Si conclude finalmente l’iter per la nuova direttiva europea che fissa il nuovo permesso a livello europeo allo scopo di consentire ai lavoratori extracomunitari che si trovano nel nostro continente di avere riconosciuti un medesimo sistema di tutela e di controlli in modo armonico, ma che si pone anche l’obiettivo di semplificare le procedure per i lavoratori migranti.
La direttiva è stata proposta dal Consiglio dall’ottobre 2007 e non incide sulle norme di ammissione, sulla durata dei permessi e sulle loro condizioni di rilascio, di revoca o di rinnovo. Con la Direttiva è ora possibile mettere a punto una procedura unica che permetterà al lavoratore in possesso del permesso di spostarsi e di lavorare in qualsiasi Paese dell’Unione Europea.Grazie a questa nuova possibilità al lavoratore extracomunitario si garantirebbero una serie di diritti sociali, paragonabili a quelli dei cittadini comunitari, su questioni quali gli orari di lavoro, le ferie, la sicurezza sul posto di lavoro e l’accesso alla sicurezza sociale. La decisione di ammettere i lavoratori extracomunitari sul territorio nazionale, cosi come il numero d’immigrati autorizzato, resta prerogativa dei governi degli Stati membri, i quali dovranno indicare nei permessi di residenza anche le informazioni relative al permesso di lavoro, con il divieto esplicito di esigere ulteriore documentazione alla persona che richiede il permesso.
Si precisa che, in base al Trattato di Lisbona che l’Unione Europea si è recentemente posto in essere, il Parlamento e il Consiglio hanno pari poteri legislativi sui temi legati all’immigrazione anche se la Gran Bretagna, la Danimarca e l’Irlanda non prenderanno parte all’adozione della direttiva sul permesso unico.
La direttiva ora dovrà essere recepita dai singoli Stati attraverso le decisioni nazionali definite nel modo più opportuno e secondo i loro ordinamenti. Non solo, possiamo ricordare che la direttiva sul permesso unico è stata approvata con 311 voti a favore, 216 contrari e 81 astensioni.