sull’occupazione dei giovani laureati. Almalaurea, nel suo ultimo Rapporto sulla condizione dei laureati in Italia, ha rilevato che chi ha conquistato da poco il “pezzo di carta” rispetto agli anni pre-crisi lavora di meno e, di conseguenza, guadagna anche di meno. In difficoltà, di più rispetto al passato, non sono solamente i giovani laureati che hanno preso la “triennale”, ma anche quei giovani che possono fregiarsi d’aver ottenuto una laurea “forte” come quella in ingegneria. E se in passato una buona parte dei laureati “forti” nell’arco di dodici mesi riusciva a trovare un’occupazione stabile, adesso il tasso di stabilità lavorativa è ulteriormente sceso per effetto del taglio delle assunzioni praticato dalle imprese, le quali, tra l’altro, hanno rinviato a tempi migliori molto spesso gli investimenti in innovazione e ricerca e, quindi, il reclutamento di giovani “cervelli”.
E così, in accordo con quanto riporta il Portale Leggo, la busta paga dei laureati, a dodici mesi dal “pezzo di carta”, è diventata più leggera; si guadagna in media in un mese da poco più di mille euro a 1.100 euro circa con contrazioni retributive che oscillano tra il 2 ed il 5%. Se poi a questo aggiungiamo la perdita del potere d’acquisto, allora chiaramente la busta paga diventa ancora più magra. Anche il tirocinio formativo o lo stage in azienda sembra aver perso nel frattempo quella sua funzione di “biglietto da visita” per un’assunzione futura.
L’ultimo Rapporto Almalaurea, infatti, rivela che per trovare lavoro lo scarto di probabilità tra chi effettua lo stage e chi non lo effettua si è ridotto ad uno striminzito 3% mentre prima la differenza era pari al 6,5%. Questo indirettamente dimostra come forse le imprese di questi tempi utilizzino più lo stage come strumento per abbattere i costi del personale piuttosto che come uno strumento per valutare nuovi talenti e per inserirli nei ranghi di un’azienda conscia del fatto che coi tempi che tirano non può permettersi nel breve termine il “lusso” di un’assunzione.