Qualche giorno fa vi abbiamo chiesto di raccontarci le vostre esperienze di lavoro all’estero.
Oggi pubblichiamo la mail di una ragazza che dopo varie esperienze sia di stage che di lavoro in Spagna è tornata in Italia con molti dubbi, tante domande.
Subito dopo il salto potete leggere la sua storia; aspettiamo i vostri commenti.
ho appena letto il vostro articolo, beh è vero, la raccomandazione è ancora oggi, purtroppo, una prassi molto comune in Italia.
Ma ecco la mia storia, una storia in cui la parola ‘raccomandazione’ non apparirà, perché non l’ho mai avuta e mai cercata.
La mia passione sono state, sin da sempre, le lingue. Ho iniziato ad amarle dall’età di 5 anni quando mio nonno iniziò ad insegnarmi le prime paroline in inglese e raccontarmi dei sui 20 anni in Australia, delle sue avventure, dei suoi trionfi, della bellezza e dell’efficienza di quel posto,ma anche della nostalgia del suo Paese.
Ho continuato ad amarle per molti, lunghissimi anni… Mi iscrissi al liceo linguistico e alla facoltà di lingue e letterature straniere di Bologna scegliendo un indirizzo economico (Esperto linguistico d’area per l’economia). Fu proprio questo indirizzo, questo “nome” così importante a convincermi che quella sarebbe stata la scelta più giusta. Ho sempre avuto le idee chiare sin da bambina. Ma ora da adulta vorrei tornare indietro per riprendere la mia grinta, la mia determinazione ed investirle in altro.
Mi sono laureata nel 2008 in Comunicazione Internazionale (il proseguimento della laurea triennale in Lingue e letterature straniere), sperando mi potesse dare più sbocchi. Ma in realtà, oggi sono ancora qui a cercare un lavoro, non il lavoro della mia vita, ma un Lavoro. A volte mi capita di leggere, proprio come questa mattina, di persone che si trovano nella mia stessa situazione. Deborah scrive: “Mi adatterei a fare di tutto”, ma quanto è giusto adottare il verbo “adattarsi” dopo anni e anni di sacrifici? Anche io ho più volte utilizzato tale termine ultimamente, ma soltanto perché veramente scoraggiata dal vedere il mio sogno, le mie speranze volatilizzarsi nel nulla. E dire che non mi sono mai fermata durante tutti questi anni. Da studentessa ho fatto diverse esperienze all’estero per migliorare sempre di più le “mie lingue”. Sono stata varie volte in Inghilterra, in Spagna, finché non vinsi la borsa di studio Erasmus di 9 mesi a Madrid e lì mi innamorai della parola “viaggio”. Terminati gli studi mi misi subito all’opera per trovare un lavoro, e aspettai ben poco. Iniziai con uno stage come commerciale estero presso un’azienda bolognese che ben presto abbandonai, sempre spinta dalla parola “viaggio”. Fui selezionata dalla Fondazione Crui per fare uno stage (gratuito) presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid. Esperienza fantastica sotto molteplici punti di vista.
Alla fine di questo stage, decisi di rimanere a Madrid e di trovare un lavoro lì. Lo trovai dopo neanche un mese. E per un anno scoprii il mondo del “lavoro” nell’ufficio Marketing/Commerciale di una multinazionale italiana. Lavoro a tempo determinato, le cui possibilità di rinnovo svanirono con l’avvento della famigerata crisi.
Ed eccomi nuovamente nel mio Paese, sconfortata, sebbene all’inizio fossi anche contenta di tornare. Oggi, dopo sei mesi di estenuanti ricerche, dopo aver inviato quei 1000 curriculum vitae, mi ritengo ‘fortunata’ ad aver fatto 4/5 colloqui. Colloqui da cui ancora non ho avuto risposta, anzi le uniche risposte che continuano a darmi sono “Decideremo a breve, non si preoccupi le faremo sapere”. Sono trascorsi già vari mesi e ancora niente.
Mi domando allora: Avrei avuto più possibilità rimanendo a Madrid? Mi devo accontentare di saltuari lavoretti per poter “campare”, per non essere più un peso per la mia famiglia? Devo accettare questa situazione critica come tale e abbandonare i miei sogni?
La mia non vuole essere una critica, ma soltanto un dare un diverso punto di vista su un sistema dove la sincerità, come tante altre cose, fanno ormai parte del passato…Forse si tratta soltanto di uno sfogo.
Un cordiale saluto
Volete raccontarci la vostra storia? Fatelo mandando una mail a: [email protected]