Per svolgere incarichi all’interno degli istituti di vigilanza privata non è necessario essere laureato. A dirlo, in maniera ufficiale, è il Ministero dell’Interno, che risponde a una richiesta di chiarimenti da parte dell’Associazione delle imprese di vigilanza privata aderente a Confindustria, sostenendo come non vi sia la necessarietà di un diploma di laurea, bensì la sufficienza del diploma di scuola media superiore, per poter svolgere le funzioni sopra introdotte.
Il chiarimento del Ministero dell’Interno si riferisce principalmente al decreto ministeriale 1 dicembre 2010, ben noto a tutti gli istituti di vigilanza privata. All’interno del decreto ministeriale in questione, infatti, furono introdotti i requisiti professionali minimi per i titolari della licenza degli istituti di vigilanza, indicando – tra gli altri – anche il possesso di un master di livello universitario in materia di sicurezza privata, che preveda stage operativi presso istituti di vigilanza privata.
Proprio il termine “master” aveva aperto numerose incomprensioni tra chi cercava di interpretare il decreto nella maniera più opportuna. Il Ministero dell’Interno ha in questo momento chiarito che per master non si deve tuttavia intendere quei corsi accessibili solo da chi è già in possesso del diploma di laurea, considerato che il titolo di studio previsto è ben inferiore, e relativo al diploma di scuola media superiore.
Il “master“, nelle intenzioni del Ministero dell’Interno, è invece riferibile a “corsi di livello universitario, cioè organizzati direttamente o con la collaborazione di atenei riconosciuti, che abbiano ad oggetto la sicurezza privata e che prevedano, obbligatoriamente, stage operativi presso istituti di vigilanza privata”.
Insomma, un po’ di confusione sui termini ma, a distanza di un anno dal varo di quel decreto ministeriale, si è finalmente giunti a una risoluzione piuttosto chiara, che sembra aprire le porte degli istituti di vigilanza privata a una maggiore platea di potenziali interessati lavoratori.