È stata bocciata la paventata intesa sull’aumento degli stipendi legati alla turnistica; in effetti, per “il Sole 24 ore” questo possibile accordo mostra l’assenza di flessibilità mentale e sindacale da parte delle maestranze tanto che i primi a rimanere perplessi dall’esito referendario è lo stesso sindacato.
Da una parte, come pone in evidenza l’autorevole quotidiano economico, mentre ci si lamenta di una disoccupazione giovanile che supera ormai quota 30% e con una cassa integrazione che solo nel 2011 ha sfiorato il miliardo di ore, dall’altra, alla Lascor si ha una produzione che registra una crescita non per nulla trascurabile con un investimento di circa 7 miliardi di euro con la volontà di assumere visto che solo nel 2011 ha assunto 150 lavoratori.
Alla Lascor è sentita fortemente l’esigenza di lavorare su ciclo continuo allo scopo di sfruttare al massimo gli impianti. Stando al quotidiano economico la Direzione aziendale, da una parte esigeva maggiore produttività e utilizzo degli impianti e, dall’altra, era disposta a stabilizzare i precari e di proseguire nelle assunzioni.
Il ciclo continuo alla Lascor, così come pone in evidenza Franscesa De Musso della Fiom CGIL, era richiesto su
4 giorni di lavoro e 2 di riposo con le maggiorazioni previste dal contratto collettivo nazionale per sabato, domenica e notturni e con in più un “gettone continuo” di 82 euro, a patto di aver lavorato tutte le 32 ore previste e all’impegno alla stabilizzazione dei lavoratori temporanei
Per la rappresentante dei lavoratori della FIOM
i lavoratori della Lascor hanno sempre risposto alle esigenze dell’azienda. Anche se non obbligati hanno lavorato il sabato, la domenica, quindi deve esserci qualcosa che è stato sbagliato. L’accordo bocciato è però una buona base di partenza
Mentre per Giuseppe Marasco della Fim Cisl
di fronte a un’azienda che ha investito in macchinari e che ha l’esigenza di aumentare produzione e produttività lavorando sul ciclo continuo, o si onora la richiesta o si rischia che la richiesta venga annullata
In base all’accordo era previsto un aumento di stipendio, parametrizzato su quinto livello era pari a 300 euro mensili, e la possibilità di stabilizzazione dei lavoratori temporanei e di introdurre nuove regole per la loro assunzione.
Non solo, come pone in evidenza Marasco
l’accordo bocciato prevedeva a partire dal 2012 tutti i nuovi assunti avrebbero avuto il contratto Lascor e quindi non sarebbero più stati assunti attraverso le agenzie di lavoro. I contratti temporanei avrebbero avuto un limite di 12 mesi, al termine dei quali o il contratto veniva trasformato a tempo indeterminato o il rapporto di lavoro veniva sciolto. Infine l’ipotesi di accordo prevedeva la stabilizzazione per i contratti a termine in base alle decisioni aziendali. Per tutelare i temporanei era stata anche decisa l’istituzione di una commissione a cui i lavoratori temporanei inseriti nel ciclo continuo si sarebbero potuti rivolgere per dimostrare le loro ragioni in caso di mancata stabilizzazione